Acqua, sete di saperne di più

Grande interesse per il cartone animato Water hunters e il film La soif du monde. Successo delll’evento organizzato da Pianeta azzurro
 
L’incontro di giovedì 15 dicembre sull’acqua alla Casa dell’ambiente di Torino ha visto un grande successo: posti  esauriti da un pubblico soprattuto di giovani, prenotazioni per un numero maggiore (c’era anche la lista di attesa…), richieste di ripetere l’iniziativa. Introdotti da Mario Salomone, hanno parlato di sensibilizzazione allo spreco di acqua e di “acqua virtuale” Masimo Ottoni, uno degli autori del cartone animato Water hunters, il professore di idraulica del Politecnico di Torino Luca Ridolfi e Roberto Corgnati, responsabiile per la Regione Piemonte del progetto di lotta agli sprechi di cibo e di acqua. 
L’evento, organizzato sotto l’egida di Pianeta azzurro, è stato aperto da un rap sempre sulla preziosità dell’acqua, e concluso dalla proiezione del film La soif du monde.

Clima: il Mediterraneo area ad alto rischio

Acqua, ecosistemi, salute, sicurezza alimentare e conflitti sociali e politici: i cinque cambiamenti che investono il mondo, con il Mediterraneo – seconda area del pianeta per biodiversità – particolarmente esposto
 
Bianca La Placa
 
Come riportare dati scientifici relativi al cambiamento climatico nel Mediterraneo in modo corretto e come migliorare il confronto tra media e scienziati? Questo l’obiettivo del meeting che si è svolto a Marrakech a novembre 2016, a margine della COP 22, e che ha visto coinvolti giornalisti ambientali di sedici paesi di tutto il Mediterraneo (clicca qui per saperne di più).
Lo scopo di questo incontro è stato quello di indirizzare il dibattito tra scienziati e giornalisti su vere e chiare posizioni rispetto ai cambiamenti climatici nel Mediterraneo e migliorare la capacità di giornalisti ambientali e scientifici provenienti dai paesi del Mediterraneo di coprire questo tipo di notizie, fornendo loro dati, fonti e strumenti.
 
Il clima è già cambiato
Il primo punto trattato è stata una panoramica della dimensione scientifica del cambiamento climatico nel Mediterraneo, grazie alla quale i giornalisti hanno avuto la possibilità di conoscere gli ultimi dati scientifici sul questi argomenti e di capire l’impatto e le proporzioni del riscaldamento globale e degli strumenti e soluzioni disponibili per controbilanciarlo.
 

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Mass media italiani ancora poco “green”

Presentati i risultati del Rapporto 2016 sulla copertura delle notizie ambientali.
Prevalgono la componente emotiva ed emergenziale, con il referendum sulle trivelle e il terremoto a spingere in su i dati dell’informazione ambientale, e la dimensione locale.
I principali media italiani analizzati dal gruppo di ricerca istituito da Pentapolis Onlus, in collaborazione con l’Università Lumsa, Angelicum e l’Osservatorio di Pavia
 
(Roma, 16 dicembre 2016). L’ambiente fa notizia? Questo il tema al centro del 3° Forum nazionale “Ambiente tra informazione, economia e politica”, tenutosi oggi a Roma, nel corso del quale è stato presentato il Rapporto 2016 “L’informazione ambientale in Italia”, promosso da Pentapolis Onlus.             
La ricerca è stata realizzata attraverso l’analisi delle notizie dedicate ai temi ambientali pubblicate, per la carta stampata, sui 5 principali quotidiani nazionali (Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa, Il Messaggero, Il Sole 24 Ore) tra aprile e settembre 2016, con le rispettive “sottotestate” locali e tematiche, mentre, per la tv, nell’edizione Prime Time dei 7 principali TG italiani (Rai 1, Rai 2, Rai 3, Rete 4, Canale 5, Italia 1, La7) nei primi 9 mesi dell’anno.
 

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Musica, gag e divulgazione scientifica

A teatro l’economia low carbon con la Banda Osiris e Luca Mercalli
 
di Marco Fratoddi
 
Così bisogna fare. Prendete una formazione tra le più sopraffine del panorama musicale italiano, capace di mescolare virtuosismi esecutivi con una strabiliante capacità di stare in scena. Poi un divulgatore che sappia spiegare in maniera convincente e precisa argomenti che in altre circostanze (pensate alla monotonia, a distanza di qualche anno possiamo dirlo, del pluridecorato An inconvenient truth di Al Gore) si fatica a porgere al pubblico generalista. Risultato? Una pièce che già dal titolo, “Non ci sono più le quattro stagioni”, suggerisce lo spirito ironico ma allo stesso tempo scientificamente ineccepibile con cui mette a tema la questione ambientale per eccellenza, vale a dire il cambiamento climatico. La miscela riesce a Luca Mercalli, climatologo e divulgatore noto anche al pubblico televisivo, insieme al quartetto di fiati (e non solo) dei Banda Osiris, vale a dire Gianluigi e Roberto Carlone, Giancarlo Macrì e Sandro Berti che sperimentano ormai da trentasei anni la via del cabaret sonoro.
   

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Crisi ambientale e crisi ecologica

Le ragioni strutturali della crisi attuale e le sue connessioni con la crisi ecologica in un numero speciale di Culture della sostenibilità.
Se ne parla martedì 13 dicembre al Campus Luigi Einaudi di Torino con Aurelio Angelini e Massimo Scalia.

Martedì 13 dicembre 2016, h.16,00 – 18,00, Aula E1, Campus Luigi Einaudi, Lungo Dora Siena 100/A, Torino, Aurelio ANGELINI (Università degli studi di Palermo) e Massimo SCALIA (Centro Interuniversitario di Ricerca per lo Sviluppo Sostenibile – CIRPS – Roma), presentano The chariots of Pharaoh at the Red Sea. The crises of capitalism and of environment. A modest proposal towards sustainability, Quaderno n. 1 della rivista Culture della sostenibilità.

Modera Dario Padovan (Università di Torino). 
 

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Caccia all’acqua in tempi di scarsità

Il 15 dicembre alla Casa dell’ambiente di Torino anteprima assoluta del corto animato che sensibilizza alla mancanza di acqua.
In programma anche l’intervento di esperti e la proiezione di La soif du Monde di Yann Arthus Bertrand
L’evento è promosso da Pianeta azzurro
 
Due ladri rubano una enorme cisterna piena di acqua potabile sperando di ottenere un ricco bottino di cibo in cambio e invece… Siamo nel 2034 a Torino. La vita striscia sotto terra perché in superfice il clima è diventato inospitale per l’uomo. L’acqua scarseggia ed è considerata un bene prezioso, merce di scambio per la quale la gente arriva a uccidere.
È lo spunto del corto di animazione Water Hunters realizzato dallo studio di animazione “Ibrido” per sensibilizzare giovani e meno giovani sull’utilizzo della risorsa acqua. Il corto è prodotto dalla Regione Piemonte e dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta nell’ambito del progetto contro lo spreco di acqua e cibo Una buona occasione.
Pianeta azzurro, il progetto speciale dell’Istituto per l’ambiente e l’educazione dedicato all’acqua in tutte le sue forme, è il promotore dell’iniziativa in calendario il 15 dicembre 2016 (Casa dell’ambiente, corso Moncalieri 18, Torino, ore 18,30), che vedrà anche spettacolare documentario del famoso fotografo e regista Yann Arthus Bertrand la proiezione di “La sete del mondo”, una raccolta di immagini e di interviste che tocca oltre 20 paesi nel mondo per testimoniare le problematiche legate all’acqua.

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Orti urbani su Instagram: il grande successo di una piccola iniziativa

Il concorso fotografico #fORTOgrafiamo, conclusosi alla fine del mese scorso, ha messo in luce una volta di più la grande popolarità di cui gli orti urbani godono in tutta Italia.

Sono quasi 250 le foto che gli utenti, tramite l’hashtag #fortografiamo, hanno messo in gara su Instagram: molte di queste, oltre ad aver ricevuto numerosi voti, si sono rivelate di grande qualità e ci hanno anche permesso di scoprire storie di solidarietà, sviluppo ed ecosostenibilità.

Un riscontro che ha positivamente sorpreso tutto lo staff di Educazione Sostenibile e che ha portato alla decisione di riconoscere quattro nuove categorie tematiche con altrettanti nuovi vincitori.

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Babbo Natale contro il cambiamento climatico

Disegnatori in campo per l’ambiente. Una storia di Babbo Natale per un Natale più verde

 

Un gruppo di disegnatori si è mobilitato per contribuire con storie a fumetti a rendere comprensibili gli obiettivi di sviluppo sostenibile del millennio, dando vita all’iniziativa Comics uniting nations.
L’obiettivo 13, ad esempio (impegnarsi contro il riscaldamento globale) è al centro di una storia scritta da Felix Dodds e Michael Strauss, con l’aiuto di John Charles e altri artisti.
Resosi conto che le cose sono messe male in tutto il mondo (desertificazione, fame, inquinamento, consumo di combustibili fossili, emissioni,…), Santa Claus riparte per donare come regalo natalizio buone soluzioni ai problemi del pianeta.
 
 
 

L’uomo è il suo ambiente

Cineforum/La condizione dei “deboli” che cercano un riscatto. Riflessioni sul film “Un uomo qualunque”: Bob Maconel, è un anonimo impiegato che annaspa fra mansioni insulse assegnate da superiori cinici e prepotenti
 
Serena Muda
 
L’essere umano, soprattutto nella società attuale, affronta l’ esistenza circondandosi di suoi simili, e per viversi come parte attiva del mondo avvalora il bisogno di sentirsi accettato e stimato, condizione favorevole per consentirgli di sfruttare al meglio le proprie caratteristiche individuali, rendendolo produttivo e parte dinamica non solo del suo ambiente lavorativo, ma anche della realtà che lo circonda su più fronti. In un immaginario ideale ogni uomo dovrebbe poter esprimere se stesso tenendo conto delle proprie peculiarità, e aver sviluppato i mezzi necessari per far fronte ai conflitti di vario genere che la vita offre sia all’interno del nucleo familiare che in quello del gruppo dei coetanei. I fatti concreti dimostrano come in verità, per motivi di varia natura, i soggetti che si sentono completamente realizzati siano una netta minoranza, rispetto a coloro che vivono l’esistenza in modo disincantato e passivo, con conseguenze negative verso se stessi e gli altri .
 
La solitudine in una società consumistica
 
La pellicola scritta e prodotta da Frank Cappello del 2007 sembra occuparsi di uno dei problemi che affligge l’uomo nell’era moderna: la solitudine unita alla frustrazione di non avere un ruolo determinato e determinante a cui far riferimento. In una società consumistica e votata almeno in parte al progresso come quella attuale, capace di offrire molte più risorse rispetto al passato, chi si dimostra poco competitivo rischia di perdere la propria essenza in quanto le troppe possibilità hanno su di esso la funzione di confondergli le idee anziché stimolarne la creatività.  

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Donne in prima linea

A Palazzo Madama di Torino (fino al 16 gennaio 2017) reportage fotografici e video-interviste sui paesi in guerra. Foto e reportage opera di donne in prima linea
Tiziana C. Carena

 

Le immagini sono molto dure e le evochiamo attraverso alcuni esempi: una coppia che cammina sulle ceneri della propria abitazione (Sudan 2012-2013, foto di Camille Lepage, Francia), bambini in strada ad Aleppo allarmati dall’avvicinarsi di aerei (Siria 2013-2015, foto di Shelly Kittieson), richiedenti asilo in un campo profughi in Atene (Grecia 2016, fotografia di Jodi Hilton), due bambine in un campo profughi al confine turco-siriano ove 200.000 persone, fuggite da Daeth hanno trovato un rifugio (fotografia di Laurence Geal), quartiere Shijayeh della striscia di Gaza, distrutto dagli attacchi israeliani (foto di Maysun, una documentarista di origine ispano-palestinese). Kurdistan iraniano-iracheno; Siria, Egitto, Palestina, Ucraina, Repubblica Centro-africana, Turchia, Libano, Iraq del Nord, dal 2012 ad oggi luoghi di paura.

La foto restituisce l’immediatezza della distruzione, del dolore successivo alla distruzione, la realtà della guerra, di quella prassi umana che è rivolta a “mettere il nemico in condizione di doversi arrendere”, come scriveva nella prima metà del XIX secolo Carl von Clausewitz. Rispetto a questo obiettivo, non c’è diritto, senso di umanità che possa resistere e lo stesso intervento dei medici per curare i feriti deve avvenire in condizioni proibitive, come mostra la foto di un combattente filo-russo ferito in Ucraina, nel 2014. La guerra è la rottura di ogni legalità, l’interruzione delle relazioni diplomatiche tra i paesi in lotta o la loro traduzione nella “voce delle armi”, l’apertura di un hobbesiano “stato di natura”. Le organizzazioni umanitarie costituiscono una quasi irreale dimensione in cui il conflitto tace e le vite, anziché essere estinte, vengono salvate, in una logica antitetica a quella della guerra.  
08  MONIQUE Jaques DRCongo 2Monique Jaques (USA) – Repubblica Democratica del Congo, 2014
Virunga è il più antico parco nazionale dell’Africa e ospita oltre 200 degli 800 gorilla di montagna rimanenti al mondo. Da vent’anni è al centro di una guerra tra milizie armate, che pretendono di sfruttare le risorse naturali del Parco, e i Rangers che difendono con coraggio il territorio. Oggi 14 donne lavorano come ranger, addestrate militarmente allo stesso modo dei colleghi maschi per svolgere un lavoro estremamente pericoloso, che ha già visto la morte di oltre 150 guardaparco. 

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