Giugno: un mese intenso…di giornate importanti per l’ambiente! (di S. Moretto)

Giugno è da sempre un mese ricco di impegni…infatti si arriva dalla Giornata Mondiale della Terra, il 22 maggio, e dalla Giornata Europea dei Parchi, il 24 maggio…direttamente alle giornate dell’Ambiente e degli Oceani, rispettivamente il 5 ed l’8 Giugno, per finire al 17 Giugno, con la giornata per la lotta alla desertificazione e alla siccità.
Gli appuntamenti sono tanti e spesso rischiamo di inseguirli senza realmente comprenderli oppure ancora peggio di ignorarli totalmente…ma allora sono giusti o sbagliati?
Per esempio, se prendiamo l’ultima in ordine di calendario, il 17 giugno si celebra la giornata mondiale contro la siccità e la desertificazione, istituita dall’ONU nel 1994 e largamente supportata dall’UNESCO nelle sue azioni di sensibilizzazione e promozione della salvaguardia del patrimonio naturale. Oltre il 40% delle terre emerse del pianeta è minacciato dalla desertificazione. Ogni anno 12 milioni di ettari di terra fertile, fondamentale anche per sfamare una popolazione che rapidamente oltrepasserà i 9 miliardi di esseri umani, viene trasformata in deserto.
La pressione umana sulla ricchezza dei suoli del pianeta è la causa principale del fenomeno della desertificazione ed è quindi direttamente connesso alla devastazione degli habitat naturali (come le foreste) che proteggono i nostri suoli, alla pessima gestione dei suoli stessi, alla modificazione dei cicli idrici e naturalmente ai cambiamenti climatici. Si stima che entro il 2030 la scarsità d’acqua obbligherà 700 milioni di persone a migrare.
La competizione e l’uso delle risorse naturali, come l’acqua, provocano il 40% dei conflitti umani, come segnala l’Unep, in un documento del Wwf.
Infatti la deforestazione e la distruzione degli ecosistemi hanno un impatto negativo sulle condizioni di sicurezza, di benessere e di salute delle comunità locali, favorendo quindi il fenomeno delle migrazioni. Oltre il 70% dell’uso umano dell’acqua è usato per l’irrigazione dell’agricoltura, acqua quindi sottratta ai laghi, fiumi e falde acquifere; inoltre si è valutato che la domanda di cibo crescerà fino ad arrivare ad un incremento di domanda di acqua del 55% entro il 2050. Anche se la Terra è un pianeta ricco di acque, solamente l’1% è acqua dolce e quindi utilizzata dall’uomo, distribuita tra laghi, falde, sorgenti e fiumi. Molti grandi serbatoi di acqua affondano le radici in grandi ecosistemi forestali come la foresta amazzonica, che con i suoi 100.000 km di corsi d’acqua custodisce e rigenera quasi il 20% dell’acqua dolce che si riversa nei nostri mari.

Per informazioni: www.wwf.it

“Io non spreco”: fare i conti con l’acqua (di Riccardo Rossella)

Green Week 2016, spunti di riflessione sull’acqua. All’interno dell’evento dedicato alla sostenibilità ambientale ha trovato spazio il tema delle risorse idriche. Pur non mancando qualche dato positivo, gli scenari previsti per il futuro dovrebbero indurre all’attuazione di politiche di gestione lungimiranti e di modelli di utilizzo più virtuosi.

Riccardo Rossella

Dall’1 al 6 marzo 2016 il Nord-Est italiano è stato teatro dell’appuntamento con la Green Week, una settimana di eventi ed incontri incentrati sui temi della green economy e della sostenibilità. L’evento, giunto alla sua quinta edizione, è stato caratterizzato da un ricco programma, suddiviso in due parti distinte. Durante i primi tre giorni, per mezzo di un apposito progetto a loro dedicato, un folto gruppo di studenti di tutta Italia ha avuto modo di visitare alcune imprese del territorio veneto che hanno saputo contraddistinguersi per l’attenzione all’ambiente attraverso idee e tecnologie innovative. Nel fine settimana dal 4 al 6 marzo la Green Week è invece proseguita a Trento con il festival “Io non spreco”, una tre giorni di conferenze e dibattiti che hanno spaziato dal clima all’economia circolare, dall’energia allo spreco alimentare, dalla mobilità sostenibile all’acqua.
 
Acqua: un problema che ci tocca più da vicino di quanto si creda
 
Spunti interessanti su quest’ultimo tema sono giunti non solo dalla lectio magistralis di Jan Olof Lundqvist, senior scientific advisor dello Stockholm International Water Institute, ma anche dall’incontro “Fare i conti con l’acqua: scenari possibili in un mondo con meno risorse”.

Il confronto tra relatori diversi tra loro per formazione ma accomunati da un’uguale esperienza e passione nell’ambito delle risorse idriche ha permesso infatti di evidenziare alcuni punti centrali delle sfide che ci attendono in futuro in merito alla fruibilità e gestione dell’oro blu, tanto a livello globale quanto locale. Un focus su quest’ ultima scala è stato portato dal professor Riccardo Rigon, docente di Idrologia preso l’Università di Trento, che ha sottolineato come i problemi legati all’utilizzo dell’acqua non riguardano solo regioni geografiche distanti, ma al contrario è più vicino a noi di quanto si potrebbe pensare in prima battuta: un esempio viene dalla gestione del fiume Adige, il quale, complice una minore regolarità nella portata legata agli effetti dei cambiamenti climatici e un sempre maggiore sfruttamento per molteplici usi, potrebbe in futuro essere causa di conflitto tra gli utilizzatori a monte del Trentino-Alto Adige e quelli situati più in prossimità della foce in Veneto.

Una risorsa distribuita in modo disomogeneo

 
Allargando la panoramica a livello mondiale, il professor Rigon ha proseguito sottolineando come il vero problema non risieda nella scarsità d’acqua in termini assoluti – attualmente i consumi globali, tanto per uso domestico che per uso agricolo ed industriale, sono di gran lunga minori rispetto alle riserve di acqua dolce disponibile sul pianeta – quanto piuttosto nella distribuzione disomogenea della risorsa. Un altro fattore di criticità è rappresentato dall’accesso all’acqua, come illustrato da Gabriella Chiellino, fondatrice e presidente del gruppo eAmbiente: nonostante i rilevanti progressi compiuti negli ultimi 25 anni, si stima infatti che circa 750 milioni di persone nel mondo non possono ancora fare affidamento su fonti di acqua potabile sicura e pulita, mentre 2,5 miliardi di persone non hanno accesso ai servizi igienico-sanitari di base.1 Tali dati rivelano dunque un quadro che continua a destare preoccupazione, e pongono in risalto la necessità di interventi rapidi ed efficaci negli anni a venire se si vorrà raggiungere il target fissato dai nuovi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, che ambiscono a portare a zero il numero di persone che quotidianamente si trovano ad affrontare i problemi sopracitati entro il 2030.

1) Dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) riferiti al 2014.

 

L’albero dell’acqua e l’idrocentrismo…(di S. Moretto)

…e ci siamo nuovamente, come ogni anno, siamo di nuovo arrivati alla Giornata Mondiale dell’Acqua…quindi siamo tutti più buoni…
Nel 1992 le Nazioni Unite l’hanno istituita, si celebra ogni 22 marzo ed ogni volta su un tema di particolare attualità.
L’edizione 2016 ci invita a fare una riflessione sul rapporto tra creazione di nuovi posti di lavoro e la risorsa idrica.
Che l’acqua sia fondamentale in ogni aspetto della vita umana è ovvio, ma non è altrettanto evidente che un posto di lavoro su due è vincolato alla disponibilità dell’acqua. Ci sono centinaia di litri di acqua virtuale in ogni oggetto della vita quotidiana.
Alok Jha, giornalista scientifico, ha provato a mettere in fila gli innumerevoli volti del liquido più essenziale per la vita. Ne è uscito proprio in questi giorni “Il libro dell’acqua. La storia straordinaria della più ordinaria delle sostanze”.
Proprio nell’ultimo capitolo nascono domande come “quali alternative all’uso dell’acqua nella vita”…ed è proprio a questo punto che scopriamo di avere una visione idrocentrica della nostra vita, per esempio alcuni scienziati della Nasa, e non solo, cercano di immaginare forme di vita non dipendenti dall’acqua…
Infatti la maggior parte dell’universo non si trova alle temperature proprie della Terra che rendono l’acqua biologicamente utile, si parla piuttosto di variazioni tra lo zero assoluto e miliardi di gradi, con pressioni diverse…sarebbe quindi immaginabile che per esempio l’ammoniaca, e non solo, svolga un ruolo simile a quello dell’acqua…
In questo contesto, nascono comunque start-up che si ispirano all’acqua e che cercano soluzioni semplici ed economiche per renderla disponibile alla popolazione della Terra…
Un esempio è il Warka Water, un albero che toglie la sete.
Un albero per modo di dire, ma che comunque produce acqua.
All’inizio del 2015 in Etiopia, regione del mondo in cui la siccità è molto diffusa e dove la grave crisi alimentare andrà a toccare nel 2016, secondo un rapporto Onu, oltre 10 milioni di uomini, donne e bambini, è stato messo in opera questo progetto che ha già prodotto oltre 29.000 litri d’acqua e tolto la sete a 30.000 persone.
Alto 10 metri, pesante solamente 60 kg, ecosostenibile, costruito con materiali ecologici e facilmente reperibili come nylon e giunchi, Warka Water si basa sul principio della condensazione dell’aria, sfruttando l’escursione termica giorno-notte che in Africa è molto accentuata. La struttura cattura infatti rugiada, nebbia e minuscole particelle di umidità, trasformandole in acqua potabile. Il primo prototipo (italiano), sfruttando l’umidità dell’atmosfera, è in grado di produrre fino a 100 litri d’acqua al giorno, facile da costruire e con un costo di appena 500 dollari…Immaginate il potenziale?
Per informazioni: http://www.warkawater.org/

 

La Giornata Mondiale delle Zone Umide (di S. Moretto)

Dopo aver chiuso un 2015 nella speranza tra Expo, Enciclica e Cop21…cerchiamo di iniziare al meglio questo nuovo anno che comincia!
Ci eravamo lasciati con…le richieste di riduzione delle emissioni globali e interventi contro l’aumento della temperatura terrestre…Direi che abbiamo assistito ad un Dicembre caldissimo e secco, se ci serviva ancora una dimostrazione in tal senso…
Molti gli interventi e le proposte, per esempio: #ourstolose

La petizione lanciata da YouTube (“È nelle nostre mani”).

Una campagna e un video per appellarsi ai leader mondiali in vista della COP21 che appunto si è svolta a Parigi:

{youtube}UgOV1dYdYVk{/youtube}

Ma i mesi passano ed ormai siamo a gennaio, il 2 febbraio si celebra la “giornata mondiale delle zone umide“, ricorrenza della data di sottoscrizione della Convenzione di Ramsar (2 febbraio 1971) che ha sancito la tutela, a livello mondiale, di queste aree particolarmente importanti per la conservazione della biodiversità sul Pianeta e per le specie migratorie. A metterle in pericolo è la forte pressione antropica, con le diverse attività economiche come la pesca, il turismo e l’agricoltura.
Sono numerosi gli eventi che si verificano ogni anno in torbiere e paludi, acquitrini e bacini artificiali o naturali per sensibilizzare l’opinione pubblica sul valore delle zone umide e sulla loro fragilità. Sono gli ecosistemi più a rischio del Pianeta, per esempio sulla Terra, nell’ultimo secolo, sono scomparsi il 64% delle zone umide e quelle che restano sono sotto “stress” per i cambiamenti climatici e l’inquinamento.
L’importanza di queste aree, soprattutto come habitat degli uccelli acquatici, è stata sancita il 2 febbraio 1971 con la Convenzione di Ramsar, in Iran, da un gruppo di paesi, istituzioni scientifiche e organizzazioni internazionali. La Convenzione è passata alla storia come primo vero trattato intergovernativo sulla conservazione e la gestione degli ecosistemi naturali. La Giornata mondiale, invece, è stata istituita nel 1997, e quest’anno è dedicata al rapporto con l’agricoltura.
In passato, infatti, le zone umide sono state viste come ostacolo all’uso agricolo del territorio, mentre ora è opinione sempre più diffusa che queste due realtà possano non solo convivere, ma anche integrarsi in un sistema virtuoso che contribuisce allo sviluppo corretto dell’agricoltura e insieme all’idonea fruizione di aree ricche di biodiversità.

Buon 2016!!!

Per ulteriori informazioni:

http://medwet.org/fr/

https://vimeo.com/129454132

Acqua, verso una rete tematica mondiale (di S. Moretto)

Dopo Marrakech e Bergamo, nuovo incontro a Göteborg, seguito poi da Barcellona.

Già nel Settimo Congresso mondiale di educazione ambientale tenutosi a Marrakech (dal 9 al 14 giugno 2013), che aveva accolto circa 105 paesi e oltre 2.600 partecipanti, era nato Water WEEC, una rete di persone e associazioni impegnate a lavorare insieme al fine di diffondere strumenti e buone pratiche legate alla risorsa “acqua”.
Nel corso di questi dodici anni di congressi gli appuntamenti WEEC sono stati un spazio fondamentale di interazione dove sollevare domande e condividere esperienze in quello che noi chiamiamo “consciousness and knowledge in progress”.
In questo contesto così stimolante e fertile, Pianeta Azzurro ha deciso di istituire un incontro internazionale cadenzato per porre l’attenzione su questioni essenziali afferenti alla risorsa “acqua”: una tavola rotonda sempre aperta, ideata per tutti coloro che vogliono avere voce in capitolo, condividere idee e creare nuove sinergie in un’atmosfera familiare, accogliente ed amichevole.
Alla luce dell’interesse registrato durante i congressi, abbiamo ritenuto opportuno rilanciare la stessa iniziativa a un livello più locale, in occasione delle seconde Giornate Paneuropee di educazione ambientale tenutesi a Bergamo (dal 25 al 26 settembre 2014); in quell’occasione il titolo del workshop internazionale è stato Reti ed esperienze di Educazione ambientale marina e fluviale in Europa.
Il terzo incontro internazionale ha avuto luogo il 30 giugno 2015 durante l’VIII Congresso Mondiale tenutosi nella vivace città di Göteborg, Svezia. Il side event è stato un momento importante per affrontare temi quali la pesca sostenibile, l’educazione ai rifiuti marini e le specie invasive.
Sono intervenuti a questo proposito, Elena Pagliarino del CNR, Carolina Parra dell’Università del Costa Rica, San Jose, Sara Sozzo Sbarsi, dottoranda dell’Università di Torino.
Grazie alla competenza dei relatori e l’atteggiamento propositivo del pubblico, l’evento è stato, ancora una volta, un momento di scambio riuscito e importante, che conferma e motiva ulteriormente il nostro slancio e interesse.
Siamo quindi lieti di aver offerto uno spazio di interazione e di dibattito dove coloro che sono appassionati, come noi, di acqua sono accolti calorosamente.
Gli incontri sono poi proseguiti con l’appuntamento fissato a Barcellona (1 e 2 ottobre 2015) alle Terze Giornate paneuropee.

Per contatti:
water@environmental-education.org

Stefano Moretto

La biglia blu…e l’oro blu…il 2015, un anno da ricordare…

(di Stefano Moretto)

Nel 1972, a una distanza di circa 45 mila chilometri, l’equipaggio dell’Apollo 17 fotografò la terra interamente illuminata dal sole. Da quel punto di vista il pianeta assomigliava ad una biglia blu e venne soprannominato “Blue Marble”: marmo blu.
Questa tinta è il frutto della maggioranza dell’elemento acqua sulla superficie del globo, più di due terzi della superficie terrestre sono ricoperti dall’acqua. 
L’acqua è una risorsa preziosa, esauribile, poco disponibile e la sua distribuzione planetaria non è equamete distribuita.
Il 97% dell’acqua è salata, soltanto il 3% è dolce, di cui solo 1/3 può essere utilizzato dall’uomo, poiché, gli altri 2/3 sono trattenuti nei ghiacciai e nelle nevi permanenti.
Infine, questo 1% non è rappresentato dalla sola acqua di superficie: contribuiscono a formare l’intero quantitativo sia l’acqua dispersa nell’atmosfera sia quella delle falde idriche.
L’acqua è una risorsa limitata, fonte di vita e alla base di ogni attività antropica, dal bere al lavarsi, indispensabile per coltivare la terra e per produrre gran parte del cibo necessario al sostentamento.
Nonostante l’acqua sia una risorsa così preziosa, la sua presenza e disponibilità viene spesso data per scontata. Consumata e inquinata senza troppi riguardi.
Questo, tra gli altri, è stato uno dei temi fondamentali dei mesi di EXPO 2015, tenutosi a Milano, ma non solo.
Infatti il “lascito” dell’Expo, secondo il nostro capo dello Stato “sta nell’aver cercato di definire il cibo e l’alimentazione come lingua comune dei popoli. Lingua comune non vuol dire omologazione. Al contrario. E’ espressione di dialogo  e di valorizzazione delle biodiversità, manifesta conoscenza e rispetto delle culture e delle loro radici, è scoperta di valori e interessi convergenti in nome dell’uomo. Rappresenta l’antidoto alla nuova Babele e alle esclusioni che la società globale può generare se non viene governata”.
Inoltre La Carta di Milano, ha sostenuto poi il presidente, “è un documento di grande rilievo, che ha affermato il diritto al cibo e all’acqua come parte essenziale di un più ampio diritto alla vita, e dal quale d’ora in avanti non si potrà prescindere nel valutare l’applicazione di diritti umani universali”.
Lo stesso Papa Francesco, tra maggio e giugno 2015, nell’enciclica “Laudato si” parla di saldare il debito sociale coi Paesi più poveri del mondo, voltare pagina sul clima con atti concreti per salvare il pianeta che è poi la “casa dell’uomo”. Infatti i cinque elementi principali dell’Enciclica sono: Terra, Clima, Acqua, Mercato, Tecnologia. In particolare rilancia il concetto di acqua come bene comune e insiste sulla realtà del mondo in cui c’è chi l’acqua non ce l’ha e chi la privatizza. Ci sono milioni di persone che non hanno accesso all’acqua, ricorda Bergoglio, e questo provoca malattie per la mancanza di igiene. L’altra faccia della medaglia è quella di “luoghi in cui avanza la tendenza a privatizzare questa risorsa scarsa, trasformata in merce soggetta alle leggi del mercato”. 
Infine il 30 Novembre a Parigi si è tenuta la Conferenza delle Nazioni Unite sul clima (Cop21) e uno degli argomenti chiave delle negoziazioni è stata la cosiddetta climate finance (cioè tutti gli investimenti e le operazioni finanziarie disegnate per contribuire alla stabilizzazione e alla riduzione delle emissioni di gas serra, ridurre la vulnerabilità ai cambiamenti climatici e migliorare l’adattamento e la resilienza a essi).
“All’ordine del giorno c’è il destino dell’umanità”, ha esordito il padrone di casa, il presidente francese François Hollande. “L’obiettivo di questa conferenza è la pace, visto che corriamo il rischio di nuove guerre per l’accesso all’acqua”.
Dopo due settimane di negoziati il nuovo accordo sul clima è stato firmato dai rappresentanti dei diversi paesi presenti alla Cop21.
“Questo, se voi vorrete, sarà il primo accordo universale sul clima”, ha ribadito il presidente francese Francois Hollande. “Non capita spesso nella vita di avere l’opportunità di cambiare il mondo, voi oggi avete quest’opportunità”.
L’accordo prevede un obiettivo davvero molto ambizioso: contenere l’aumento della temperatura globale del pianeta ben al di sotto dei 2°C, perseguendo idealmente il goal di +1,5°C. 

La sfida per la salvezza di tutti noi è iniziata, tu cosa farai?

Insieme possiamo proteggere l’oceano

(di Stefano Moretto)
La Giornata mondiale degli Oceani istituita dall’Onu l’8 giugno 1992 al vertice sull’ambiente di Rio de Janeiro, oltre a celebrare la bellezza e la ricchezza di mari e oceani, ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sull’importanza della loro salvaguardia, considerando la loro importanza per la nostra sopravvivenza. In Europa il 60 per cento delle risorse ittiche analizzate è sovrasfruttato e nel Mediterraneo e nel Mar Nero la situazione è ancora più allarmante. Promuovere, per esempio, azioni per sostenere la pesca artigianale che impiega attrezzi a basso impatto ambientale e riduce al minimo gli scarti, può aiutare il rispetto e la salvaguardia dei nostri mari.

Insieme possiamo proteggere l’oceano“; questo sarà lo slogan di quest’anno per le celebrazioni dell’8 giugno.

Leggi tutto “Insieme possiamo proteggere l’oceano”

World Water Day

L’acqua, elemento sinonimo di vita e di sviluppo sostenibile.
Nel mondo circa 748 milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile.
Inoltre 2,8 miliardi di persone vivono in aree a forte stress idrico, 2,5 miliardi di essere umani, di cui quasi un miliardo sono bambini, sono senza servizi igienici, anche di base. Se si calcola che nel 2050 l’agricoltura dovrà produrre il 60% di cibo in più, e il 100% nei paesi in via di sviluppo, a fronte di un consumo di acqua per le colture pari al 70% del totale al mondo, è chiaro che il consumo d’acqua è fondamentale.Sempre secondo l’Onu entro il 2035 il consumo mondiale di energia aumenterà del 35% per cento, il che farà incrementare l’impiego di acqua dell’85%. Inoltre sempre entro il 2050 oltre 2 miliardi di persone nel mondo non avranno la fornitura di acqua ed energia. La domanda di acqua supererà di ben il 44% l’offerta e ancora peggio andrà all’energia: per quella data, quando la popolazione mondiale dovrebbe raggiungere quota 9 miliardi, solo una persona su due potrà usufruirne. Questo quadro è aggravato dai cambiamenti climatici, che aggiungono incertezza per la straordinaria variabilità delle precipitazioni, per le inondazioni più frequenti, per i periodi di siccità più intensi. Anche i sistemi energetici stanno diventando vulnerabili all’impatto dei cambiamenti climatici. 
La Giornata Mondiale dell’Acqua, istituita dall’ONU nel 1992, nelle direttive dell’agenda 21 e risultato della conferenza di Rio, si festeggia ogni anno il 22 marzo.
Questa giornata determinò, nel 2005, l’inizio di una seconda decade internazionale delle Nazioni Unite dedicata all’azione per l’acqua, occasione quindi utilizzata come momento per sensibilizzare l’attenzione del pubblico sulla critica questione dell’acqua nella nostra era, con un occhio di riguardo all’accesso all’acqua dolce e alla sostenibilità degli habitat acquatici. Ogni tre anni, a partire dal 1997, il World Water Council, organismo non governativo internazionale creato nel 1996 come piattaforma degli organismi internazionali e specialisti nel settore dell’acqua, convoca un World Water Forum per raccogliere i contributi e dibattere intorno agli attuali problemi locali, regionali e globali, problemi che non possono essere risolti senza un accordo quadro con obiettivi e strategie comuni. L’ultimo si è svolto nel 2012 a Marsiglia e vi hanno preso parte oltre 140 delegazioni ministeriali e più di 180 paesi rappresentati, tra cui l’Italia.

Il prossimo incontro è in programma nel 2015 (12-17 Aprile) a   Daegu-Gyeongbuk in Corea del Sud.

http://eng.worldwaterforum7.org/main/

http://www.earthday.it/Acqua

 

Profilo autore: Stefano Moretto, Diver e skipper, lavora e vive in Francia, si occupa di sviluppo ed innovazione di prodotti in campo subacqueo. Coordinatore redazionale e responsabile del progetto “il Pianeta azzurro” e de “La Collana del Faro”. Esperto in Biologia marina, giornalista, si occupa di divulgazione scientifica e coordina progetti di educazione ambientale idrobiologica. Collabora alla realizzazione di progetti sportivi con integrazione sociale di diversamente abili. E’ stato coordinatore territoriale del Piemonte dell’associazione ambientalista Marevivo Divisione Subacquea. Fondatore ed organizzatore di associazioni sportivo-culturali, quali Associazione Bioma, Marine-life, Mondomarino, Aquax, Tritone e Agusta (www.agustaresort.com)

 

 

moretto

La biodiversità delle isole: un tesoro in pericolo

Le isole del nostro pianeta sono un ecosistema unico che oltre a ospitare tantissime specie endemiche animali e vegetali rappresentano l’unica fonte di sostentamento per circa un decimo dell’intera popolazione mondiale.
Per questo motivo la giornata mondiale della biodiversità che si è celebrata nel 2014 era dedicata alle isole, con l’obiettivo di sensibilizzare la consapevolezza sulla necessità di proteggere gli spazi insulari di mari e oceani e la diversità biologica racchiusa in essi dai rischi connessi ai cambiamenti climatici e agli interventi dell’uomo sull’ambiente.
Questa giornata fu indicata dalle Nazioni Unite, per la prima volta, il 29 dicembre 1993, per ragioni logistiche, nel 2000 fu spostata al 22 Maggio di ogni anno. La nuova data non è casuale, infatti, il 22 maggio ricorda il giorno in cui nel 1992 fu adottata a Nairobi la Convenzione sulla diversità biologica, un trattato internazionale, ratificato da 192 Paesi, volto a tutelare ed usufruire di un’equa ripartizione delle risorse energetiche del Pianeta.
Le isole sebbene occupino il 5% della superficie terrestre sono un tesoro mondiale ricco di biodiversità e giocano un ruolo chiave per la conservazione. Proteggono una diversità biologica e culturale che è stata plasmata dall’isolamento e da condizioni ambientali particolari, come si legge in uno studio, pubblicato su PNAS (Proceedings of the National Academy of Science).
Le specie sono molto vulnerabili alla perdita di habitat; all’azione antropica e ai cambiamenti climatici che colpiscono maggiormente gli ecosistemi insulari. L’estinzione più grave dei vertebrati, infatti, si è verificata proprio sulle isole. Attualmente il 39% delle specie è in pericolo. Un altro studio pubblicato sulla rivista scientifica Science avverte sulla mancata protezione delle zone più ricche di diversità biologica, come i Caraibi e il Mediterraneo, dove l’impatto umano è notevole. Il 67% di tutte le specie endemiche del mondo, secondo i ricercatori, sono concentrate nel 17% della superficie terrestre, ma meno di un sesto di quest’area è protetto.
Expo Milano 2015 potrà essere un’occasione per diffondere consapevolezza sull’importanza della biodiversità. Il Tema Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita , sarà declinato con attenzione alle risorse nazionali, ai terreni, agli ecosistemi in chiave sostenibile e rispettosa dell’ambiente. Una delle cinque Aree Tematiche  dell’evento, il Parco della Biodiversità , sarà dedicata proprio alla rappresentazione delle specie e alla diffusione di diverse colture nel mondo attraverso una mostra della storia dell’agricoltura.
Uno dei nove Cluster , denominato Isole Mare e Cibo , è collegato al tema della Giornata del 2014: le isole del Pacifico, quelle dell’Oceano Indiano occidentale e quelle della regione dei Caraibi sono molto vulnerabili a tutti i fattori che possono ridurre le superfici produttive, dai cambiamenti climatici alle inondazioni, dall’erosione costiera agli eventi meteorologici estremi.
Per chi volesse proseguire questo viaggio alla scoperta delle isole, segnalo un catalogo metaforico e dettagliato di isole sperdute nei tempi e negli oceani , il sottotitolo dice: “Cinquanta isole dove non sono mai stata e mai andrò” .
L’autrice Judith Schalansky de “Altante delle isole remote”  (Bompiani, 144 pp., 21€)  descrive ed inventaria ogni isola come fosse un racconto, ne illustra l’immagine e la posizione, ne ripercorre le vicende più struggenti oppure la storia tutt’intera.
Per la maggior parte sono storie di esporatori di terre, di navigatori antichi e di viaggiatori moderni, di avventure disastrose e di amori mai spenti.
Ad affascinare più di tutte, in questo magico “Atlante”, che riesce a dare voce anche alle carte nautiche mute, sono le isole in cui si può arrivare solo naufragando. E sono quelle che più di tutte ricordano la vita.

 

Profilo autore: Stefano Moretto, Diver e skipper, lavora e vive in Francia, si occupa di sviluppo ed innovazione di prodotti in campo subacqueo. Coordinatore redazionale e responsabile del progetto “il Pianeta azzurro” e de “La Collana del Faro”. Esperto in Biologia marina, giornalista, si occupa di divulgazione scientifica e coordina progetti di educazione ambientale idrobiologica. Collabora alla realizzazione di progetti sportivi con integrazione sociale di diversamente abili. E’ stato coordinatore territoriale del Piemonte dell’associazione ambientalista Marevivo Divisione Subacquea. Fondatore ed organizzatore di associazioni sportivo-culturali, quali Associazione Bioma, Marine-life, Mondomarino, Aquax, Tritone e Agusta (www.agustaresort.com)

 

 

Acqua & Europa (di S. Moretto)

In Europa, le acque di superficie, come laghi e fiumi, rappresentano la fonte idrica prioritaria per l’industria, l’energia e l’agricoltura e forniscono l’81 % del totale delle acque dolci estratte. Al contrario, l’approvvigionamento idrico pubblico dipende prioritariamente dalle acque sotterranee perché generalmente sono di migliore qualità.
In tutta Europa, il 44 % dell’acqua estratta viene utilizzato per la produzione di energia, il 24 % per l’agricoltura, il 21 % per l’approvvigionamento idrico pubblico e l’11 % per l’industria. Questi dati se analizzati nel dettaglio evidenziano grosse dovergenze nell’uso settoriale di acqua nell’intero continente. Nell’Europa meridionale, per esempio, l’agricoltura impiega il 60 % dell’acqua estratta e in alcune zone anche l’80 %.
La desalinazione è ormai un’alternativa sempre più frequente alle fonti convenzionali di acqua, specialmente nelle regioni europee che soffrono di stress idrico.
Affinché a livello gestionale si passi dall’aumento dell’offerta alla riduzione al minimo della domanda, occorre avviare diverse politiche e prassi.
Un esempio virtuoso potrebbero essere delle misure di sensibilizzazione della popolazione, quali l’etichettatura ecologica, la certificazione ecologica e i programmi di educazione nelle scuole per un utilizzo sostenibile dell’acqua.
Ma non solo, per esempio devono essere affrontati i problemi rigurdanti le perdite nei sistemi di approvvigionamento idrico; in alcune zone d’Europa, la perdita d’acqua dovuta a questa motivazone può essere maggiore al 40 % della fornitura totale.
L’UN-WWAP (World Water Assessment Programme) è stato istituito dall’Unesco su mandato delle Nazioni Unite nel 2000 e dal 2007 ha sede a Perugia. E’ frutto della collaborazione di 65 soggetti tra agenzie ONU e altre entità appartenenti a UN-Water, fra cui organizzazioni internazionali, associazioni e ONG. Nasce con lo scopo di:

  • informare la comunità internazionale sullo stato e sui problemi, presenti e futuri, delle risorse idriche mondiali;
  • assistere e formare gli stati membri per la valutazione delle loro politiche sulle risorse idriche;
  • dal 2003, elaborare l’United Nations World Water Development Report (WWDR), con l’obiettivo di fornire ai decisori politici, alla società civile e al settore privato gli strumenti e le informazioni per promuovere l’uso sostenibile dell’acqua, anche attraverso un set di dati ed indicatori.

Il 23 Dicembre 2003 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 2005-2015 Decennio Internazionale dell’Acqua “Water for Life”. Il Decennio è stato inaugurato il 22 Marzo 2005 in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua.
L’obiettivo principale del Decennio “Water for Life” è sostenere gli sforzi per realizzare gli impegni internazionali sull’acqua e le questioni relative entro il 2015.
Fra gli impegni più rilevanti, quello di dimezzare il numero di persone senza accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari di base entro il 2015.
Altrettanto importante è l’obiettivo per tutti i Paesi, concordato al Summit di Johannesburg, di porre fine ad uno sfruttamento “non sostenibile” delle risorse idriche e di sviluppare una gestione delle risorse idriche integrata e piani di efficienza idrica.

Manca un anno alla fine del 2015,
poi cosa succederà?
Intanto…non sprechiamolo!

http://www.un.org/waterforlifedecade/

http://www.unesco.org/water/wwap/

Profilo autore: Stefano Moretto, Diver e skipper, lavora e vive in Francia, si occupa di sviluppo ed innovazione di prodotti in campo subacqueo.Coordinatore redazionale e responsabile del progetto “il Pianeta azzurro” e de “La Collana del Faro”. Esperto in Biologia marina, giornalista, si occupa di divulgazione scientifica e coordina progetti di educazione ambientaleidrobiologica. Collabora alla realizzazione di progetti sportivi con integrazione sociale di diversamente abili. E’ stato coordinatore territoriale del Piemonte dell’associazione ambientalista Marevivo Divisione Subacquea. Fondatore ed organizzatore di associazioni sportivo-culturali, quali Associazione Bioma, Marine-life, Mondomarino, Aquax, Tritone eAgusta (www.agustaresort.com)