Musica, gag e divulgazione scientifica

Luca-mercalli e BANDA OSIRIS
A teatro l’economia low carbon con la Banda Osiris e Luca Mercalli
 
di Marco Fratoddi
 
Così bisogna fare. Prendete una formazione tra le più sopraffine del panorama musicale italiano, capace di mescolare virtuosismi esecutivi con una strabiliante capacità di stare in scena. Poi un divulgatore che sappia spiegare in maniera convincente e precisa argomenti che in altre circostanze (pensate alla monotonia, a distanza di qualche anno possiamo dirlo, del pluridecorato An inconvenient truth di Al Gore) si fatica a porgere al pubblico generalista. Risultato? Una pièce che già dal titolo, “Non ci sono più le quattro stagioni”, suggerisce lo spirito ironico ma allo stesso tempo scientificamente ineccepibile con cui mette a tema la questione ambientale per eccellenza, vale a dire il cambiamento climatico. La miscela riesce a Luca Mercalli, climatologo e divulgatore noto anche al pubblico televisivo, insieme al quartetto di fiati (e non solo) dei Banda Osiris, vale a dire Gianluigi e Roberto Carlone, Giancarlo Macrì e Sandro Berti che sperimentano ormai da trentasei anni la via del cabaret sonoro.
   

Lo spettacolo, dopo il debutto della scorsa primavera, è passato al Quirinetta di Roma giusto in coincidenza con il primo anniversario dell’Accordo di Parigi. E proprio il riscaldamento globale rimane al centro di questo lavoro che fornisce con leggerezza gli elementi utili a comprendere l’urgenza di uscire dalle fonti fossili e guardare verso l’economia low carbon. Mercalli commenta, infatti, alcuni quadri di scuola fiamminga (a partire da quelli di Brueghel il Vecchio ma ci sono testimonianze pittoriche legate anche alle nostre latitudini) che scorrono sul grande schermo dimostrando gli effetti della piccola età glaciale calata sull’Europa fra il ‘300 e la rivoluzione industriale per cause del tutto naturali come le ceneri diffuse nell’atmosfera da alcuni vulcani in eruzione ai tropici. Poi però spiega, sulla scorta di grafici e carotaggi, le relazioni fra attività antropiche, incremento della CO2 ed escalation incontrollata della temperatura che porta gli inverni più rigidi di oggi a surclassare quelli più miti del secolo scorso o le medie annuali a battere fatalmente un record dopo l’altro. Mentre il contrappunto dei quattro musicisti, che dialogano con lo scienziato e ne interpretano a modo loro la lezione, arricchisce questo esempio di teatro utile al pianeta ma allo stesso tempo pienamente godibile sul piano artistico: fra gag che evocano i fratelli Marx, provocazioni concettuali e un’antologia che congiunge Vivaldi a Lucio Dalla.
 
Alla fine c’è anche spazio anche per indicare al pubblico una pratica concreta, vale a dire la produzione agricola fai da te che Mercalli racconta attraverso il suo ultimo libro (“Il mio orto fra cielo e terra”, edito da Aboca che sostiene lo spettacolo, vedi qui la tournee): un invito a ricongiungersi con la Terra, fra nuovi modelli energetici e riutilizzo della materia, che anche eventi di comunicazione innovativa come questo possono aiutarci a seminare nella società contemporanea.

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