La storia è un romanzo. O no?

Dibattito il 22 ottobre alla Libreria Feltrinelli di Torino
 
Il romanzo di Eugenio Bartolini L’Ordine del Tempio Moderno sbarca a Torino. La presentazione giovedì 22 ottobre alle 18 nella prestigiosa e centralissima libreria “La Feltrinelli Libri e Musica” di piazza CLN 251. A intervistare l’autore Mario Salomone, direttore di .Eco e presidente della Federazione Italiana Media Ambientali (FIMA).

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Ricche di natura, povere di servizi: il welfare nelle aree fragili

Aperto l’invito a presentare proposte per il tradizionale appuntamento annuale a Rovigo sulle “aree fragili”. Il convegno del 2016 (18 e 19 marzo) è dedicato agli squilibri del welfare.
I contributi scientifici saranno pubblicati su Culture della sostenibilità.
 
Si terrà il 18-19 marzo 2016 a Rovigo l’XI convegno sulle comunità di pratiche nelle “aree fragili”.

Promotori: Università di Trieste, Università di Pisa e Fondazione Culturale del Gruppo Banca Popolare Etica. Il Comitato scientifico è formato da Filippo Barbera-Università di Torino, Bettina Bock-Wageningen University, Francesco Di Iacovo-Università di Pisa, Xavier Esparcia-Universitat de València, Sabrina Lucatelli-Comitato Nazionale Aree Interne, Emmanuele Pavolini-Università di Macerata, Sarah Skerrat-Scotland’s Rural College.

Obiettivo del convegno: nella tradizione dei convegni di Rovigo, mettere in luce nuove analisi e buone pratiche per il benessere delle aree rurali che risultano fragili sotto il profilo sociale, politico e ambientale.

Tema specifico: le politiche e le pratiche di welfare per aree rurali nelle quali la popolazione risulta rarefatta, anziana, meno istruita. In altre parole, si guarderà ai servizi alla persona (scuola, assistenza sociale, sanità), ai servizi strumentali (acqua, energia, internet), nonché ai servizi paracommerciali (negozi, poste, farmacie). La prospettiva è pur sempre integrata, essendo ad esempio il trasporto pubblico e privato nonché le vie di comunicazione fattori determinanti per l’accesso a servizi non ubicati nelle località disagiate.
Struttura del convegno: come negli anni passati, è articolato in tre parti: un keynote speaker su invito, sessioni di lavoro in base ad un call for cases, una tavola rotonda finale con rappresentanti istituzionali.

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Clima e giustizia sociale

Giustizia ambientale e cambiamenti climatici: un convegno ricorda che l’impatto più grave ricade sui più deboli e i più poveri del mondo

Pier Luigi Cavalchini

«La conferenza internazionale di Parigi del prossimo dicembre sarà un passaggio delicato per raggiungere un accordo internazionale necessario per affrontare la crisi climatica. Questa crisi colpisce tutti ma ha effetti ben più gravi per quanti sono più vulnerabili e più esposti: i più deboli e i più poveri in tutto il mondo». Questo l’incipit al meeting internazionale “Giustizia ambientale e cambiamenti climatici” che si è tenuto all’Istituto Patristico Augustinianum di Roma nei giorni 10 e 11 settembre 2015. Le parole virgolettate sono tratte direttamente dalla relazione di Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile – e già Ministro dell’Ambiente con il primo Governo Prodi. Un intervento appassionato, il suo, pieno di dati e di “segnalazioni di pericolo” che, sostanzialmente auspica un cambiamento di atteggiamento dei singoli nei loro approcci quotidiani anche alle più piccole cose. Chiarificatrice la sua citazione della recente enciclica di Papa Francesco, di cui va a riprendere la critica all'”uomo dominatore, consumatore, e sfruttatore”. Anzi, citando l’originale (“Laudato sì…”): «[…] senza questa apertura allo stupore e alla meraviglia, se non parliamo più il linguaggio della fraternità e della bellezza nella nostra relazione con il mondo, i nostri atteggiamenti saranno quelli del dominatore, del consumatore o del mero sfruttatore delle risorse naturali, incapace di porre un limite ai suoi interessi immediati.». 

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Poesia, natura e tecnologia

 Caffè filosofico N. 3 – Arte ed estetica in Marx

di Tiziana Carena

Continua la rubrica di Tiziana Carena dedicata alla filosofia, con un occhio particolare all’idea di natura, al principio di responsabilità e in genere a quanto nella filosofia ci può essere di aiuto nel (difficile) cammino verso la sostenibilità. La prima puntata è stata dedicata a Fichte e al “soggetto trascendentale” o “spirito” come principio assoluto della realtà. La seconda al romanticismo tedesco.

Questa terza riflessione introduce alle letture dei classici. Assaporiamone il gusto, l’atmosfera: l’ambiente sociale stimola le forme della fantasia artistica e l’arte è inevitabilmente legata all’ambiente sociale; difficile, dunque, determinare la priorità dell’arte o dell’ambiente sociale, posto che l’arte antica riesce ad attrarre noi che apparteniamo a un contesto sociale del tutto diverso. O, ancora, sarebbe surreale pensare che la scapigliatura milanese o i “poeti maledetti” fossero solo influenzati dal loro ambiente sociale (Baudelaire, senza Parigi, non sarebbe un poeta maledetto)……

«Che ne è di Vulcano di fronte a Roberts &Co., di Giove di fronte ai parafulmini, e di Ermes di fronte al Crédit Mobilier?

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Nutrire le città: cibo, cultura, innovazione

A Torino un convegno mondiale dell’ONU e un mese di iniziative. Tra cui, alla Casa dell’ambiente, Think Glocal, attività e incontri per l promozione di stili di vita sostenibili

Le città e i contesti urbani, “incubatori di innovazione e coesione sociale possono dare risposte adeguate ai propri cittadini e ai territori rurali per vincere la sfida dell’alimentazione,  accessibile a tutti, sostenibile per tutti, occasione di crescita e sviluppo.

Dal 25 settembre al 25 ottobre, in occasione dell’esposizione universale EXPO 2015 Milano e in collegamento con il 3° Forum Mondiale Onu sullo Sviluppo Locale, Torino promuove e propone Nutrire le Città, un mese di eventi internazionali e di appuntamenti culturali e artistici offerti alla città e ai visitatori che raggiungeranno Torino in occasione dell’EXPO e del Forum Mondiale Onu.

Dal 10 al 16 ottobre anche Casa dell’Ambiente Nutre la Città

Grazie all’interesse e alla disponibilità delle associazioni che collaborano al progetto Casa dell’Ambiente è stato possibile redigere un ricco programma di iniziative ed interventi volti alla promozione di stili di vita sostenibili. La manifestazione si inserisce all’interno della cornice di “Nutrire le Città – Coltivare il Futuro”, ed è un’occasione per discutere su temi come nutrizione e sviluppo sostenibile, favorendo un dibattito aperto a più livelli.

Vai al programma completo di THINK GLOCAL

Non siamo onniscenti

Martedì 6 ottobre 2015, alle ore 18.00 presso il Circolo dei Lettori, Via Bogino 9, Torino, presentazione del volume Mauro Ceruti, La fine dell’onniscienza: epistemologie della complessità (Studium 2015)

Intervengono: Chiara Simonigh, Docente di Storia del Cinema, Torino, e Federico Vercellone,Docente di Estetica, Torino

La serata fa parte degli appuntamenti culturali del CIM, il Centro Interuniversitario di Ricerca sulla Morfologia “Francesco Moiso”.

La fine dell’onniscienza: epistemologie della complessità

Riconciliare il mondo della tecnica con il mondo della vita, stipulando una nuova alleanza tra uomo e ambiente,è per Mauro Ceruti e per la sua filosofia della complessità la via per emanciparsi dal mito dell’onnipotenza e costruire un’antropologia adatta a un universo plurale, privo di centro, senza confini e libero da ogni artificiosa gerarchia.

L’autore

Mauro Ceruti è tra i padri italiani dell’epistemologia della complessità, una disciplina che – in dialogo tra le scienze naturali e le scienze sociali – pensa la realtà come una rete inestricabile di connessioni e interrelazioni tra l’umano, il naturale e la tecnica.

La via delle spezie via di cultura

Ancora pochi giorni per vedere la interessante mostra al MAO di Torino, che accompagna i cinque sensi. Le spezie da centinaia di anni fanno cultura attraverso i piatti che si gustano in Occidente e in Oriente

Tiziana C. Carena

 

Puoi assaporare il profumo dello zenzero, della cannella, della noce moscata, della curcuma, della vaniglia, del pepe, del peperoncino; puoi vederle, attraverso fotografie particolarmente suggestive, in tutti i loro colori, le loro nuances, i fiori, i tessuti persiano del XIX secolo, il makramè di tappeti che si riappropriano di questi colori speziati dal beige all’arancio, al rosso, i colori della terra e del sole. È un’immersione nel mondo naturale con tutti i cinque sensi.
Spezie non soltanto per uso alimentare, ma anche per il maquillage, come maschere di bellezza (la maschera allo zenzero).
Delle spezie parlano molti scrittori antichi, Plinio il Vecchio, Apicio (autore di un noto manuale di cucina).
 
Dalla storia antica ai mercatini di oggi
 
via delle spezie 1Possiamo vedere i mercatini con tutte le loro forme colorate, nelle ceste o nei sacchi di iuta. A Menton, nel centro storico, la domenica mattina potremmo vedere tutte queste spezie che sfilano come una passerella dei colori della natura; il più famoso è lo zafferano, l’oro tra le spezie, l’oro indiano per eccellenza; possiamo vedere una ragazza che ne raccoglie i meravigliosi fiori viola; i peperoncini rossi stesi a essiccare nel deserto, in Cina; o, ancora, i lucenti gusci di noce moscata ricoperti di macis rosso delle Indie occidentali; i famosi bastoncini neri di vaniglia del Madagascar. A proposito della vaniglia, una spezia ottenuta dal frutto della vaniglia, un’orchidea originaria del Messico: è un fiore che si schiude soltanto una volta l’anno. La vaniglia richiede una lunghissima preparazione. La vaniglia rappresenta l’esempio di spezia a diffusione globale, utilizzata in ambito alimentare e in ambito cosmetico (pensiamo alle varie fragranze per la profumazione). 
Il peperoncino e l’aglio, sono ormai di uso comune tanto nella cucina orientale, quanto nella cucina occidentale (per quest’ultima pensiamo agli spaghetti aglio, olio e peperoncino). Forse non tutti sanno che nell’antichità si diceva che era facile accorgersi dell’arrivo delle legioni romane: il vento portava il loro odore di aglio.
Un cibo speziato è un cibo profumato. Un cibo profumato e anche un piacere per gli occhi: pensiamo al riso al curry.
Le spezie debbono il loro nome al latino medievale species  che significava “droga” nel senso di additivo aromatico. Chi non ricorda, specie in Piemonte le antiche drogherie che, fortunatamente, mantengono la loro tradizione proprio in Piemonte e in Francia (le cui ricette gastronomiche sono simili; pensiamo al vin brulé addizionato di cannella e noce moscata, rimedio antichissimo per le costipazioni).
Insomma un buon percorso di antropologia culturale disponibile per tutti noi in conseguenza dei viaggi di esplorazione, degli scambi commerciali, non meno, (purtroppo) che delle conquiste militari.

Tempesta tedesca, ma di sentimenti

Caffè filosofico N. 2 – Ripensiamo al romanticismo tedesco 
di Tiziana Carena

Continua la rubrica di Tiziana Carena dedicata alla filosofia, con un occhio particolare all’idea di natura, al principio di responsabilità e in genere a quanto nella filosofia ci può essere di aiuto nel (difficile) cammino verso la sostenibilità. La prima puntata è stata dedicata a Fichte e al “soggetto trascendentale” o “spirito” come principio assoluto della realtà

 
Perché parlare, oggi, nel 2015, allo Sturm und drang?
Ripensiamo a Klinger, Goethe, Schiller, Hamann, Schelling. 
Perché ripensare a quel movimento di idee straordinario di estetica del sentimento, di analisi del sublime?
Perché l’estetica è, tra le discipline filosofiche, la più legata all”uomo reale, all’uomo che fantastica oltre a ragionare.
A Torino, presso la locale università, nel corso degli anni Ottanta del secolo passato non possiamo non ricordare il nome del professor Luigi Marino (del Dipartimento di discipline filosofiche; Marino avrebbe certamente meritato una voce nel DBI, proprio per i suoi lavori) che si occupava prevalentemente dell’epoca romantica tedesca e dell’Ottocento tutto, europeo, affiancato dal suo assistente di allora, Panizza, che approfondiva gli studi sulla poesia ingenua e sentimentale di Schiller.
Questi temi, le riflessioni ritornavano continuamente sul mondo greco e i suoi rapporti con la civiltà moderna per recuperane i valori, la loro autenticità. Non a caso Nietzsche con la sua Nascita della tragedia esalta l’autenticità dello spirito greco antico. Ripensare a questi temi, rivedere il senso della vita, risentire il sentimento profondo del rapporto uomo-natura e uomo-infinito.
 
 

 

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1 settembre, giornata mondiale di preghiera per la conversione ecologica

L’ha indetta papa Francesco. La giornata ha un intento ecumenico e riprende una idea del patriarcato ortodosso

di Mario Salomone

 

Papa Francesco ha deciso di istituire anche nella Chiesa Cattolica la “Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato”, che sarà celebrata il 1° settembre, così come già da tempo avviene nella Chiesa Ortodossa. Da dieci anni il 1 settembre era già anche la giornata del creato in Italia.
Il papa rilancia così un impegno che sta caratterizzando il suo pontificato e dà un altro forte segnale dopo l’enciclica Laudato si’.
«L’annuale Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato offrirà ai singoli credenti ed alle comunità la preziosa opportunità di rinnovare la personale adesione alla propria vocazione di custodi del creato, elevando a Dio il ringraziamento per l’opera meravigliosa che Egli ha affidato alla nostra cura, invocando il suo aiuto per la protezione del creato e la sua misericordia per i peccati commessi contro il mondo in cui viviamo» scrive il papa in una lettera ai cardinali Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, e Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.

 

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Milano, Barona: orti che fanno massa critica

Reportage. Angoliditerra, la sfida difficile di Claudio Cristofani

di Andrea Ferrari Trecate

 

Se una persona dovesse farsi un’idea di come può apparire un orto urbano, nel senso più letterale del termine, dovrebbe cominciare la sua ricerca da via Chiodi, in zona Barona, a sud di Milano.
Un palazzone rosso mattone, una strada trafficata e una torretta di Telecom sono i segni forti, evidenti, che i confini di Milano sanno arrivare lontano.
Eppure gli orti “della Barona” sono proprio lì. Lo striscione dell’organizzazione che ne regola e difende l’esistenza spicca sulla recinzione e li presenta per quello che sono: un angolo di terra.
Claudio Cristofani eredita dalla sua famiglia quei terreni anni fa e riesce a immaginarne un futuro più utile di un semplice parco e più ecosostenibile di un nuovo condominio.
I vialetti attraversano gli spazi coltivati, tra verdure e fiori e bracieri per il barbecue.
La gente sorride, felice di avere uno spazio verde ancora prima di sentirsi premiata dall’apparire dei primi germogli. Appare tutto naturale, come se quegli orti fossero sempre stati lì, sorti spontaneamente.
La realtà, invece, è decisamente diversa.

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