Per cambiare il mondo ci vogliono “teste ben fatte”

 
Promuovere l’educazione e la cultura ambientale. Come aiutarla
 
 
È l’educazione, l’educazione in particolare, il presupposto di ogni cambiamento verso una società più ecologica. Ma questo richiede strumenti e maggiori canali di informazione e scambio di esperienze, di “messa in rete” di tutti i soggetti pubblici e non profit, di formazione e sensibilizzazione.
È quello che fa l’Istituto per l’ambiente e l’educazione Scholé Futuro Onlus con spirito di servizio, pubblicando dal 1989 la rivista .ECO e altre testate come Pianeta azzurroPianeta azzurro (sull’acqua) e Culture della sostenibilità e sostenendo le reti di educazione ambientale in Italia e nel mondo. Uno sforzo notevole, grazie a molto volontariato e molti sacrifici.
 

La donazione alla Onlus è un modo per sostenere questo sforzo.

 

Culture della sostenibilitàInoltre ricorda che le donazioni alle Onlus possono essere, a scelta, dedotte o detratte dalla denuncia dei redditi 2016 se fatte entro il 31 dicembre 2015, con bonifico sul conto presso Banca Etica, intestato all’Istituto, IBAN IT87S0501801000000000109352

Alla COP21 anche l’educazione diventa protagonista

Il 4 dicembre un “Thematic Day” su educazione e clima.
Come arrivare (bene) al mondo del 2050, abitato da 10 miliardi di persone?
 
Esce per la COP21 un ampio e molto interessante documento realizzato dal collettivo «Paris-éducation 2015». Si tratta di un manifesto per una educazione alla cittadina planetaria (il richiamo a Edgar Morin non è casuale), dal titolo Pour vivre ensemble à 10 milliards, changeons l’éducation.
Il manifesto è dedicato a Pedro, Chan, Alexey, Faizah, Naoline, Landon, Asma, Florent, ragazzi dei cinque continenti che nel 2050 avranno tra i 35 e i 40 anni e vivranno in un mondo abitato da 10 miliardi di esseri umani e che potrebbe essere sconvolto dall’innalzamento di 4 gradi della temperatura terrestre.
Ma il collettivo, nato nel luglio 2014 ha un altro e grandissimo merito: essersi battuto instancabilmente perché l’educazione entrasse tra le strategie internazionali di lotta al cambiamento climatico e di esserci riuscito. La ministra francese dell’educazione ha infatti promosso una intera giornata di incontri e di eventi il 4 dicembre, invitando i colleghi ministri a una conferenza su educazione e clima.
Al Manifesto ha dato la sua adesione anche la rete mondiale WEEC e il Segretario generale WEEC Mario Salomone (che è tra i firmatari dell’appello) parteciperà alla conferenza su invito del Governo francese.

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Informazione, non ci siamo ancora

Complessivamente deludente la copertura giornalistica della COP21 sul clima
Mario Salomone
 
Le “marce per il clima” di domenica 29 novembre a Roma (20.000 partecipanti) e in molte città italiane, da Torino a Palermo, sono state pressoché ignorate dagli organi di informazione. La prima giornata della COP21 poi ci restituisce l’immagine di due mondi diversi: si va da quotidiani che danno grande risalto al vertice di Parigi sul clima ad altri che parlano di tutt’altro, ignorando completamente la conferenza sulle loro prime pagine.
I due talk show TV del martedì sera non se la cavano meglio.
Come osserva su Facebook Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della Camera, «Nessuna parola Ballarò e DiMartedì, sui mutamenti climatici e sulla conferenza di Parigi? Nemmeno una? Eppure la sfida del clima influenza ed è influenzata dalla geopolitica, dall’economia, dalla tecnologia, dalle guerre, dalle diseguaglianze sociali, come ha detto Papa Francesco. Persino la crisi siriana, come ha affermato recentemente Obama, è stata aggravata da una pesante siccità. Non è questa l’informazione politica che ci aiuta a capire e ad affrontare il futuro».

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A Roma anche giornalisti e comunicatori ambientali in marcia

 
 
Una manifestazione variegata e pacifica, con tante provenienze diverse e un duplice obiettivo: difendere le ragioni del clima e quelle della pace. Anche Fima ha partecipato con un proprio striscione alla marcia che si è svolta il 29 novembre a Roma, fra Campo de’ Fiori e via dei Fori imperiali, in contemporanea alle mobilitazioni convocate in tutto il mondo da Avaaz alla vigilia della Cop21.
Per la prima volta comunicatori e giornalisti impegnati in campo ambientale sono scesi in piazza per dimostrare la propria partecipazione al cambiamento nella direzione della sostenibilità e chiedere più attenzione ai media generalisti verso questi argomenti.
 
 

La Marcia per il clima e la Cop21: occasione unica anche per i giornalisti.

Fima chiede agli organi di stampa che dedichino la giusta attenzione a questo duplice evento e sottopone alla consultazione pubblica la Carta dell’informazione ambientale
 
La COP21 che si apre il 30 novembre a Parigi è uno snodo fondamentale nella definizione delle politiche globali sul clima. E la Marcia che si terrà domenica 29 a Roma, in contemporanea con altre città d’Italia e del mondo, rappresenta un momento di cruciale importanza per riaffermare il no al terrore, il bisogno di pace fra i popoli e far sentire alla politica la giusta pressione dell’opinione pubblica sui cambiamenti climatici.
Per questo la Federazione italiana dei media ambientali (Fima) che raccoglie giornalisti, blogger, operatori del social network e comunicatori d’impresa, invita le testate generaliste locali e nazionali a cogliere questo duplice evento come un’opportunità per avviare in forma continuativa e competente un’opera d’informazione sulle cause, le conseguenze e le soluzioni praticabili sul piano politico, economico, sociale e tecnologico al problema degli sconvolgimenti climatici.

 

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Clima: convegno e appello il Sicilia per la COP21

 
Arriva dalla Sicilia un appello firmato da Aurelio Angelini e altri trenta intellettuali, professori universitari e ricercatori siciliani, in vista della COP21 di Parigi sul cambiamento climatico. “La posta in gioco – scrivono – è la tenuta termodinamica del Pianeta”.
Ne discuteranno alcuni tra i maggiori esperti delle università e dei centri di ricerca siciliani, nel convegno che si terrà a Palermo il 26 e 27 novembre e che precederà le numerose iniziative che si terranno in Sicilia domenica 29 novembre, nell’ambito della mobilitazione globale per contrastare il cambiamento climatico globale.

Leggi il testo integrale dell’appello e i nomi di tutti i firmatari

Sostenibilità socio ambientale e della filiera agroalimentare

Un master all’Università di Torino.
Quota ridotta per chi si iscrive entro il 18 dicembre
 
A Torino, per il terzo anno consecutivo, il Dipartimento di Culture, Politica e Società e il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari nell’ambito delle attività della Cattedra Unesco in Sviluppo Sostenibile e la Gestione del Territorio dell’Università degli Studi di Torino hanno attivato il Master di I livello sulla sostenibilità socio ambientale e della filiera agroalimentare.
Un’opportunità per chi è interessato alla sostenibilità ambientale, economica e sociale del proprio territorio e per chi vorrebbe lavorare nel settore della piccola e media impresa agricola e agroalimentare, nelle associazioni di categoria, in cooperative agricole o agroalimentari, consorzi reti di GAS.

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Parigi? Val bene un impegno

Occhi puntati sulla COP21. Si prospetta un accordo difficile, ma forse migliore del previsto, anche grazie all’Enciclica di papa Francesco

Ugo Leone

 
 Questa divertente vignetta di Bucchi su la Repubblica del 12 novembre 2015 (a fianco) mi ricorda Putin che prima di decidersi a firmare il Protocollo di Kyoto disse che, tutto sommato, l’aumento della temperatura terrestre non sarebbe stato un gran guaio: in Russia avrebbe consentito di spendere meno soldi per i cappotti. E così si è andati e si sta andando pericolosamente avanti.
Tutti gli occhi sono ora puntati su Parigi e l’ennesima Conferenza sul clima delle Nazioni Unite del 30 novembre.
Parigi val bene un intervento. Per esempio quello contenuto nelle parole di Barack Obama alla presentazione del Clean Power Plan col quale illustrava la gravità incombente dei fenomeni climatici estremi che già flagellano molte regioni del mondo e di più ne potranno coinvolgere se non si interverrà per limitare le conseguenze del riscaldamento globale. In quella occasione il presidente degli Stai Uniti disse che «Siamo la prima generazione a sentire gli effetti del cambiamento climatico e l’ultima che può fare qualcosa» e che «Se non agiamo, potremmo non essere in grado di invertire la rotta. […] Il tempo non è dalla nostra parte». Parole per le quali si deve non poco al mai troppo “laudato” Francesco e che sono uno dei punti di partenza della conferenza di Parigi. Non tanto per avere spiegato all’universo mondo una cosa che sappiamo quasi tutti, ma perché l’ha fatto il presidente di uno dei Paesi maggiori responsabili della situazione.
 

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Settimana speciale al Museo del fiore

Ad Acquapendente dal 27 al 29 per la Settimana nazionale di educazione alla sostenibilità

Tra le varie iniziative per la Settimana nazionale dell’educazione alla sostenibilità, da segnalare i laboratori, le mostre e le escursioni e passeggiate ecologiche organizzate dal Museo del fiore di Torre Alfina, nel comune di Acquapendente (VT).
 

La grande bellezza (della Campania)

Molti problemi, poche soluzioni. Che pure ci sarebbero, anche e soprattutto in tempi di vacche magre

 
Ugo Leone
 
Dura ormai da anni il difficile periodo che coinvolge economia e società e, come sempre accade in periodi di questo tipo, una cosa è certa ed è che nella graduatoria dei problemi il penultimo posto è occupato dall’ambiente e l’ultimo dai parchi. Ignorando che nella graduatoria delle soluzioni queste due voci potrebbero utilmente occupare i primi posti.
La realtà è che «quando economia e ambiente si mescolano, molto spesso chi perde è l’ambiente». Questa affermazione è rappresentativa della ricorrente tendenza a considerare contrastanti gli interessi della crescita economica e della protezione dell’ambiente, ma è anche significativa di una realtà nella quale gli interessi dell’economia generalmente prevalgono su quelli dell’ambiente.
È una impostazione vecchia secondo la quale di ambiente ci si può occupare, anche investendo soldi, nei periodi di vacche grasse ma non in quelli di vacche magre.
 

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