Mercoledì 16 gennaio l’AIL, Associazione Italiana contro le Leucemie-Linfomi e Mieloma, e l’Università degli Studi di Palermo organizzano, in collaborazione con Legambiente e Italia Nostra, il convegno di studi “Cancerogenesi ambientale e aree a rischio”.
L’iniziativa vuole richiamare l’attenzione sui gravi rischi sanitari e ambientali che corre la Sicilia, oggetto di uno “sviluppo chimico” spesso selvaggio e sconsiderato.
In particolare, l’isola è sede di quattro dei 57 siti di interesse nazionale (SIN), aree contaminate individuate dallo Stato come pericolose e oggi compresi nel “Programma nazionale di bonifica”: gli impianti petrolchimici di Augusta-Priolo-Melilli, Gelo, Milazzo e la città di Biancavilla, costruita in parte utilizzando il pericoloso fluoro-edenite proveniente dalla cava del monte Calvario. A queste si aggiunge la stazione di terra del sistema satellitare MUOS, in costruzione a Niscemi e oggetto di forti proteste da parte della popolazione locale (gli ultimi scontri sono avvenuti proprio in questi giorni).