Talamone minacciato da un nuovo porto

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Una delle perle paesaggistiche e ambientali della costa tirrenica è minacciata da un progetto faraonico promosso con grande enfasi dal Comune di Orbetello: il porticciolo di Talamone, uno dei più suggestivi e antichi, ai margini del Parco dell’Uccellina in Toscana, rischia di essere stravolto da un progetto di ‘riqualificazione’ .

 

Il Progetto prevede la costruzione di un nuovo porto con infrastrutture, edificazioni, sbancamenti che rovineranno in modo irreversibile uno dei paesaggi storici più belli e delicati della Maremma. Il WWF lancia l’allarme dopo aver letto i documenti della Variante urbanistica e dopo aver divulgato le immagini di come Talamone potrebbe diventare se l’opera dovesse essere portata a termine. Nel progetto si afferma che il nuovo porto garantirà “maggiore sicurezza dal rischio di degrado della poseidonia, assicurata dal nuovo molo (oltre 500 m di lunghezza) che avrà funzioni di “cintura ecologica” impedendo che le acque rese torbide dalle eliche all’interno del porto raggiungano la poseidonia. Questa resta una grande preoccupazione, perché il molo serve semplicemente per costruire posti barca, come è evidente, ed emerge con chiarezza, che la costruzione del molo prevede lo spostamento dell’ottocentesco canale, che ad ogni pioggia inonderà direttamente di acque torbide (e dolci) il poseidonieto così accuratamente protetto dalla “cintura ecologica”.

Si afferma  di voler “favorire alcuni processi di rinaturalizzazione di contesti a valle del porto e quelli idraulici di deflusso connessi agli scoli delle acque piovane” e di voler “realizzare un riequilibrio funzionale tra le aree destinate al costruito e quelle naturali”: i processi di rinaturalizzazione si concretizzano nell’occupare le aree di bonifica prossime al mare e fino ad oggi inedificate con nuove strade, parcheggi e rotatorie, mentre il riequilibrio tra aree naturali e costruite si otterrà con la costruzione di circa 50 mila mc di nuove costruzioni (alberghi, commercio, yacht club, etc.).

Come il WWF ha fatto presente fin dall’inizio di questa vicenda, il nuovo porto di Talamone è un errore urbanistico (stravolge gli assetti storici di Talamone e la separa dal suo porto), paesaggistico, ambientale, e sociale, motivato esclusivamente dal fatto che la realizzazione del nuovo porto sarà un grosso affare immobiliare fondato sulla distruzione di risorse naturali, del paesaggio e della vivibilità quotidiana di questo piccolo borgo. La riqualificazione del porto di Talamone deve percorrere una strada diversa: riassetto e riqualificazione paesaggistica dell’attuale passeggiata a mare, manutenzione del canale scolmatore (lasciato dove gli ingegneri dell’ottocento lo hanno collocato) e riordino degli ormeggi per i piccoli natanti, creazione dei piccoli servizi mancanti (servizi igienici, raccolta rifiuti e oli usati) e progettazione di un adeguato arredo, anche vegetale, degli spazi del porto. Operazioni di costo limitato, rispettose della storia di Talamone, che apporteranno  vantaggi a tutti  e non a  pochi.

 

 

Elena Giardina

 

13 febbraio 2010

 

 

 

 

 

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