“Salviamo il mare” In onda Domenica 15 marzo 2015 alle 21:4

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(di Stefano Moretto) A PRESADIRETTA un lungo viaggio in giro per il mondo per raccontare che i nostri mari sono malati e hanno bisogno di essere salvati. Lo stato di salute del mare è una vera e propria emergenza mondiale. E ci riguarda da vicino.
Cosi si legge nel sito ufficiale di www.presadiretta.rai.it 
La trasmissione apre con l’isola di Thilafushi, l’altra faccia delle Maldive: l’isola pattumiera. Un’isola di immondizia cresciuta dentro un paradiso tropicale ed è l’atollo meno conosciuto, più discusso e più inquinato dell’intera repubblica. Voluta dal governo locale da un progetto del 1991, oggi l’isola artificiale che dista solo sette chilometri dalla capitale Malè è diventata l’isola dei rifiuti più grande del mondo. (grande come il Canada). La trasmissione continua con una carrellata di alcuni Resort di lusso e sulla loro gestione dell’immondizia (differenziata e reciclo).

Quindi si continua il viaggio ritornando nel nostro Mare, il Mediterraneo, per scoprire che è uno dei mari più inquinati dalle plastiche e che queste entrano nel ciclo alimentare del pescato. Grandi e piccoli abitanti del mare (per esempio le tartarughe) sono aggrediti dalle sostanze inquinanti e il pericolo arriva così sulle nostre tavole.

Verrebbe da dire che forse il titolo giusto per la trasmissione sarebbe stato: “La plastica soffoca il mare”

Alcuni dati:
– nei mari di tutto il mondo finiscono fino a otto milioni di tonnellate all’anno di plastica
– si stima che se non si inverte la rotta nel 2025 nel mare ci saranno 16 milioni di tonnellate di plastica.
– la plastica nel mare visibile è solo il 15% e secondo dati dell’Università di Genova ci sono 40 kg di rifiuti ogni km² di fondale
– nel Mediterraneo ci sono 150mila frammenti di plastica per km²

Ma non c’è solo quest’aspetto che deve essere preso in considerazione, anche depuratori che non funzionano, sversamenti e scarichi illegali, sia privati che industriali, sono la causa del distrastro che stiamo vivendo giorno dopo giorno senza che si reagisca in modo strutturato.
L’Europa con Marin Strategy si è data un obiettivo: nel 2020 dobbiamo raggiungere il buono stato ambientale del mare.
Anche l’Italia ha aderito e ha stanziato i primi 9 milioni di euro che devono servire a fare ricerca sullo stato del Mare.
12 milioni di italiani non hanno l’allaccio alle fogne…Per il mancato rispetto delle direttive europee sulla depurazione l’Italia è stata già condannata due volte.
L’Unione Europea ha aperto una terza procedura di infrazione che, con ogni probabilità,  porterà a una terza condanna. Il Ministero dell’Ambiente ha stimato in 10 milioni di euro, le multe che dovremo pagare se continuiamo a inquinare il Mediterraneo.
La trasmissione si conclude con un viaggio in Thailandia e in Bangladesh, principali allevatori di gamberetti nel mondo per capire cosa c’è dietro l’allevamento intensivo.  Raccontando lo sfruttamento indiscriminato non solo del mare e del delicatissimo ecosistema di quei paesi, ma anche della popolazione locale e della manodopera.
Per l’Industria dei gamberi in Bangladesh sono stati tagliati 7.000 ettari di foresta di mangrovie.
Sempre in Bangladesh 300mila persone sono state costrette a lasciare le loro terre con la forza e le terre sono state riempite di acqua di mare per i gamberi.
Con l’industria del gambero, le donne e i bambini hanno ore e ore di lavoro immersi nell’acqua per pochi centesimi.
La sofferenza di milioni di persone, la distruzione dell’ambiente e delle sue risorse sono incluse in quello che le grandi multinazionali chiamano tracciabilità?
Ma anche il mercato in Thailandia è sempre più preoccupante, infatti a mercato chiuso dai pescherecci esce “altro” pesce: il pesce immondizia.
Se ne prelevano circa 350mila tonnellate all’anno.
A questi ritmi ci metteremo poco a desertificare anche i fondali marini.
Questo sottomercato del pesce immondizia cresce anche perchè diminuisce quell’altro di mercato, il pescato di qualità.
Nel Mediterraneo il pesce è diminuito. Il declino è dovuto alla pesca industriale, all’inquinamento ed all’innalzamento della temperatura del mare.
La presenza del TONNO ROSSO nel mediterraneo è diminuita dal 1950 al 2007 del 74%, ma anche per BRANZINI, MERLUZZI, PESCE SPADA e SALMONE la situazione non è migliore.
Di SARDINE nel Mediterraneo ne sono rimaste un quinto di quelle che c’erano negli anni ’90.
Nel Mediterraneo ci sono 40 specie di pesci che vengono pescati per l’alimentazione a rischio estinzione.
A pochi giorni dalla giornata mondiale dell’acqua, il 22 marzo, sebbene sia un momento per sensibilizzare l’attenzione del pubblico sulla critica questione dell’acqua nella nostra era, con un occhio di riguardo all’accesso all’acqua dolce e alla sostenibilità degli habitat acquatici; penso sia interessante poter fare una riflessione anche sulla nostra MADRE: IL MARE.

Stefano Moretto

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