Parto in acqua

L’acqua fa parte del nostro ambiente naturale durante i nove mesi in cui prendiamo forma nella pancia della mamma. Nascere in acqua, all’interno di apposite vasche, è un vantaggio per il nascituro e per la mamma.
In molte strutture, se non vi sono controindicazioni, è possibile effettuare il cosidetto parto in acqua.
Questo tipo di parto non è certo comune come quelli più tradizionali, ed è per questo motivo che la maggior parte delle donne è spesso spaventata da questa opzione. Alcune ricerche, però, mostrano come i bambini nati in acqua siano in salute esattamente come quelli nati in circostanze più “normali”. Per questo scopo ci sono vasche o piscine create ad hoc, più grandi e profonde rispetto a quelle da bagno. Questi tipi di vasche possono essere affittati e sono disponibili in molti ospedali. 
L’acqua ha effetti di riduzione della componente dolorosa, minore intervento ostetrico e minori tempi di travaglio.
L’acqua toglie la gravità e la donna riesce a recuperare energia e il respiro si fa calmo e profondo.
L’acqua libera le endorfine che rendono la percezione delle contrazioni più sopportabile e si crea una sensazione di benessere sul tutta la superficie del corpo che è a contatto con l’acqua. L’acqua deve essere di circa 37gradi, questa temperatura rilassa la muscolatura rendendo meno dolorose le contrazioni e la meno tensione muscolare accelera la dilatazione. Studi riportano che il parto in acqua dura dai 30 ai 40 minuti in meno rispetto agli altri. 
Parlatene con la Vostra Ostetrica di fiducia e valutate insieme se il parto in acqua rientra nelle vostre possibilità’, alcune controindicazioni al parto in acqua sono: la gestosi, il feto podalico, la necessità di effettuare l’anestesia epidurale, eventuali complicanze o patologie.

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La biodiversità delle isole: un tesoro in pericolo

Le isole del nostro pianeta sono un ecosistema unico che oltre a ospitare tantissime specie endemiche animali e vegetali rappresentano l’unica fonte di sostentamento per circa un decimo dell’intera popolazione mondiale.
Per questo motivo la giornata mondiale della biodiversità che si è celebrata nel 2014 era dedicata alle isole, con l’obiettivo di sensibilizzare la consapevolezza sulla necessità di proteggere gli spazi insulari di mari e oceani e la diversità biologica racchiusa in essi dai rischi connessi ai cambiamenti climatici e agli interventi dell’uomo sull’ambiente.
Questa giornata fu indicata dalle Nazioni Unite, per la prima volta, il 29 dicembre 1993, per ragioni logistiche, nel 2000 fu spostata al 22 Maggio di ogni anno. La nuova data non è casuale, infatti, il 22 maggio ricorda il giorno in cui nel 1992 fu adottata a Nairobi la Convenzione sulla diversità biologica, un trattato internazionale, ratificato da 192 Paesi, volto a tutelare ed usufruire di un’equa ripartizione delle risorse energetiche del Pianeta.
Le isole sebbene occupino il 5% della superficie terrestre sono un tesoro mondiale ricco di biodiversità e giocano un ruolo chiave per la conservazione. Proteggono una diversità biologica e culturale che è stata plasmata dall’isolamento e da condizioni ambientali particolari, come si legge in uno studio, pubblicato su PNAS (Proceedings of the National Academy of Science).
Le specie sono molto vulnerabili alla perdita di habitat; all’azione antropica e ai cambiamenti climatici che colpiscono maggiormente gli ecosistemi insulari. L’estinzione più grave dei vertebrati, infatti, si è verificata proprio sulle isole. Attualmente il 39% delle specie è in pericolo. Un altro studio pubblicato sulla rivista scientifica Science avverte sulla mancata protezione delle zone più ricche di diversità biologica, come i Caraibi e il Mediterraneo, dove l’impatto umano è notevole. Il 67% di tutte le specie endemiche del mondo, secondo i ricercatori, sono concentrate nel 17% della superficie terrestre, ma meno di un sesto di quest’area è protetto.
Expo Milano 2015 potrà essere un’occasione per diffondere consapevolezza sull’importanza della biodiversità. Il Tema Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita , sarà declinato con attenzione alle risorse nazionali, ai terreni, agli ecosistemi in chiave sostenibile e rispettosa dell’ambiente. Una delle cinque Aree Tematiche  dell’evento, il Parco della Biodiversità , sarà dedicata proprio alla rappresentazione delle specie e alla diffusione di diverse colture nel mondo attraverso una mostra della storia dell’agricoltura.
Uno dei nove Cluster , denominato Isole Mare e Cibo , è collegato al tema della Giornata del 2014: le isole del Pacifico, quelle dell’Oceano Indiano occidentale e quelle della regione dei Caraibi sono molto vulnerabili a tutti i fattori che possono ridurre le superfici produttive, dai cambiamenti climatici alle inondazioni, dall’erosione costiera agli eventi meteorologici estremi.
Per chi volesse proseguire questo viaggio alla scoperta delle isole, segnalo un catalogo metaforico e dettagliato di isole sperdute nei tempi e negli oceani , il sottotitolo dice: “Cinquanta isole dove non sono mai stata e mai andrò” .
L’autrice Judith Schalansky de “Altante delle isole remote”  (Bompiani, 144 pp., 21€)  descrive ed inventaria ogni isola come fosse un racconto, ne illustra l’immagine e la posizione, ne ripercorre le vicende più struggenti oppure la storia tutt’intera.
Per la maggior parte sono storie di esporatori di terre, di navigatori antichi e di viaggiatori moderni, di avventure disastrose e di amori mai spenti.
Ad affascinare più di tutte, in questo magico “Atlante”, che riesce a dare voce anche alle carte nautiche mute, sono le isole in cui si può arrivare solo naufragando. E sono quelle che più di tutte ricordano la vita.

 

Profilo autore: Stefano Moretto, Diver e skipper, lavora e vive in Francia, si occupa di sviluppo ed innovazione di prodotti in campo subacqueo. Coordinatore redazionale e responsabile del progetto “il Pianeta azzurro” e de “La Collana del Faro”. Esperto in Biologia marina, giornalista, si occupa di divulgazione scientifica e coordina progetti di educazione ambientale idrobiologica. Collabora alla realizzazione di progetti sportivi con integrazione sociale di diversamente abili. E’ stato coordinatore territoriale del Piemonte dell’associazione ambientalista Marevivo Divisione Subacquea. Fondatore ed organizzatore di associazioni sportivo-culturali, quali Associazione Bioma, Marine-life, Mondomarino, Aquax, Tritone e Agusta (www.agustaresort.com)

 

 

Fiume lento. Un viag­gio lungo il Po

Alessandro Sanna
“Fiume lento. Un viag­gio lungo il Po
Rizzoli Editore, 2013 
96 pp.
23 euro
Sito web. www.alessandrosanna.com

Al termine della cerimonia di premiazione del 33° Premio Andersen un’ampia giuria composta da un centinaio di addetti ai lavori italiani (studiosi, librai,  bibliotecari, giornalisti) ha votato il miglior libro in assoluto tra quelli premiati in questa edizione. Il vincitore del “Super Premio Andersen – Gualtiero Schiaffino” – intitolato alla memoria del fondatore del Premio e della rivista Andersen – è risultato quest’anno Fiume Lento (Rizzoli, 2013), straordinario albo di Alessandro Sanna, un viaggio vivido ed emozionante, tra sensazioni e colori, lungo le rive del Po.

Ecco le motivazioni della giuria:
Per averci regalato, fra evocazione e rappresentazione, fra storia e natura, un ritratto vivido ed emozionante del fiume e delle sue storie.
Per un’opera commossa e commovente, solenne e vitale di altissimo valore espressivo.
Per disegni di assoluta e struggente bellezza, vibranti e incantati.

La proiezione di Water Crew, il film approda a Torino

Un gruppo di ragazzi, a bordo del più grande brigantino a vela del mondo, scopre il valore della diversità: è questa, a grandi linee, la trama di Water Crew, il film del regista Edo Passarella che verrà proiettato lunedì 22 dicembre alle ore 18 all’Ecofoyer – Casa dell’Ambiente di corso Moncalieri 18.

Il film è dedicato al programma di educazione marina e turismo sostenibile, realizzato all’interno del progetto il Pianeta azzurro nel maggio 2014 a bordo di Nave Italia, in collaborazione con l’Istituto per l’Ambiente e l’Educazione Scholè Futuro Onlus. L’esperienza di navigazione e formazione ha coinvolto un gruppo di ragazzi diversamente abili.

Nel corso dell’evento ci sarà la presentazione in anteprima del volume, edito dalla Collana del Faro, intitolato “Water Crew, appunti di navigazione”. Copie gratuite verranno distribuite fino ad esaurimento scorte.

Il documentario integrale di Water Crew sarà disponibile online a partire dal 1° Gennaio 2015, sul sito www.educazionesostenibile.it, in questa sezione.

INGRESSO LIBERO. Per partecipare è necessario registrarsi all’evento, inviando una mail a segreteria@schole.it

La proiezione di Water Crew, il film approda a Torino

Un gruppo di ragazzi, a bordo del più grande brigantino a vela del mondo, scopre il valore della diversità: è questa, a grandi linee, la trama di Water Crew, il film del regista Edo Passarella che verrà proiettato lunedì 22 dicembre alle ore 18 all’Ecofoyer – Casa dell’Ambiente di corso Moncalieri 18.

Il film è dedicato al programma di educazione marina e turismo sostenibile, realizzato all’interno del progetto il Pianeta azzurro nel maggio 2014 a bordo di Nave Italia, in collaborazione con l’Istituto per l’Ambiente e l’Educazione Scholè Futuro Onlus. L’esperienza di navigazione e formazione ha coinvolto un gruppo di ragazzi diversamente abili.

Nel corso dell’evento ci sarà la presentazione in anteprima del volume, edito dalla Collana del Faro, intitolato “Water Crew, appunti di navigazione”. Copie gratuite verranno distribuite fino ad esaurimento scorte.

Il documentario integrale di Water Crew sarà disponibile online a partire dal 1° Gennaio 2015, sul sito www.educazionesostenibile.it, in questa sezione.

INGRESSO LIBERO. Per partecipare è necessario registrarsi all’evento, inviando una mail a segreteria@schole.it

Dopo Genova e Milano, anteprima di Water Crew a Torino

Un gruppo di ragazzi, a bordo del più grande brigantino a vela del mondo, scopre il valore della diversità: è questa, a grandi linee, la trama di Water Crew, il film del regista Edo Passarella che verrà proiettato lunedì 22 dicembre alle ore 18 all’Ecofoyer – Casa dell’Ambiente di corso Moncalieri 18.

Il film è dedicato al programma di educazione marina e turismo sostenibile, realizzato all’interno del progetto il Pianeta azzurro nel maggio 2014 a bordo di Nave Italia, in collaborazione con l’Istituto per l’Ambiente e l’Educazione Scholè Futuro Onlus. L’esperienza di navigazione e formazione ha coinvolto un gruppo di ragazzi diversamente abili.

Nel corso dell’evento ci sarà la presentazione in anteprima del volume, edito dalla Collana del Faro, intitolato “Water Crew, appunti di navigazione”. Copie gratuite verranno distribuite fino ad esaurimento scorte.

Il documentario integrale di Water Crew sarà disponibile online a partire dal 1° Gennaio 2015, sul sito www.educazionesostenibile.it, in questa sezione.

INGRESSO LIBERO. Per partecipare è necessario registrarsi all’evento, inviando una mail a segreteria@schole.it

WEEC 2015: proposte fino al 14 gennaio

L’Ottavo congresso mondiale dell’educazione ambientale (8th WEEC) si terrà come è noto dal 28 giugno al 2 luglio a Goteborg (Svezia).

Il termine per presentare l’abstract di proposte (presentazioni orali, poster, workshop o altro) è stato prolungato eccezionalmente fino al 14 gennaio e non subirà ulteriori slittamenti. Entro il 1 febbraio 2015 gli autori riceveranno una comunicazione circa l’accettazione della proposta.

 

Vai al sito della rete mondiale WEEC

Vai al sito dell’Ottavo WEEC

 

Perché le multinazionali attaccano Vandana Shiva. In gioco, biodiversità e diritto al cibo

La Terra nelle nostre mani. Intervista a Vandana Shiva, di Mario Salomone (pubblicato nella collana Effetto Farfalla), è un testo di grande attualità, che spiega le ragioni dell’accanimento contro una delle più combattive e autorevoli figure dell’ambientalismo contemporaneo, oggetto recentemente di feroci attacchi di qua e di là dell’Oceano Atlantico.

L’impegno di Vandana Shiva è inquadrato dall’autore nel contesto delle grandi sfide che chiamano in causa, oltre alla sicurezza alimentare, la biodiversità, i diritti dei popoli contro i profitti di un pugno di multinazionali, i beni comuni, la stessa democrazia.

Contadini, consumatori critici, giovani, donne sono tra gli attori di un movimento globale che delinea un nuovo paradigma, di pace e di riconciliazione tra umanità e natura, contro un modello di produzione e consumo che muove una guerra spietata al pianeta e alla grande maggioranza degli esseri umani.

La parola passa poi a Vandana Shiva stessa, di cui sono qui sintetizzati gli interventi fatti di fronte a cittadini e studenti delle scuole superiori e dell’università in occasione di una serie di incontri organizzati a Bergamo e provincia da Celim e Focsiv.

 

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Piccoli umani di fronte alla grandiosa natura

Elisabetta Gatto

 

A dispetto della fatica e degli imprevisti lungo la strada, Wild di Jean-Marc Vallée (presentato al TFF 2014) suscita una gran voglia di mettersi in cammino. Di buttare dentro lo zaino l’essenziale e di voltare le spalle al passato, guardando solo in avanti.

Sceneggiato da Nick Horby, è il racconto dell’avventura che Cheryl Strayed decide di intraprendere percorrendo il Pacific Crest Trail, il sentiero lungo 1600 chilometri che dal confine con il Messico arriva fino a quello con il Canada.

L’occasione estrema per allontanarsi dal dolore per la perdita della giovane madre a causa di un tumore, dalla dipendenza dall’eroina, dalla fine del suo matrimonio e da una serie innumerevole di uomini sbagliati.

Nei panni della donna c’è la bravissima Reese Witherspoon, che, minuta, ha il physique du rôle per rendere la piccolezza dell’essere umano di fronte alla grandiosità della natura.

Da sola, con il suo enorme zaino (“il mostro”, come lo chiamano i primi compagni di viaggio che incontra lungo il cammino) e una tenda, affronta il deserto, le montagne, la pioggia, la neve e il sole cocente, attraversa lo stato di Washington, l’Oregon e la California, sfida animali, malintenzionati, ma soprattutto se stessa. E impara, a ogni tappa, a essere un po’ più indulgente.

Scopriamo il suo passato un tassello alla volta: affiora attraverso la memoria di Cheryl, in un’abile sequenza di flashback, che ci riportano alla sua storia familiare. Conosciamo così il padre alcolizzato e violento, il fratello schivo, il marito che forse non amava abbastanza e soprattutto la figura straordinaria della madre, una donna semplice e solare, che guida i passi di Cheryl.

Wild, selvaggia, è la natura, sono i silenzi, è la solitudine che accompagna questo viaggio. È la stessa Cheryl, che sceglie “Strayed”, “randagia” come cognome dopo il divorzio.

Combattuta tra la voglia di rinunciare all’impresa e il desiderio di portarla a termine per diventare quella donna che aveva promesso di essere per sua madre, non la fermano le ferite alla schiena, alle spalle e ai piedi, né la fame e la sete. Quando avrà lasciato dietro di sé il dolore, alleggerito il bagaglio, saprà che sarà ora di fermarsi.

 

Cosa è normalità e cosa è follia?

Elisabetta Gatto

 

Il titolo Infinitely polar bear di Maya Forbes, presentato al TFF 2014, incuriosisce. E strappa un sorriso scoprire che si tratta di una storpiatura (“polar bear”/”bipolar”) che una bambina fa del termine usato per definire il disturbo bipolare da cui è affetto il suo papà. Da questo particolare si intuisce che la lettura che la regista ha scelto di dare della sindrome maniaco-depressiva sarà piena di tenerezza e persino divertente. Siamo a Boston negli anni ’70: Maggie ha conosciuto Cameron nell’era delle tragressioni e dell’anticonformismo, di hippies e “flower power” e si è innamorata della sua stravaganza, legandola agli eccessi di un’epoca. Ma i medici hanno un nome per il suo comportamento, inserito nella categoria del “disturbo bipolare”. In seguito a un crollo nervoso, deve allontanarsi dalla moglie e dalle due figlie per curarsi. Sarà però la moglie stessa a chiedergli di tornare per prendersi cura delle bambine, quando lei deciderà di accettare una borsa di studio a New York. Inizia così il ménage insolito di una famiglia tanto bizzarra quanto unita.

L’eccezionale interpretazione di Mark Ruffalo nella parte di Cameron suggerice una riflessione su cosa sia la normalità e quale sia il confine con la follia.

Eccentrico infatti è un uomo che in pieno inverno gira in slip in bicicletta e propone alla sua famiglia di fare il bagno nel lago, ma è anche un padre che bada alle figlie mentre la loro madre ha scelto di riprendere gli studi, non temendo che questo possa minare la sua mascolinità. È chi non si conforma, chi non teme il giudizio.

Il suo essere decisamente fuori dal comune è fonte di imbarazzo per le figlie in molte occasioni, ma un papà capace di grandi slanci riserva anche grandi sorprese.

Un adulto che conserva un entusiasmo fanciullesco e tiene lontana la vecchiaia, che per riprendere Erasmo da Rotterdam nell’Elogio alla follia, “neppure ci sarebbe se i mortali si guardassero da qualsiasi rapporto con la saggezza“.