Mangiamoli giusti

Mercoledì 1° aprlie alle ore 21.00 un nuovo appuntamento per parlare di stagionalità del mare, pesce a “kilometro vero” e più in generale di sostenibilità e consapevolezza nel consumo delle risorse del mare:

“Mangiamoli giusti”
Interviene: prof. Silvio Greco, biologo marino e membro del Comitato Scientifico di Slow Fish.
Durante la serata sarà possibile visitare la mostra “Mangiamoli giusti”

L’iniziativa è organizzata all’interno di Blue Food: Green Future? Progetto promosso dal Comune di Milano – Cultura, Acquario Civico di Milano in collaborazione con Verdeacqua onlus e un team di Associazioni che hanno come obiettivo la salvaguardia del patrimonio naturale quali ISM Istituto per gli Studi sul Mare, Verdeacqua Onlus, WWF, Slow Food Milano e Slow Food Lombardia, Greenpeace – gruppo locale Milano, e AIRG – Associazione Italiana Ristoratori Giapponesi.

Blue Food – Green Future? (dal 22 gennaio al 16 dicembre 2015) SCARICA QUI IL PROGRAMMA COMPLETO DELL’EVENTO

Saperi e competenze al cuore delle questioni socio-ecologiche

Un importante saggio di Lucie Sauvé (e altro) sul numero 14 di Culture della sostenibilità

Quali sono le sfide dell’educazione contemporanea e, più specificamente, dell’educazione ambientale?

Il numero 14 del semestrale Culture della sostenibilità è un numero da non perdere.

“Cosa occorre imparare ancora? Quali sono le sfide dell’educazione contemporanea e, più specificamente, dell’educazione ambientale?”. A queste e altre comande risponde il saggio di Lucie Sauvé, una delle voci più autorevoli a livello mondiale, dedicato a saperi e competenze oggi necessarie. «La presa di coscienza delle “grandi domande” che animano le nostre società – osserva Lucie Sauvé, che è professoressa alla UQAM di Montréal e una delle figure di spicco della rete mondiale WEEC – richiama lo sviluppo di una ecocittadinanza, ovvero una cittadinanza cosciente dei legami stretti tra società e natura, una cittadinanza critica, competente, creativa ed impegnata, capace e desiderosa di partecipare ai dibattiti pubblici, alla ricerca di soluzioni ed all’innovazione ecosociale». 

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Da ScalaMercalli le sollecitazioni più importanti

In un giro del mondo in sei puntate su RAI 3, l’encomiabile tentativo di Luca Mercalli di risvegliare le coscienze e di indicare la strada migliore per affrontare le sfide del problematico rapporto società umane-pianeta, proprio come aveva fatto decenni fa il Club di Roma con il celebre rapporto del 1972

 

di Pierluigi Cavalchini

 

“Ce la faranno i nostri eroi a invertire una tendenza che sembra impossibile da fermare?” È questa la domanda sottesa alle trasmissioni centrali del programmone in sei puntate del metereologo Luca Mercalli che, come sempre, cerca di dare informazioni, fornire dati, far vedere immagini, far capire che il tempo è poco, bisogna agire al più presto, altrimenti…

Ecco, è proprio su questo “altrimenti” che – in realtà – divergono le interpretazioni e, di conseguenza le reazioni. Che il cambiamento sia in atto, che sia prossimo al punto di “non ritorno” (o che forse l’abbia già superato) è presente a tutti e non c’è nessuno (tranne qualche tristo “bastian contrario”) che lo nega.

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Perché destinare il 5×1000 all’ambiente

Una scelta che non costa niente ai contribuenti, ma serve molto al bene comune.

 

L’informazione, la formazione e l’educazione ambientale hanno un numero: codice fiscale 02793420015, un numero che “mette in rete”

 

Innanzitutto, va ricordato che destinare il 5×1000 non costa niente al contribuente.

L’indicazione di un beneficiario nell’apposita casella del 730, del CUD (chi non fa la denuncia dei redditi) o della denuncia dei redditi serve solo a determinare la percentuale per ogni beneficiario della somma che lo Stato assegna annualmente alla cultura, alla ricerca, alla tutela del patrimonio, a opere sociali.

L’ambiente, però, è la cenerentola: solo il 3 per cento dei contribuenti sceglie di destinare il 5×1000 all’ambiente.

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World Water Day

L’acqua, elemento sinonimo di vita e di sviluppo sostenibile.
Nel mondo circa 748 milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile.
Inoltre 2,8 miliardi di persone vivono in aree a forte stress idrico, 2,5 miliardi di essere umani, di cui quasi un miliardo sono bambini, sono senza servizi igienici, anche di base. Se si calcola che nel 2050 l’agricoltura dovrà produrre il 60% di cibo in più, e il 100% nei paesi in via di sviluppo, a fronte di un consumo di acqua per le colture pari al 70% del totale al mondo, è chiaro che il consumo d’acqua è fondamentale.Sempre secondo l’Onu entro il 2035 il consumo mondiale di energia aumenterà del 35% per cento, il che farà incrementare l’impiego di acqua dell’85%. Inoltre sempre entro il 2050 oltre 2 miliardi di persone nel mondo non avranno la fornitura di acqua ed energia. La domanda di acqua supererà di ben il 44% l’offerta e ancora peggio andrà all’energia: per quella data, quando la popolazione mondiale dovrebbe raggiungere quota 9 miliardi, solo una persona su due potrà usufruirne. Questo quadro è aggravato dai cambiamenti climatici, che aggiungono incertezza per la straordinaria variabilità delle precipitazioni, per le inondazioni più frequenti, per i periodi di siccità più intensi. Anche i sistemi energetici stanno diventando vulnerabili all’impatto dei cambiamenti climatici. 
La Giornata Mondiale dell’Acqua, istituita dall’ONU nel 1992, nelle direttive dell’agenda 21 e risultato della conferenza di Rio, si festeggia ogni anno il 22 marzo.
Questa giornata determinò, nel 2005, l’inizio di una seconda decade internazionale delle Nazioni Unite dedicata all’azione per l’acqua, occasione quindi utilizzata come momento per sensibilizzare l’attenzione del pubblico sulla critica questione dell’acqua nella nostra era, con un occhio di riguardo all’accesso all’acqua dolce e alla sostenibilità degli habitat acquatici. Ogni tre anni, a partire dal 1997, il World Water Council, organismo non governativo internazionale creato nel 1996 come piattaforma degli organismi internazionali e specialisti nel settore dell’acqua, convoca un World Water Forum per raccogliere i contributi e dibattere intorno agli attuali problemi locali, regionali e globali, problemi che non possono essere risolti senza un accordo quadro con obiettivi e strategie comuni. L’ultimo si è svolto nel 2012 a Marsiglia e vi hanno preso parte oltre 140 delegazioni ministeriali e più di 180 paesi rappresentati, tra cui l’Italia.

Il prossimo incontro è in programma nel 2015 (12-17 Aprile) a   Daegu-Gyeongbuk in Corea del Sud.

http://eng.worldwaterforum7.org/main/

http://www.earthday.it/Acqua

 

Profilo autore: Stefano Moretto, Diver e skipper, lavora e vive in Francia, si occupa di sviluppo ed innovazione di prodotti in campo subacqueo. Coordinatore redazionale e responsabile del progetto “il Pianeta azzurro” e de “La Collana del Faro”. Esperto in Biologia marina, giornalista, si occupa di divulgazione scientifica e coordina progetti di educazione ambientale idrobiologica. Collabora alla realizzazione di progetti sportivi con integrazione sociale di diversamente abili. E’ stato coordinatore territoriale del Piemonte dell’associazione ambientalista Marevivo Divisione Subacquea. Fondatore ed organizzatore di associazioni sportivo-culturali, quali Associazione Bioma, Marine-life, Mondomarino, Aquax, Tritone e Agusta (www.agustaresort.com)

 

 

moretto

Primavera e Giornata dell’acqua: una occasione per ricordarsi del rischio frane e alluvioni

Roma e Firenze: ecco le zone a rischio idraulico.

5.581 comuni italiani sono interessati da un alto rischio idrogeologico, in zone dove si trovano 6.251 scuole e 547 strutture sanitarie

(21 marzo) In questo fine settimana, per iniziativa del FAI (Fondo Ambiente Italiano), molti siti di pregio saranno aperti al pubblico per favorirne la riscoperta.

Una occasione per ricordare che secondo recenti dati ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e ISRC (Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro), in Italia sono ben 14.000 i beni culturali a rischio frane e 28.483 quelli a rischio alluvione.

Roma e Firenze a rischio, ma anche migliaia di comuni e borghi storici

 

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n. 4 dicembre 2014

 

 

 

 

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Dossier: Blue Food (2/2)  3EDITORIALE – Il valore del mare, di Stefano Moretto
  5Rete nella rete,  di Fabrizio Torsani 
  7La minaccia delle reti fantasma, di Luisa Da Ros e Federico  Riccato
13 Un esempio di pesca sostenibile in Italia: Pescaturismo e Ittioturismo, di Federico Betti, Simone Bava, Giorgio Bavestrello, Marzia Bo, Riccardo Cattaneo-Vietti 

Cambiare la storia

La storia che vi propongo di cambiare non è quella ufficiale con la S maiuscola, ma una filastrocca. La filastrocca in questione mi è stata raccontata più volte da mia moglie cui veniva narrata da sua nonna Stella per farla giocare con le dita della mano. La filastrocca, (adattata all’oblò, e quindi un po’ diversa dall’originale) parla delle dita, dal mignolo al pollice, e così recita: “Il primo ha comprato i semi di zucca (la filastrocca ha origini mantovane), il secondo li ha seminati, il terzo ha coltivato le zucche, il quarto le ha raccolte e il quinto (il pollice, il dito più grosso) le ha prese tutte e se le è mangiate.”

Sembra una storiella da nulla eppure è fin troppo vera, e citarla a proposito dell’acqua, in occasione della giornata mondiale dedicata a questa preziosa risorsa, può essere utile così come potrebbe essere importante ricordarla come una sintesi semplice, ma, credo, esemplificativa di come sono gestite tante altre risorse preziose dove il lavoro di tanti non viene riconosciuto o quasi e schiacciato dall’interesse di pochi. Parlando di acqua, il passo è breve, si deve ricordare la situazione delle risorse biologiche (pesci, molluschi, crostacei, alghe) che vi si trovano e che in molti casi, troppi, sono gestite male, sfruttate come molti che le pescano.

Anche qui il movente è fondamentalmente economico (dar da mangiare agli affamati….se hanno di che pagare), con una distribuzione dei guadagni che appare come una piramide invertita: pochi guadagni alla base (indice, anulare, medio, indice per rifarmi alla filastrocca) e tanti al vertice senza alcuna o poche preoccupazioni per l’ambiente e la Natura e con tutte le conseguenze che ne derivano. Ovviamente non voglio demonizzare l’economia, che condivide con l’ecologia sei lettere e qualche concetto, ma sperare, come in molti chiedono, che l’ecologia e l’economia abbiano almeno pari dignità.

E riprendendo un recente articolo sui cambiamenti climatici, gli ambiti cui potremmo agganciare la nostra filastrocca sono moltissimi: la fame, il consumo di energia, la salute, il cambiamento climatico, la sicurezza, la crescente urbanizzazione, la sostenibilità, l’innovazione e l’impatto della tecnologia. Soluzioni? Ce ne sarebbero, ma bisogna fare come succede in un piccolo libro che, guarda caso, riguarda ancora le dita della mano e che avevo avuto tra le mani (tanto per cambiare) tanti anni fa. Si tratta di “La mano schiaffona” di Giancarlo e Walter Buonfino (in internet se ne trovano tracce) in cui si racconta come le dita di una mano si impadronirono del mondo fino a quando le altre mani capirono che unendo le loro dita avrebbero potuto ribaltare la situazione e così fu. Come si sarebbe detto una volta “Dita di tutto il mondo unitevi!”.

Allora gli autori la definirono una favola, ma a rileggerla oggi qualche dubbio viene.

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World Water Day 2015

Il World Water Day, la Giornata Modiale dell’Acqua, è una ricorrenza istituita dal 1993 dalle Nazioni Unite all’interno delle direttive dell’agenda 21 come risultato della conferenza di Rio. Lo slogan di quest’anno è “A day for water and water for SUSTAINABLE DEVELOPMENT”. Infatti nel 2015 il tema della giornata è Acqua e sviluppo sostenibile.  Le risorse idriche e i servizi ad esse associati sono alla base della riduzione della povertà, della crescita economica e della sostenibilità ambientale…l’acqua contribuisce al miglioramento del benessere sociale. Ogni anno questa giornata è dedicata alla sensibilizzazione sulle problematiche relative alla risorsa acqua sia dal punto di vista  ambientale che sociale. Ogni Paese nella giornata dell’Acqua promuove iniziative ed eventi volti alla divulgazione e alla promozione di buone pratiche volte all’utilizzo sostenibile di questa risorsa.

Maggiori informazioni alla pagina http://www.unwater.org/worldwaterday/home/en/
leggi l’articolo di Stefano Moretto dedicato al World Water Day