L’ impronta idrica di produzione

L’impronta idrica di produzione è un indicatore relativo all’utilizzo delle risorse idriche nelle diverse nazioni e fornisce informazioni circa la domanda di acqua per lo svolgimento delle attività in un certo territorio. Quello che emerge dal calcolo dell’impronta idrica per tutti gli Stati con una popolazione maggiore di un milione di abitanti è che le diverse nazioni consumano volumi d’acqua estremamente differenti, con un conseguente stress idrico variabile da caso a caso. Attualmente, ben 45 Paesi sono caratterizzati da un livello di stress idrico tra il moderato e il grave. In questa categoria trovano collocazione i maggiori produttori di merci agricole: India, Cina, Marocco. Preoccupa il fatto che, senza l’introduzione di politiche adeguate di gestione delle risorse idriche, questo problema tenderà a crescere sempre più, in modo proporzionale rispetto all’aumento della popolazione e allo sviluppo economico. Secondo l’Unesco, nel 1995 erano circa 1,8 miliardi le persone che vivevano in zone sottoposte a grave stress idrico, mentre ci si attende che nel 2025 oltre due terzi della popolazione mondiale risiederà in territori caratterizzati da stress idrico tra il moderato e il grave. Da qui la necessità di intervenire, sia con politiche globali, sia
con la modifica delle abitudini del singolo cittadino. Se partiamo dal dato tale per cui una tazzina di caffè da asporto con latte presenta un’impronta idrica di 200 litri, emerge da subito come i nostri gesti quotidiani possano condizionare i grandi risultati.

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