“Io non spreco”: fare i conti con l’acqua

UNO DEGLI INCONTRI GREEN WEEK 2016


Green Week 2016, spunti di riflessione sull’acqua. All’interno dell’evento dedicato alla sostenibilità ambientale ha trovato spazio il tema delle risorse idriche. Pur non mancando qualche dato positivo, gli scenari previsti per il futuro dovrebbero indurre all’attuazione di politiche di gestione lungimiranti e di modelli di utilizzo più virtuosi.
 
Riccardo Rossella
 
 
Dall’1 al 6 marzo 2016 il Nord-Est italiano è stato teatro dell’appuntamento con la Green Week, una settimana di eventi ed incontri incentrati sui temi della green economy e della sostenibilità. L’evento, giunto alla sua quinta edizione, è stato caratterizzato da un ricco programma, suddiviso in due parti distinte. Durante i primi tre giorni, per mezzo di un apposito progetto a loro dedicato, un folto gruppo di studenti di tutta Italia ha avuto modo di visitare alcune imprese del territorio veneto che hanno saputo contraddistinguersi per l’attenzione all’ambiente attraverso idee e tecnologie innovative. Nel fine settimana dal 4 al 6 marzo la Green Week è invece proseguita a Trento con il festival “Io non spreco”, una tre giorni di conferenze e dibattiti che hanno spaziato dal clima all’economia circolare, dall’energia allo spreco alimentare, dalla mobilità sostenibile all’acqua.
 
Acqua: un problema che ci tocca più da vicino di quanto si creda
Spunti interessanti su quest’ultimo tema sono giunti non solo dalla lectio magistralis di Jan Olof Lundqvist, senior scientific advisor dello Stockholm International Water Institute, ma anche dall’incontro “Fare i conti con l’acqua: scenari possibili in un mondo con meno risorse”. 
 

Il confronto tra relatori diversi tra loro per formazione ma accomunati da un’uguale esperienza e passione nell’ambito delle risorse idriche ha permesso infatti di evidenziare alcuni punti centrali delle sfide che ci attendono in futuro in merito alla fruibilità e gestione dell’oro blu, tanto a livello globale quanto locale. Un focus su quest’ ultima scala è stato portato dal professor Riccardo Rigon, docente di Idrologia preso l’Università di Trento, che ha sottolineato come i problemi legati all’utilizzo dell’acqua non riguardano solo regioni geografiche distanti, ma al contrario è più vicino a noi di quanto si potrebbe pensare in prima battuta: un esempio viene dalla gestione del fiume Adige, il quale, complice una minore regolarità nella portata legata agli effetti dei cambiamenti climatici e un sempre maggiore sfruttamento per molteplici usi, potrebbe in futuro essere causa di conflitto tra gli utilizzatori a monte del Trentino-Alto Adige e quelli situati più in prossimità della foce in Veneto.
 
Una risorsa distribuita in modo disomogeneo

Allargando la panoramica a livello mondiale, il professor Rigon ha proseguito sottolineando come il vero problema non risieda nella scarsità d’acqua in termini assoluti – attualmente i consumi globali, tanto per uso domestico che per uso agricolo ed industriale, sono di gran lunga minori rispetto alle riserve di acqua dolce disponibile sul pianeta – quanto piuttosto nella distribuzione disomogenea della risorsa. Un altro fattore di criticità è rappresentato dall’accesso all’acqua, come illustrato da Gabriella Chiellino, fondatrice e presidente del gruppo eAmbiente: nonostante i rilevanti progressi compiuti negli ultimi 25 anni, si stima infatti che circa 750 milioni di persone nel mondo non possono ancora fare affidamento su fonti di acqua potabile sicura e pulita, mentre 2,5 miliardi di persone non hanno accesso ai servizi igienico-sanitari di base.1 Tali dati rivelano dunque un quadro che continua a destare preoccupazione, e pongono in risalto la necessità di interventi rapidi ed efficaci negli anni a venire se si vorrà raggiungere il target fissato dai nuovi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, che ambiscono a portare a zero il numero di persone che quotidianamente si trovano ad affrontare i problemi sopracitati entro il 2030.
 
1) Dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) riferiti al 2014.

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