Verso una nuova filiera corta di tessile sostenibile

Il CNR sta conducendo una ricerca sul tessile sostenibile. L’obiettivo è costruire una filiera corta sperimentale per la produzione di abbigliamento sostenibile, utilizzando lana rustica italiana. Si tratta di lana che è prodotta in grandi quantità (500 t l’anno) ma attualmente considerata un rifiuto dell’allevamento ovicaprino, in quanto non competitiva con qualità più pregiate (ad es. merinos) importate da Australia, Nuova Zelanda o Argentina, e pertanto viene scartata a danno dell’ambiente: interrata a dispetto delle normative sullo smaltimento che comportano costi eccessivi per gli allevatori o esportata sottocosto sui mercati esteri dove è destinata alla produzione di tappeti. Per la lavorazione di questa lana vengono recuperati saperi e competenze artigianali locali che si rifanno alla tradizione del Made in Italy: la filiera di produzione è italiana e non prevede delocalizzazioni produttive in paesi con un costo del lavoro minore.
Il CNR sta valutando la reazione del mercato ai primi capi prodotti con interviste e focus group e chiedendo la compilazione di un questionario on-line, in cui sono presentati alcuni capi. La ricerca è pubblica, così lo saranno i risultati, e non ha fini commerciali.

Il link al questionario è http://www.tessilesostenibilita.it/questionari/lana-sostenibile/   La compilazione richiede pochi minuti.

Tutto il potere al riciclo

(di Giorgio Nebbia)

Tutti i problemi con cui dobbiamo fare i conti oggi – scarsità di materie prime, inquinamento, riciclo dei rifiuti, eccetera – sono già stati incontrati e risolti con invenzioni e innovazioni che hanno fatto andare avanti il mondo. Un illuminante esempio è offerto dalla storia dell’acido solforico, una delle sostanze chimiche prodotte su larga scala nel mondo, quasi 200 milioni di tonnellate all’anno, indispensabile per la produzione di concimi, lubrificanti, materie plastiche, semiconduttori, detersivi, esplosivi, e infinite altre cose. Al punto che il grande chimico Justus von Liebig (1803-1873), nella metà dell’Ottocento, scrisse, con una certa enfasi, che lo sviluppo economico di un paese si poteva dedurre dalla quantità di acido solforico che esso produceva; il che non è certamente vero anche se la produzione di questa sostanza ha avuto un ruolo importantissimo nella storia delle società umane.

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Master in “Sostenibilità del territorio e della filiera agroalimentare

VI EDIZIONE 2013/2014
Il Master Universitario di I livello in “Sostenibilità del territorio e della filiera agroalimentare” (già Master in “Sviluppo Sostenibile e Promozione del Territorio”) è attivato dal Dipartimento di Culture, Politiche e Società dell’Università degli Studi di Torino. Lo sviluppo di un’agricoltura e di filiere agroalimentari sostenibili – che assicurino l’accesso al cibo in quantità e qualità sufficienti, riducendo l’impatto ecologico anche attraverso una rilocalizzazione delle filiere agricole rappresenta una sfida di grande portata per i prossimi decenni. Vari attori del territorio, (cittadini, autorità locali, imprese agricole, associazioni di categoria e altre espressioni della società civile), anche a seguito dei Programmi di Sviluppo Rurale dell’Unione Europea, stanno cercando di rinnovare le proprie strategie e le proprie pratiche in quest’ambito, un settore che, anche a fronte della crisi occupazionale del settore secondario, sta divenendo sempre più strategico. In questo contesto lo scopo del Master è quello di fornire gli strumenti conoscitivi fondamentali per leggere e interpretare contesti complessi, valutare la sostenibilità di un territorio, conoscere gli elementi che caratterizzano una filiera agroalimentare sostenibile e la relativa legislazione, progettare/mettere a disposizione degli attori del territorio strumenti per la promozione del filiere locali sostenibili in ambito agroalimentare. 

SCADENZA ISCRIZIONI: 10 gennaio 2014

per conoscere tutti i dettagli scarica la brochure di presentazione del Master

Educazione ambientale: a Bologna un altro passo avanti. Prossimo appuntamento a Roma

(Bologna, 28 novembre 2013) Si è tenuto il 28 novembre a Bologna, presso la Regione Emilia-Romagna, il secondo degli incontri nazionali seguiti al Settimo congresso mondiale di Educazione ambientale di Marrakech (il primo incontro si era tenuto a Milano, all’Università Bicocca, il 29 agosto).
Grazie ai WEEC e alle Giornate europee, nate nel 2013 a Lione (nell’ambito delle quali è stata presentata la prima bozza di un Appello per la costruzione di uno Spazio europeo di concertazione dell’educazione ambientale e alla sostenibilità) e che nell’autunno 2014 si terranno in Italia, la comunità italiana degli attori dell’educazione ambientale sta cercando di ricostruire le basi di una rete nazionale indebolitasi nel corso degli anni ed allo stesso tempo  di legarsi maggiormente alle esperienze europee e internazionali, condividendo riflessioni, ricerca di confronto con le istituzioni, potenziamento di sinergie e partenariati.

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