Dire Fare Mare

Dire Fare Mare, fa parte di una collana di “agili testi” di facile consultazione e utilizzo su grandi tematiche ambientali e sociali. Molti titoli, come questo, si riallacciano alle iniziative dell’Istituto comprese nell’area de il Pianeta azzurro, che si occupa di divulgare i temi sulla risorsa acqua. Questa pubblicazione nasce dalla collaborazione con AléAlé, un gruppo di ricerca e progettazione didattica fondato nel 2011 da Alessandra Dini e Alessandra Poggianti sulla base di competenze acquisite nell’ambito dell’arte contemporanea. Dire Fare Mare è un libro-gioco alla cui realizzazione hanno contribuito dei veri e propri “artisti del mare” e che propone tanti giochi da apprendere e tante idee da sviluppare.Tutte le pubblicazioni sono gratuite, sino a esaurimento scorte, e possono essere richieste all’indirizzo mail pianetazzurro@schole.it

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Stupefacenti naturali

Qualche tempo fa era in compagnia del figlio adolescente di amici. Era una bella giornata dal cielo limpido dove un aereo stava tracciando la sua scia. Vedere le strie bianche degli aerei alti nel cielo mi ha sempre affascinato, fin da piccolo, perché mi ricorda i viaggi e la bellezza del viaggiare. Mi sono voltato verso quel mio compagno occasionale e senza pensarci su gli ho detto “Guarda che bello!”. “Cosa?” mi ha risposto lui. “Gli aerei che volano.” “Ah!”  Quella risposta ha segnato l’inizio di un  lungo silenzio e di una serie di riflessioni personali. Forse ero anacronistico (non ho cambiato idea e guardo sempre gli aerei) e a lui certamente saranno piaciute cose che a me avrebbero detto poco o nulla come è sempre successo dalla notte dei tempi al passaggio da una generazione all’altra.
Questo succedeva tempo fa e da allora ho avuto la crescente sensazione che molte delle cose che mi piacciono e hanno il potere di stupirmi non siano oggi condivise da molti soprattutto tra i giovani ed è per questo che vorrei spendere una parola a proposito degli stupefacenti naturali, capaci di dilatare  le sensazioni oltre i confini naturali, facendoci sentire più liberi del solito, liberandoci temporaneamente dagli affanni  e dandoci nuova carica. 
A questo punto non vorrei che qualcuno cominciasse ad equivocare e chiarisco. I miei “stupefacenti personali” non hanno nulla a che fare con quelle che l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce una sostanza chimica farmacologicamente attiva, dotata di azione psicotropa, ovvero capace di alterare l’attività mentale, in grado di indurre, in diverso grado, fenomeni di dipendenza, tolleranza e assuefazione. Essi sono, invece, i suoni della natura, lo spettacolo delle onde del mare in tempesta, il vento che piega gli alberi, la neve che cade, lo scrosciare della pioggia e i lampi di un temporale, il profumo della terra bagnata e così via. Sono stupefacenti che non hanno controindicazioni, ma che possono provocare effetti collaterali come malinconia o gioia, far dimenticare tutto o far emergere ricordi con tutto quello che ne consegue. Ma sono anche fenomeni ai quali non saprei rinunciare e che rappresentano quel legame con il mondo naturale che ha fatto da sfondo a tutta la mia vita e che se ci penso è capace di riportarmi in un attimo indietro nel tempo a quando da piccolo mi rotolavo nel fieno, sentivo l’odore delle stalle o guardavo il cielo di notte per vedere le stelle cadenti o il passaggio di un satellite lassù, nell’immensità del cosmo.
Oggi in piena era virtuale, dove tutto si può vedere e scoprire senza muoversi da casa, dove i suoni della natura sono venduti in cd come l’ultimo successo dell’ultima band emergente, mi chiedo che valore abbiano per le nuove generazioni questi stupefacenti naturali e cosa potrebbe dire loro quella canzone di Domenico Modugno che si intitola “Meraviglioso”. Invito chi legge, e non la ricorda o non la conosce, a cercarla sul web. Intanto meditate su questi pochi versi d’esempio  “Ma guarda intorno a te / che doni ti hanno fatto / ti hanno inventato il mare / tu dici non ho niente / ti sembra niente il sole, / la vita, l’amore…..”. Mi auguro che possano spingere molti sulla via degli stupefacenti naturali affinché li abbiano a cuore e facciano in modo di conservarli anche per le prossime generazioni perché la speranza è l’ultima a morire.

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La casa ad acqua

Il settore delle costruzioni è, per sua natura, ad alto impatto sull’ambiente, sia nella fase di cantiere che di utilizzo. Da qui la necessità di lavorare per definire ed applicare soluzioni tecnologiche, impiantistiche e manutentive che siano sempre più sostenibili.
Va in questa direzione la proposta di uno studioso ungherese, Matyas Gutai, che ha proposto un sistema per isolare le pareti degli edifici davvero innovativo, pur nella sua semplicità. L’idea consiste nell’utilizzare l’acqua come isolante e, grazie alla prima “casa ad acqua” che ha costruito nel cortile di un magazzino di Budapest, ha dimostrato come un’intercapedine tra due lastre di vetro riempita con semplice H2O possa ridurre notevolmente l’energia necessaria per il riscaldamento.
Per la realizzazione del prototipo sono serviti circa 50.000 €, ottenuti grazie a fondi europei e finanziamenti del governo ungherese. La tecnologia sfrutta la capacità dell’acqua di assorbire il calore e restituirlo lentamente quando necessario.
In altre parole, l’energia termica viene immagazzinata nelle fondamenta della costruzione e rilasciata quando necessario in base alla temperatura impostata nel sistema di regolazione.
Dai primi studi effettuati emerge che la fase costruttiva dell’edificio è più costosa rispetto ad una tipologia tradizionale, ma è comunque più economica di tante altre tipologie di alloggi ad alta efficienza energetica.
L’idea sta suscitando l’interesse di architetti e costruttori di tutto il mondo.
Per approfondimenti si rimanda ad un paper scientifico pubblicato da Matyas Gutai, scaricabile QUI

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Acqua borica

La così detta Acqua Borica non è altro che un soluzione acquosa dell’acido borico, utilizzato nell’industria del vetro, nei pesticidi ed ovviamente in medicina.
Si trova in farmacia ed e viene venduto come farmaco da banco in concentrazione del 3%.
E’ un antisettico ed un disinfettante, ma la sua azione è piuttosto blanda e presenta alcune controindicazioni. Trova utilizzo come tampone locale ad azione decongestionante e per irrigazioni esterne della pelle. Viene a volte prescritto per effettuare bagni oculari o irrigazioni sulla cute con particolari problemi.
E’ di solito controindicata sulle mucose anche se recenti studi ne stanno valutando l’impiego in campo ginecologico.
La troviamo in molte acque termali, dove vengono esaltati alcuni dei suoi effetti benefici. In passato è stata ampiamente utilizzata come antisettico, come sedativo e come conservante alimentare, senza tenere presente della sua tossicità strettamente legata alla concentrazione e all’accumulo dell’acido borico nell’organismo. Ad elevate concentrazioni, se ingerito, può causare vomito, emorragie, diarrea, dolori viscerali, l’assorbimento per via cutanea è trascurabile.Tra gli usi diffusi trova applicazione nelle dermatiti, sulle punture d’insetto e sulle screpolature, ma possiamo affermare con certezza che vi sono in commercio prodotti che supera per efficacia e tollerabilità la nostra vecchia acqua borica. Tranne alcuni casi di specifico utilizzo valutati dal medico, il farmacista potrà consigliare rimedi più innovativi.
Anche per l’acqua leggere sempre attentamente l’etichetta…ed il foglietto illustrativo.

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Un Mare di Fotografie, il Diario 2014

Un Mare di Fotografie, il Diario 2014 fa parte di una collana di “agili testi” di facile consultazione e utilizzo su grandi tematiche ambientali e sociali. Molti titoli, come questo, si riallacciano alle iniziative dell’Istituto comprese nell’area de il Pianeta azzurro, che si occupa di divulgare i temi sulla risorsa acqua. Troverete in questa pubblicazione il resoconto della terza edizione del Tour Un Mare di Fotografie, un vero e proprio viaggio lungo le coste italiane durante il quale è stato raccontato lo stato dei nostri mari attraverso la fotografia. Un evento diventato punto d’incontro per tanti subacquei e un’occasione per sensibilizzare il grade pubblico alla difesa del mare…Nelll’edizione 2014 i partecipanti hanno avuto modo di provare nuove attrezzature, seguire corsi e seminari. 
Tutte le pubblicazioni sono gratuite, sino a esaurimento scorte, e possono essere richieste all’indirizzo mail pianetazzurro@schole.it

LEGGI LA PREFAZIONE di Stafano Moretto

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Un futuro c’è

Durante un recente incontro un famoso esperto di mare ha parlato del nostro pianeta, di come vanno le cose negli oceani, delle trasformazioni in atto concludendo, come risposta ad una domanda di uno dei presenti, che siamo sull’orlo di una catastrofe globale e che non si vede come si potrebbe evitarla.
Insomma, il suo pur brillante intervento era nell’insieme decisamente negativo e questo mi ha fatto pensare come ormai sia sempre più facile parlare di cose che non funzionano, di tragedie, catastrofi e mali aggiungendo spesso e volentieri il prefisso mal- ad ogni sorta di sostantivi.
Non nego che anche tanti miei oblò siano stati ispirati ad avvenimenti poco piacevoli, e questo è stato inevitabile vivendo anch’io sul vostro stesso pianeta. Forse anche per questo, perché è l’ultimo oblò del 2014, perché ne sento la necessità, condivisa spero da tanti, e per spezzare la fosca caligine che ci circonda (scusate ci stavo ricascando!), ho deciso di provare a regalare a tutti con questo pezzo un po’ d’ottimismo e di fiducia per il futuro.
Innanzi tutto non dimentichiamoci di Pianeta Azzurro che cresce di anno in anno con sempre nuove iniziative e progetti, come quello straordinario intitolato Water Crew, e che è ben avviato sulla rotta che lo porterà tra qualche tempo a festeggiare i suoi venti anni d’attività.
Non dimentichiamoci neppure dei sempre più numerosi amici del mare. Sarà forse un’idea mia, ma ho l’impressione che alle persone il mare e la sua vita interessino sempre di più. Vedo molto fermento in giro, gruppi spontanei che si formano, gente che chiede, s’interessa e questo è sicuramente un buon segno.
Abbiamo un’astronauta italiana, Samantha Cristoforetti, che ci sta inviando bellissime foto dallo spazio, moltissime di mari e coste e che, in uno dei suoi messaggi quotidiani, ci ha ricordato come gli oceani dominino la Terra. Inoltre, così dicono le cronache, si è portata nello spazio scorte di pesce azzurro, un invito indiretto a conoscere e consumare meglio le risorse biologiche marine.
Siamo riusciti a far atterrare una sonda su una cometa programmando con precisione un appuntamento fissato nel 2004. Ciò significa che dal momento del lancio sono passati quasi 3650 giorni ed è forse questo, al di là delle scoperte scientifiche legate al progetto, il risultato più grande: la dimostrazione che l’uomo è capace di organizzare imprese il cui risultato si vedrà soltanto a distanza di anni. E questo dovrebbe indurci a riflettere sul fatto che è possibile e importante guardare sempre avanti.
L’epidemia di ebola che devasta alcuni stati africani è sicuramente una delle più gravi catastrofi sanitarie che ha colpito il pianeta. I morti sono migliaia, gli ammalati ancora di più eppure accanto a loro ci sono uomini straordinari che, non a caso, la prestigiosa rivista TIME (un altro richiamo al tempo) ha voluto nominare “persona dell’anno” in riconoscimento del fatto che tutti costoro hanno “rischiato e insistito, si sono sacrificate e hanno salvato vite umane”, in un contesto in cui neanche i governi e l’Organizzazione mondiale della sanità erano preparati ad affrontare l’epidemia.
Questo per ricordare che l’uomo non è capace solo di fare del male, soprattutto a se stesso e al pianeta che abita, ma è soprattutto capace di imprese straordinarie in tutti i campi e allora cerchiamo di coltivare e incentivare queste buone pratiche, ricominciamo a guardare in alto e più lontano di dove il nostro sguardo riesce ad arrivare e reimpariamo a stupirci delle bellezze del creato, mari compresi ovviamente. 

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Un Po per Expo 2015

Con i suoi 652 chilometri, il Po è il fiume più lungo d’Italia: si estende su un bacino di oltre 70.000 km2, bagnando quattro regioni e attraversando tutta la Pianura Padana.
Nasce ai piedi del Monviso, sulle Alpi piemontesi e giunge fino all’Adriatico, dove si trova la foce.
Oltre ad essere un elemento naturalistico e paesaggistico di grande rilievo, costituisce un’importante risorsa in termini economici, turistici ed identitari: si tratta quindi di un elemento da tutelare non solo per ragioni ambientali, ma anche culturali ed economiche.
Si inserisce in questo contesto il progetto “Un Po per l’Expo 2015”, che mira a valorizzare i territori correlati al fiume e a creare una rete di stakeholder (imprese, albergatori, ristoratori, etc.) che possano collaborare sul territorio. L’obiettivo finale è rivitalizzare i territori lungo il Po e  renderli fruibili ed appetibili per un turismo di tipo sostenibile, caratterizzato da visitatori che sappiano apprezzare una giornata all’aria aperta, assaggiando prodotti tipici e visitando musei locali.
Il progetto sembra essere di particolare interesse per gli appassionati di cicloturismo fluviale, che hanno a loro diposizione nel territorio del Po più di 2.300 km di piste ciclabili in sede promiscua e 939 km di piste in sede propria, con servizi di accoglienza dedicati.
Il Po, quindi, come occasione di sviluppo sostenibile e di riavvicinamento alla natura e come modalità per apprezzare la risorsa “acqua” sotto un diverso e nuovo punto di vista.
Il nostro augurio è che questo progetto possa costituire un importante passo verso la valorizzazione del fiume Po come luogo di aggregazione, di benessere e di cultura, capace di attirare turisti italiani e stranieri, famiglie, anziani e giovani appassionati di sport.

Per approfondimenti sul progetto

http://www.unpoxexpo2015.org/home/?lang=it

http://www.visitporiver.it/

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Parto in acqua

L’acqua fa parte del nostro ambiente naturale durante i nove mesi in cui prendiamo forma nella pancia della mamma. Nascere in acqua, all’interno di apposite vasche, è un vantaggio per il nascituro e per la mamma.
In molte strutture, se non vi sono controindicazioni, è possibile effettuare il cosidetto parto in acqua.
Questo tipo di parto non è certo comune come quelli più tradizionali, ed è per questo motivo che la maggior parte delle donne è spesso spaventata da questa opzione. Alcune ricerche, però, mostrano come i bambini nati in acqua siano in salute esattamente come quelli nati in circostanze più “normali”. Per questo scopo ci sono vasche o piscine create ad hoc, più grandi e profonde rispetto a quelle da bagno. Questi tipi di vasche possono essere affittati e sono disponibili in molti ospedali. 
L’acqua ha effetti di riduzione della componente dolorosa, minore intervento ostetrico e minori tempi di travaglio.
L’acqua toglie la gravità e la donna riesce a recuperare energia e il respiro si fa calmo e profondo.
L’acqua libera le endorfine che rendono la percezione delle contrazioni più sopportabile e si crea una sensazione di benessere sul tutta la superficie del corpo che è a contatto con l’acqua. L’acqua deve essere di circa 37gradi, questa temperatura rilassa la muscolatura rendendo meno dolorose le contrazioni e la meno tensione muscolare accelera la dilatazione. Studi riportano che il parto in acqua dura dai 30 ai 40 minuti in meno rispetto agli altri. 
Parlatene con la Vostra Ostetrica di fiducia e valutate insieme se il parto in acqua rientra nelle vostre possibilità’, alcune controindicazioni al parto in acqua sono: la gestosi, il feto podalico, la necessità di effettuare l’anestesia epidurale, eventuali complicanze o patologie.

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Mondo dei rom, duro e amaro

Elisabetta Gatto

 

In Mange tes morts di Jean-Charles Hue non sono le atmosfere gitane e balcaniche alla Kusturica a caratterizzare questo road movie, piuttosto uno spaccato crudo e amaro delle relazioni in un campo rom.

Tra cristianesimo pop e valori profondamente romanì, la kumpánia che si è insediata in una non precisata località francese si tiene in equilibrio tra tradizione e accettazione delle regole della società. Fino a quando non fa ritorno dal carcere, dove ha scontato quindici anni di detenzione per l’omicidio di un poliziotto, Fred, il maggiore di tre figli, oggi poco più che trentenne.

In barba alla funzione rieducativa del carcere, è pronto a riprendere il passato di delinquenza perché convinto che in fondo non si possa cambiare mai. Trova una giustificazione alla criminalità come arma contro la povertà: è stato costretto a diventare un ladro dalla necessità di procurare da vivere alla sua famiglia, quando è rimasto orfano, con due fratelli più piccoli e una madre malata.

Non sono passate ventiquattro ore e le porte del carcere potrebbero riaprirsi per lui dopo il tentativo di furto di rame – che è andato male, ma ha comunque lasciato sul tragitto una vittima.

Per il fratello minore Jason, dal soprannome altisonante di Jack (da Jack lo Squartatore) si profila un avvenire diverso, grazie all’intervento del cugino.

Sparatorie, inseguimenti della polizia, scorribande a tutto gas, furti di carburante, litigate e riappacificazioni ci portano al cuore della saga della famiglia Dorkel. La notte è il tempo del sovvertimento delle regole, della spericolatezza, della ribellione alle regole del mondo gagè, a cui non sentono e non vogliono appartenere.

L’indomani si apre con un battesimo, che più che segnare la conversione di Jason, è la possibilità di lavar via tutte le macchie del passato della sua famiglia. È un nuovo giorno, si può ricominciare tutto daccapo.

Perfettamente a suo agio il cast, formato da giovani rom che non sono attori professionisti, ma hanno un’incredibile presenza scenica.

 

Raymundo Sesma a Torino

(Torino) Il 17 dicembre in via Lombroso 16 alle 9,00 incontro con l’artista messicano Raymundo Sesma.
La presenza a Torino dell’artista messicano Raymundo Sesma è occasione per un interessante momento di discussione su arte contemporanea e riqualificazione urbana a San Salvario, quale momento di approfondimento di Torino Capitale del Paesaggio in occasione del Congresso Mondiale dei paesaggisti IFLA che si terrà nella nostra città nel 2016.
Nel pomeriggio si terrà un interessante tavolo partecipativo con lo stesso Raymundo Sesma, rappresentanti dell’associazionismo locale e docenti dell’Accademia Albertina sul tema di Largo Saluzzo e di come, attraverso l’arte contemporanea, si possa migliorare il paesaggio urbano. Seguirà il sopralluogo in largo Saluzzo con la presenza, insieme agli altri intervenuti, di architetti del paesaggio AIAPP-Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio.
Intervengono: Alessandra Aires, Presidente AIAPP Piemonte Valle d’Aosta, Antonella Parigi, Assessore alla Cultura Regione Piemonte, Maurizio Braccialarghe, Assessore alla Cultura Città di Torino, Mario Cornelio Levi, Presidente Circoscrizione 8, Ferruccio Capitani, Comitato Organizzatore IFLA Torino 2016, Raymundo Sesma, Maria Flora Giubilei, Direttore Galleria di Arte Moderna di Genova, Fortunato D’Amico, Curatore d’Arte, Sopramaresotto, Francesco De Biase, Dirigente Servizio Cultura Città di Torino, Paolo Mighetto, Comitato di Redazione “Architettura del Paesaggio”, Enrica Pagella, Direttore di Palazzo Madama, premio ICOM museologa dell’anno 2012, Marco Minari, Commissione Locale per il Paesaggio di Torino, Paolo Naldini, Cittadellarte-Fondazione Pistoletto, Biella, Dario Rei, Cattedra UNESCO per la Sostenibilità Ambientale, Tiziana Monterisi, N.O.V.A. Civitas, Biella, Paola Parmentola, Marco Addonisio, Mattia Cogato Baraldo, Coord. Commissioni Circoscrizione 8, Giuseppe Piras, Agenzia Sviluppo Locale San Salvario, Roberto Albano, YLDA, Alessandro Mercuri, Associazione Nessuno, Daniela Lenzi, Donne per la difesa della società civile, Mario Salomone, Ecofoyer-Casa dell’Ambiente, Raymundo Sesma, artista, Monica Saccomandi, Fabrizio Sibona, Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.

Fondatore dell’associazione Advento, Raymundo Sesma negli ultimi 5 anni ha operato per integrare l’arte con l’azione di designer, architetti, paesaggisti e altri attori nell’ambito dell’arte pubblica. Ha condotto una serie di invenzioni in situ su architetture interne ed esterne, pareti di musei e gallerie in Messico, Stati Uniti, Svizzera e Italia. Le sue realizzazioni stimolano zone di contatto sociale e attivano processi sociali. I suoi lavori sono presenti in prestigiose collezioni internazionali, dal Metropolitan Museum of Art di New York al Victoria and Albert Museum di Londra, dal Musée d’Art Modern di Parigi al National museum of Modern Art di Tokyo, al Museo de Arte Moderno di Città del Messico, alla Fundaçao Calouste Gulbenkian di Lisbona. Per Torino ha realizzato nel 2009 il progetto Campo expandido nell’ambito del progetto Star-T, L’arte sotto le stelle, promosso da Sopramaresotto (rotonda di via Orvieto angolo corso Mortara).