Speciale Salone del Libro/Spazio virtuale: una manciata di parole

di Tiziana C. Carena e Francesco Ingravalle

Massimo Giannini, Giovanni Tizian presentano il volume di Umberto Ambrosoli

(Coraggio, Bologna, Il Mulino, 2015, pp. 112)

 

Torino. Un libro di denuncia introdotto da Massimo Giannini con queste parole: «Noi italiani siamo un popolo individualista, non liberale»; invece, mai come oggi occorre il coraggio civico, la somma di tanti “no” ai compromessi, alla corruzione, in nome dell’onestà della vita pubblica. La “Sala azzurra” è colma di ascoltatori, quasi tutti giovani e di mezza età: tutti ascoltano con estrema serietà perché è un continuo appello alla responsabilità individuale, a non curare esclusivamente il proprio “orto”, il proprio interesse.

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Expo 2015: un manifesto per una nuova economia

Sabato 2 maggio alla cascina Triulza, sede delle iniziative del terzo settore, il movimento Navdanya, Banca Etica e la Fondazione Triulza presentano il manifesto “Terra viva. La nostra terra, i nostri beni comuni, il nostro futuro. Una nuova visione per una cittadinanza planetaria”.

Si trata di un documento di analisi e denuncia, ma soprattutto di proposta su come superare il paradigma dell’economia lineare in favore di una circolarità da recuperare non solo nella gestione dell’ambiente e dell’agricoltura, ma anche nelle scelte economiche e sociali. Un Manifesto elaborato da un panel di esperti guidati da Vandana Shiva con il contributo di ricercatori da tutto il mondo.

Introduce Sabina Siniscalchi, Vicepresidente Vicario Fondazione Triulza.
Intervengono:
Vandana Shiva, Navdanya International
Don Luigi Ciotti, Presidente di Libera
Maurizio Martina, Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali con delega a Expo Milano 2015
Ugo Biggeri, Presidente di Banca Etica ed Etica Sgr
Hilal Elver, Special Rapporteur dell’ONU per il Diritto al Cibo

Cibo, una storia di condivisioni

Gran parte delle prodotti agricoli che allietano le nostre tavole non sono originari del Mediterraneo ma di paesi molto lontani da noi

In occasione dell’apertura dell’Expo universale di Milano, Luca Novelli (Milano, 1947), popolare scrittore, disegnatore e giornalista, autore di una lunga serie di libri di scienze per ragazzi tradotti in 22 lingue, che collabora con RAI, WWF e una serie di musei e università, ricorda che “gran parte delle prodotti agricoli che allietano le nostre tavole e titillano la creatività dei nostri chef non sono originari del Mediterraneo ma di paesi molto lontani da noi. Il grano e la vite discendono da ceppi coltivati in origine nella Mezzaluna Fertile, il riso da varietà coltivate nel sud est asiatico. Provengono dal lontano e vicino Oriente l’arancio, il mandarino, il mandorlo, il pesco, l’albicocco, il ciliegio e il melo.

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All’indomani del “giorno della terra”… Ma qualcuno se ne è accorto?

Storia e significato di una giornata “made in USA”

di Pierluigi Cavalchini

 

Un bel po’ di anni fa, esattamente il 22 aprile 1970, ci fu una prima delle prime “manifestazioni ambientaliste” della storia, almeno come le concepiamo (e le abbiamo vissute) noi. Abbigliamento casual, bottigliette d’acqua, un filo diretto tra movimento per la pace, i diritti civili e la salvaguardia dell’ambiente (appunto), lo sfondo di qualche guerra da contrastare… eccetera. Bene. Anche se può sembrare anacronistico parlarne è utile capire da dove siamo partiti o, comunque da dove è partito uno dei molti fili che – in qualche modo – ci stanno ancora guidando oggi, ed è stato un po’ questo lo spirito ispiratore dei promotori dell’Earth Day del 15 aprile. Sarebbe dovuta essere la giornata del 22, quella culminante ma si è preferito anticipare il tutto di una settimana.

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Torino: festa di primavera a Orti aperti

Un ricco programma domenica 26 aprile in via Massari

Mercoledì 22 conferenza stampa in Comune 

 

La giornata è dedicata alla cultura delle fertilità e della biodiversità.

Laboratori, dibattiti, mostre fotografiche, mercato florovivaistico, ristoro e altro ancora nel ricco programma della prima “Festa di Primavera Semi, fiori e sport”, nell’ambito di “Orti aperti”, organizzata dal Centro Polisportivo Massari.

 

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Capire (e praticare) l’economia ecologica

Una recensione a

Mario Salomone, Al verde! La sfida dell’economia ecologica, Roma, Carocci, 2014, pp. 158

di Francesco Ingravalle

 

Il volume si articola in sei capitoli: Economia vs ecologia?, Nascita dell’economia ecologica, Misure del benessere e della sostenibilità, Politiche per l’ambiente, Sistema economico e ambiente, La società verde, con una bibliografia e un Glossario.

L’economia è una scienza socio-ambientale e abbisogna dell’utilizzo di una pluralità di discipline se vuole essere all’altezza del compito che le è stato assegnato (per quanto non dalla maggioranza degli economisti) nel corso del Novecento: essere scienza del buon vivere (o felicità).

La situazione viene descritta in questi termini: in un decimillesimo della presenza umana sulla Terra è stato prodotto il 97% dell’intera ricchezza mondiale generata in due milioni e mezzo di anni. L’impatto ambientale è stato pesante, perché ogni progresso tecnologico è stato (ed è) la premessa di altri progressi “alimentando una spirale di feedback positivi” e la crescita è stata esponenziale. Il lavoro – che è stato la molla di questo sviluppo – è stato non soltanto lo strumento per garantire la semplice sussistenza umana e per assicurare la riproduzione della specie, ma anche per garantire la soddisfazione di bisogni non fondamentali, alcuni dei quali stimolati per tenere alto il livello di consumo, altri per permettere a taluni di occupare posizioni più elevate di quelle dei propri simili.

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Nasce la Carta dell’informazione ambientale

Giornata “green” al Festival internazionale di giornalismo

Perugia, 15 aprile 2015. Diversi eventi promossi dalla Federazione italiana dei media ambientali hanno caratterizzato la prima giornata del Festival internazionale di Perugia.

Tra questi, la presentazione della Carta dell’Informazione Ambientale, frutto di riflessioni condivise, all’esame di giornalisti e comunicatori ambientali. A differenza di altre “carte” dedicate ai giornalisti, questa non intende proteggere una categoria (come fa la carta di Treviso per l’infanzia) ma un “bene comune” (l’ambiente) e dare una regola (come fa la carta sull’informazione economica).

La presentazione ha visto la partecipazione di Mario Salomone, presidente nazionale FIMA e direttore di “.eco”, di Marco Gisotti e Sergio Ferraris (dal primo è partita la proposta di una “Carta”, il secondo ha coordinato il gruppo di lavoro ristretto) e della professoressa Mihaela Gavrila, dell’Università La Sapienza di Roma.

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Scalamercalli si congeda

“Gli esempi concreti valgono più di mille parole”

di Pierluigi Cavalchini

 

Anche le ultime due puntate di “Scalamercalli”, trasmissione tra l’informativo, l’educativo e la “TV denuncia”, se ne sono andate ed è più che plausibile una riflessione sugli esiti, oltre che sui contenuti della proposta.

Uno share che, nonostante qualche fisiologica flessione, si è sempre mantenuta – secondo Rai Tre – su buoni livelli (con quasi due milioni di ascolti) e che da sola giustifica la riproposizione dell’impresa di cui si sentiva il bisogno.

La chiusura migliore possibile è stata quella dell’ultima puntata (la sesta, di sabato 4 aprile 2015) che ha semplicemente ricordato quali sono le due leve possibili (forse le uniche) su cui basarsi per “scuotere le coscienze” , come Luca Mercalli ha ripetuto innumerevoli volte. Come prima “chiave”, le parole del fondatore del gruppo ambientalista nepalese “Green Soldiers”, riportate integralmente nel titolo, sicuramente utili per provare a invertire abitudini sballate e concezioni fataliste del futuro prossimo venturo.

 

Cominciare dal proprio ”intorno”

 

Il secondo suggerimento ci è venuto, invece, proprio negli ultimi minuti di trasmissione, dalle citazioni in diretta del libro “Piccola Utopia Minimalista” di Luigi Zoia, in cui si prova a vedere se ci può essere un’altra via “ambientalmente e socialmente compatibile” fra liberismo capitalista e socialismo più o meno imposto. In sostanza un appello alla ragione e al “fai da te”, al “raccogli quel che puoi raccogliere” con amici vecchi e nuovi perché il mondo “si pulisce” partendo dal tuo ambito particolare.

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Dove va l’educazione ambientale? Ne parliamo ad Anghiari

10 e 11 aprile, due giornate di studio nello splendido borgo toscano.

Gratis la partecipazione per i membri della rete WEEC

“Dove va l’educazione ambientale?” Questo il tema di due giornate di studio promosse da Duccio Demetrio e dalla Libera Università dell’autobiografia, con la collaborazione di .ECO e della rete italiana WEEC. Molti autorevoli relatori e interessanti laboratori fanno dell’appuntamento di Anghiari un appuntamento prezioso per chi è già impegnato e per chi vuole impegnarsi nell’educazione ambientale.

Inizio il venerdì alle 15 e conclusioni sabato alle 12,30. Il borgo offre sistemazioni economiche e la possibilità di unirvi nel weekend un piacevole soggiorno tra Toscana e Umbria.

Tutti i dettagli e modulo di iscrizione sul sito della LUA, www.lua.it

La quota di partecipazione è di 30 euro e include la cena del venerdì, ma è gratis per i soci LUA e per i membri della rete mondiale WEEC.

È possibile aderire alla rete WEEC sul sito web internazionale della rete o direttamente ad Anghiari.

Leggi come aderire alla rete WEEC (inglese)

Leggi come aderire alla rete WEEC (francese)

Saperi e competenze al cuore delle questioni socio-ecologiche

Un importante saggio di Lucie Sauvé (e altro) sul numero 14 di Culture della sostenibilità

Quali sono le sfide dell’educazione contemporanea e, più specificamente, dell’educazione ambientale?

Il numero 14 del semestrale Culture della sostenibilità è un numero da non perdere.

“Cosa occorre imparare ancora? Quali sono le sfide dell’educazione contemporanea e, più specificamente, dell’educazione ambientale?”. A queste e altre comande risponde il saggio di Lucie Sauvé, una delle voci più autorevoli a livello mondiale, dedicato a saperi e competenze oggi necessarie. «La presa di coscienza delle “grandi domande” che animano le nostre società – osserva Lucie Sauvé, che è professoressa alla UQAM di Montréal e una delle figure di spicco della rete mondiale WEEC – richiama lo sviluppo di una ecocittadinanza, ovvero una cittadinanza cosciente dei legami stretti tra società e natura, una cittadinanza critica, competente, creativa ed impegnata, capace e desiderosa di partecipare ai dibattiti pubblici, alla ricerca di soluzioni ed all’innovazione ecosociale». 

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