Il senso dell’acqua

Per gli analisti l’acqua è un liquido incolore e inodore e per di più insapore. Definizione corretta, ineccepibile secondo gli standard imposti, ma che toglie molto del fascino che questo composto possiede. Invece, l’acqua è, a mio parere, un liquido coinvolgente, capace di sollecitare tutti i nostri sensi procurandoci, in genere, gradevoli sensazioni.

Tra i sensi coinvolti c’è n’è uno, però, al quale raramente si pensa: l’olfatto. L’ispirazione di dedicare quest’oblò ai profumi dell’acqua (senza parlare ovviamente delle acque di colonia e di toilette che pure qualche collegamento ce l’anno), mi è venuta una mattina uscendo da casa. L’aria era più frizzante del solito e nel cielo passavano grandi nubi che mi ricordavano i cieli dell’Atlantico e i profumi delle sue coste. È una mia fissazione quella di sentire a Milano gli aromi dell’Atlantico, ma la cosa mi piace e penso che in certe giornate continuerò ad annusare l’aria con soddisfazione. Intanto vi offro alcuni spunti per provare a mettere in funzione il vostro olfatto con l’acqua e rafforzare ulteriormente la vostra consapevolezza sull’importanza, non solo pratica, del prezioso liquido.

Avete mai notato come la pioggia spesso si annunci attraverso un cambiamento nel profumo dell’aria, come sia possibile accorgersi che il giardino sotto casa è stato bagnato o che vi state avvicinando a un fiume o al mare? Probabilmente ve ne siete accorti, ma non ci avete fatto caso. Questo, forse, dipende anche dal fatto che la gente di città ha le mucose nasali intasate dagli odori del traffico e poco efficienti. Ma provate ad andare nei boschi ad annusare il profumo dei tronchi, della terra umida che contiene quella strana combinazione di sostanze che va sotto il nome di geosmina e che ha tanta influenza sulla risalita delle cieche nei fiumi. E le anguille, si sa, sono animali dall’olfatto fino proprio come i salmoni che, annusando annusando, ritrovano le acque di casa. Certo non sempre i profumi sono gradevoli. Un’acqua inquinata è spesso maleodorante, ma non estendete questa definizione alle acque ferme. Uno stagno o una palude hanno un loro profumo, forte a volte, non lo nego, ma sicuramente più sano di quello che sale talvolta da un impianto di depurazione o da un corpo idrico rovinato dall’uomo.

A questo punto vi invito tutti a chiudere gli occhi e a farvi guidare dal vostro naso alla ricerca dell’acqua. Se poi avete dei figli insegnate loro a giocare con l’acqua e i sensi. Probabilmente un giorno vi ringrazieranno.

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