Al Maso Paradiso: contadini per un giorno

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Intervista a Diego Pederzolli: il primo agricoltore trentino a conseguire la qualifica di tutor aziendale per l’agricoltura biologica.

L’azienda agricola biologica “Maso Paradiso” nasce sedici anni fa, con un nome scelto in onore della località “al paradis”, dove gli anziani andavano a coltivare la terra che dava ottimi frutti. «Il Maso alle Rose, invece, l’ho dedicato a mia madre, Rosa, una della prime operatrici agricole trentine che si dedicarono al biologico dopo la prima legge  provinciale del 1972 specifica sull’agriturismo» spiega Diego Pederzolli, proprietario di queste due realtà agricole che del biologico e del km0 hanno fatto una filosofia di vita.

L’azienda agricola Maso Paradiso si occupa di colture biologiche diversificate: «coltiviamo nove ettari di terra, abbiamo frutteti, vigneti, ortaggi e soprattutto trasformiamo il prodotto con laboratori nostri per valorizzare tutta la produzione – racconta Diego – inoltre diamo molta importanza all’attività didattica».

L’attività didattica si rivolge alle scuole, dalla materna alle superiori, alle associazioni, ai gruppi di anziani, ai ragazzi diversamente abili e ai turisti. Chiunque lo desidera ha l’opportunità di diventare agricoltore per un giorno e lavorare nei laboratori del Maso per imparare a seguire il prodotto dalla sua nascita sino al consumo, rispettando tutte le norme igieniche previste dai protocolli.
«Sono stato il primo agricoltore in Trentino a seguire un corso e conseguire quindi la qualifica e il brevetto di tutor aziendale per l’attività didattica, nel 2002» ci spiega Diego.
«Ѐ importantissimo far conoscere il ciclo di vita di un prodotto, seguire la terra, le colture, capire l’importanza della stagionalità di un prodotto».

Un’intuizione lungimirante se si pensa che adesso, a dieci anni dall’idea di Pederzolli, il Maso è stato visitato da centinaia di persone, gruppi, scuole provenienti da diverse parti di Italia e anche dall’Estero.

«I visitatori che scelgono di intraprendere questo percorso didattico vengono vestiti adeguatamente per seguire tutti i protocolli igienici, vengono portati in campagna, seminano, trapiantano, raccolgono e seguono il ciclo di produzione. Possono così manipolare e trasformare il prodotto e poi portarlo a casa».

«In Austria e in Germania la cultura del biologico è più sviluppata rispetto all’Italia – ci spiega Diego – mi capita spesso che turisti austriaci o tedeschi scelgano mele segnate o esteticamente rovinate che in italiana non verrebbero mai scelte. In realtà il biologico si basa proprio su questo: proteggere i nostri prodotti con metodi naturali».

Il Maso delle Rose completa il suo sogno: offrire i prodotti biologici sulla tavola del ristorante e permettere ai turisti di pernottare in agriturismo.

Una gestione familiare indispensabile, secondo il proprietario del Maso, per poter fronteggiare gli impegni richiesti da un’attività produttiva così ricca di passione e di fatica.

«Ho quattro figli e tutti ci danno una mano, due di loro si stanno già avviando all’attività agricola attraverso gli studi e l’esperienza con noi. Per me l’importante è stato trasmettere la passione della terra e del biologico senza costringere nessuno. La passione è fondamentale per fare questo lavoro.

Quali sono i passi che deve compiere un giovane che sceglie di intraprendere quest’attività?

«La prima cosa è la passione, la seconda una famiglia o degli amici che la condividano, poi corsi e formazione continua, ottenere le certificazioni adeguate rispettando le regole del biologico e infine raggiungere i parametri per fare le attività connesse: sia quelle didattiche sia quelle alberghiere per il pernottamento degli ospiti».

Ma l’agricoltura biologica conviene sempre?

«Si. I produttori pagano il 15-20% in più dei prodotti non biologici perché c’è una bassa percentuale di prodotto commerciabile e costa al consumatore, ma i vantaggi in termini di eccellenza del prodotto e soprattutto di salute sono indubbi. Ad esempio, il famoso mais da polenta è poco produttivo, non è ibrido ed è costituito dalle vecchie varietà del territorio che permettono una produzione di altissima qualità. Si pensi che produciamo 40 quintali di mais all’ettaro. È pochissimo ma è quello che permette l’eccellenza, perché il prodotto viene valorizzato e seguito con la massima cura. Abbiamo molti GAS (gruppi di acquisto solidale) in tutta Italia che lo acquistano».

Un’altra eccellenza del Maso Paradiso è il Baco da seta…

«Siamo gli unici qui ad aver costruito uno spazio didattico per far riscoprire i vecchi mestieri alle nuove generazione. Così permettiamo ai gruppi scolastici di osservare e partecipare alle varie fasi dell’allevamento del baco da seta. Il baco era una vera e propria ricchezza nel dopoguerra trentino, veniva allevato dalle donne e aveva un vero ruolo sociale. Va detto che il baco da seta si nutre esclusivamente di foglie di gelso e che sono necessarie temperature e umidità adeguate. Il ciclo di 40 giorni viene mostrato ai bambini nelle diverse fasi: dalla coltura della foglia di gelso, alle uova schiuse sino alle quattro mute del baco che cambia vestito e fa il bozzolo».

Un altro valore speciale per compiere quel percorso verso la natura e la conoscenza del ciclo produttivo che mai come oggi sono necessari per la salute e per l’agricoltura.

Per informazioni: www.masoparadiso.com

Silvia Gelmini

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