Primavera e Giornata dell’acqua: una occasione per ricordarsi del rischio frane e alluvioni

Roma e Firenze: ecco le zone a rischio idraulico.

5.581 comuni italiani sono interessati da un alto rischio idrogeologico, in zone dove si trovano 6.251 scuole e 547 strutture sanitarie

(21 marzo) In questo fine settimana, per iniziativa del FAI (Fondo Ambiente Italiano), molti siti di pregio saranno aperti al pubblico per favorirne la riscoperta.

Una occasione per ricordare che secondo recenti dati ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e ISRC (Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro), in Italia sono ben 14.000 i beni culturali a rischio frane e 28.483 quelli a rischio alluvione.

Roma e Firenze a rischio, ma anche migliaia di comuni e borghi storici

 

Nella città di Roma, a rischio idraulico ci sono 2.204 capolavori d’arte e l’intero centro storico (Piazza Navona, Piazza del Popolo, Pantheon); nel comune di Firenze, i beni culturali esposti a rischio idraulico risultano essere 1.145, tra cui la Basilica di Santa Croce, la Biblioteca Nazionale, il Battistero e la Cattedrale di Santa Maria del Fiore.

Numerosi sono anche i borghi storici a rischio dissesto idrogeologico come Volterra (Pisa), Civita di Bagnoregio (Viterbo), Certaldo (Firenze).

A ciò vanno aggiunte 6.251 scuole e 547 strutture sanitarie, ubicate in zone ad alto rischio idrogeologico. Francesco Vincenzi, presidente dell’ANBI (Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni) commenta: “Il 21 e 22 marzo sono due date importanti: il primo giorno di primavera si festeggia San Benedetto, patrono dei bonificatori; il giorno dopo è la Giornata Mondiale dell’Acqua. L’occasione deve essere foriera per una riflessione sulla centralità che la salvaguardia idrogeologica ha per il futuro del nostro Paese, il cui sviluppo economico e sociale non può prescindere dalla valorizzazione del bene territorio, la cui fragilità è però racchiusa in un dato: 5.581 comuni sono interessati da aree ad alto rischio idrogeologico”. Bisogna far sì, conclude, che “la risorsa acqua resti madre di vita contro quelle scelte umane scellerate, che troppe volte la trasformano in matrigna.”

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