Mondializzazione e decrescita

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Serge Latouche
Mondializzazione e decrescita. L’alternativa africana
Edizioni Dedalo, 2009, 14 euro

 

Sullo sfondo della crisi economica e sociale mondiale, Latouche indaga la sfera delle relazioni comunitarie e della felicità individuale: questi, per lui, i pilastri sacri di un futuro sostenibile. L’Africa, ai suoi occhi, appare come un serbatoio di saggezza ineludibile, il luogo per eccellenza delle pratiche sobrie della produzione e della convivialità in contrapposizione alla mera accumulazione delle merci, alla proprietà e all’individualismo; in altre parole, un antidoto ai nostri mali, capace di liberare l’uomo moderno dalle maglie del delirio tecno-economico per ritrovare se stesso e dare speranza alle nuove generazioni. I rapporti sociali in occidente sono determinati dal mercato, mentre nell’Africa “altra”, quella non piegata alle logiche del profitto, la base d’azione è la famiglia, la comunità, la rete locale, governate dalla logica del dono, dal bene che assume le vesti del legame, dalla “concreta e difficile arte dello stare insieme”. Arte che l’occidente ha smarrito da un pezzo. La vitalità proteiforme del continente nero potrebbe dare vita, un giorno, al miracolo africano. Questa è, per Latouche, l’unica alternativa possibile, una sorta di “sopravvivenza allo sviluppo e fuori dallo sviluppo” attraverso l’ancoraggio alla ricchezza dei legami sociali. Una scommessa di portata epocale che, ammonisce, può essere vinta solo a patto di rinunciare al nostro compulsivo saper fare a favore di un assai più utile saper vivere.

Giulia Maringoni

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