Messico: sviluppo economico o ambiente?

Cuernavaca A. Guglielmi

Intervista di Tiziana Carena

Parliamo con un italiano all’estero, in Messico da ventitre anni e da vent’anni a Cuernavaca, Andrea Guglielmi, 52 anni, ligure. Formato in scienze agrarie, l’idea iniziale di Andrea era di coltivare piante tipiche come l’aloe vera per esportarle in Europa. Poi un cambio di rotta: l’insegnamento della lingua e della cultura italiana, un lavoro che gli ha consentito di guadagnare discretamente e di ottenere i permessi di soggiorno. Nel 1998 ha ottenuto la naturalizzazione e oggi dirige anche un cineclub per favorire la diffusione del cinema italiano nel suo paese d’adozione. Un italiano, dunque, che ha cercato nuovi orizzonti. Con lui conosciamo più da vicino il Messico, dal punto di vista che più ci interessa: quello dell’educazione ambientale.

Qual è l’interesse per l’educazione ambientale sia a livello politico che all’interno dell’istituzione scolastica?

«Nelle forze politiche messicane il tema ambientale inizia a essere dibattuto anche se, secondo la mia opinione, non con l’impeto con il quale si dovrebbe affrontare. Nelle scuole, l’educazione ambientale si sta facendo strada, ma manca ancora molto da fare. Sono andati persi molti anni che avrebbero senza dubbio migliorato la sensibilità verso il tema da parte di tutta una o più generazioni.
Nota: da non sottovalutare che per molti anni, a poca distanza dalla strada che porta a Xochicalco, operava una  grandissima discarica di spazzatura dove molte persone che risiedono nella zona lavoravano. Puoi immaginarti con che facilità si possono convincere queste persone con l’argomento di un miglior futuro economico per le loro famiglie…». 

che ruolo ha avuto il governo messicano nella concessione dei diritti per l’apertura di una miniera a cielo aperto proprio vicino a  Xochicalco che, com’è noto, è un patrimonio dell’umanità?

«La ditta sta operando da circa otto anni facendo delle esplorazioni e ora che ha trovato parecchio oro e argento non vede l’ora di iniziare le operazioni. Sui permessi esiste un certo ermetismo per via delle pressioni da parte della comunità scientifica di Cuernavaca e di una porzione di cittadini onde annullare il progetto.
Si dice che a livello statale e locale abbiano già autorizzato i permessi ma per fortuna esiste la controparte del governo regionale del Morelos che sta ostacolando politicamente (i governi locale e statale sono in mano al partito P.R.I. mentre il governo regionale è diretto dal P.R.D., dove militano molte persone che hanno una certa sensibilità verso la protezione dell’ambiente). Sicuramente i motivi economici sono importanti, basti pensare a due detti popolari molto diffusi: “Con i soldi balla il cane” e “In Messico con i soldi tutto si può fare!”».

Cosa pensi di questo sviluppo economico che non tiene in considerazione i limiti posti dall’attenzione all’ambiente?

«Sfortunatamente, moltissime persone, immerse nella loro impellente necessità di lavoro, non si rendono conto che l’agire contro l’ambiente provocherà dei danni molto superiori al guadagno monetario in tasca del lavoratore. In questo momento, a tutti i livelli di governo, lo sviluppo economico a tutti i costi è la parola d’ordine e lo scudo dietro il quale si occultano interessi privati molto più grandi dello stipendio di un operaio. Pare che per le autorità lo sviluppo economico rappresenti non solo il toccasana per le loro tasche, ma una sorta di liberazione verso il paradiso per il lavoratore “senza opzioni”, che viene ricattato continuamente. Per loro la cura dell’ambiente rappresenta qualcosa che può attendere, i bisogni primari no. Quelli si devono soddisfare ora, senza procrastinazioni».

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