Nouriel Rubini – Stephen Mihm
La crisi non è finita
Feltrinelli, 2010, pp. 397, 19 euro
Nouriel Roubini, autorevole professore di economia della New York University, in questo libro attesissimo svela con pacata lucidità come riuscì nel lontano 2006 a predire la crisi che avrebbe messo il mondo in ginocchio, evidenziando gli errori da evitare e i passi da compiere per uscirne senza troppe ferite. Centrale, nella sua analisi, è la tesi secondo cui le pandemie economiche non sono fenomeni eccezionali, unici e imperscrutabili, privi di cause specifiche. Al contrario, dimostra come le tempeste finanziarie siano una sorta di “cigni bianchi”, fedeli a un canovaccio noto e iscritti nel genoma stesso del capitalismo, che si possono conoscere, monitorare e addirittura prevedere ed evitare.
La realtà, sostiene, è molto più complessa e contro-intuitiva di quanto ci vogliano far credere e, per sfatare le visioni ingenue che spopolano, confronta la crisi attuale con altre del passato, a conferma del vecchio adagio secondo cui la storia difficilmente si ripete, ma spesso si fa “rima”. Solo con la volontà umile di trarre insegnamento dalle tante esperienze di crisi, ammonisce Roubini, potremmo attuare le giuste riforme per gestire l’instabilità dei sistemi finanziari, arginarne i pericoli di contagio globale, fino a immaginare uno scenario futuro più stabile per l’economia mondiale. Sprecare quest’opportunità sarebbe ancora più distruttivo, anzi tragico.
Giulia Maringoni