L’ acqua è sportiva?

Il tema che i curatori di queste pagine mi hanno suggerito per quest’anno è affascinante e mi riporta ai tempi in cui gareggiavo sulle piste di atletica, niente di particolare, anche se i ricordi sono belli e qualche medaglia me la sono portata a casa, soprattutto nei certami agonistici studenteschi. Ma non parlerò certo di quello che fu. Di quel periodo, però, mi sono rimasti i valori insiti nello sport: che si vince senza trucchi e che vince il più bravo. Per rompere il ghiaccio mi sono posto un obiettivo piuttosto ambizioso, provare a rispondere a una domanda sicuramente insolita: ma l’acqua è sportiva? Di sicuro lo è come elemento chiave di tutti gli sport, agonistici e non, che si possono definire acquatici, dal nuoto ai tuffi, dalla vela al canottaggio, per arrivare, se volete, alla pesca sportiva. Quanto alla domanda sopra, proverò a dare una risposta che vada oltre il semplice sì.
Per farlo dovrò scomodare il famoso barone Pierre de Frédy di Coubertin, conosciuto per essere il fondatore dei moderni giochi olimpici. A lui si deve il motto olimpico “Citius, Altius, Fortius!”, un’espressione in latino che significa “Più veloce, più in alto, più forte!”. Sì, bene, citazione interessante.

Ma l’acqua? Eccola! Rileggiamo il motto sopra citato. Non vi pare che si possa adattare anche all’acqua? L’acqua si muove e per definizione quando incontra la superficie terrestre cerca di raggiungere il piano (il vasto mondo degli oceani) seguendo le linee di massima pendenza, il che la porta a scorrere il più veloce possibile. Ovviamente, come nello sport ci sono acque più veloci e altre più lente, ma la competizione come la intendiamo noi all’acqua non importa. Il suo dovere è correre, chiudere il ciclo e questo fa. Più in alto? Di nuovo dobbiamo rifarci al ciclo dell’acqua che deve salire in alto, molto in alto, per passare dallo stato aeriforme o gassoso di vapor d’acqua a quello liquido.
Evaporando, infatti, l’acqua sale, sempre più in alto, nell’atmosfera per svariati chilometri, per poi ricadere sulla Terra sotto forma di pioggia o neve.
Dopo il “sempre più in alto”, l’acqua deve cimentarsi in prove di forza. E in questo compito probabilmente non ha rivali. La sua forza è colossale e l’uomo, che la subisce o la sfrutta, lo ha imparato a sue spese. Non sempre però ce lo ricordiamo o meglio, dato l’argomento che stiamo trattando, spesso abbiamo sottovalutato il nostro avversario con le ovvie conseguenze che questo modo di agire di solito comporta.
Forse se trattassimo l’acqua in maniera più sportiva, rispettandola cavallerescamente come si deve fare con gli avversari, finiremmo per guadagnarci. Ma in fondo, poi, perché considerarla un avversario? Pensiamola piuttosto come a un amico da sfidare lealmente in qualche competizione, magari convinciamola ad allearsi con noi, ad aiutarci come ha sempre fatto. Ne guadagneremo tutti.

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