Calotta Polare a rischio di collasso

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Un team di 56 ricercatori di 4 nazioni (USA, Italia, Germania e Nuova Zelanda), ha pubblicato nuove prove del fatto che aumenti anche modesti della concentrazione di CO2 in atmosfera potrebbero avere un’importante conseguenza sulla stabilità della calotta di ghiacci dell’Antartide Occidentale.

I risultati della ricerca, pubblicati sulla rivista Nature, sono basati sullo studio geologico e geofisico delle carote di sedimenti raccolte in un pozzo profondo 1280 metri nella regione del McMurdo Sound, nel Mare di Ross. Questo pozzo è frutto dell’ambizioso programma di perforazioni profonde nei sedimenti antartici, denominato ANDRILL (ANtarctic geological DRILLing). I dati rilevati hanno messo in luce per la prima volta una calotta polare estremamente dinamica, le cui fluttuazioni sono avvenute seguendo la periodicità di un parametro dell’orbita terrestre (variazione ciclica dell’inclinazione dell’asse terrestre). La calotta polare occidentale è periodicamente collassata e, nella regione del Mare di Ross, la piattaforma di ghiaccio galleggiante, oggi estesa come la Francia, e’ andata progressivamente ritirandosi fino a dare spazio a condizioni di mare aperto.

I dati acquisiti sono estremamente importanti per comprendere i comportamenti delle antiche calotte polari e del ghiaccio marino stagionale, nonché per la verifica dei modelli matematici sull’evoluzione del clima a scala planetaria.

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