Kyoto spegne quattro candeline

Il 16 febbraio si è celebrato  il 4° compleanno del Protocollo di Kyoto, l’accordo internazionale entrato in vigore il 16 febbraio 2005 e ratificato da 184 nazioni  per la graduale riduzione entro il 2012 dell’emissione globale dei gas a effetto serra.

Si tratta di una giornata dedicata alla sensibilizzazione sui temi legati al risparmio energetico e al rispetto della Terra. Un compleanno al quale l’Italia si presenta con un regalo di cui essere poco fiera. Il nostro paese è infatti ancora molto lontano dal raggiungere gli obiettivi del trattato ma il peggio è che, dal 1990 (anno di riferimento per il protocollo) al 2006,  invece di ridurle ha incrementato le sue emissioni del 9,9%. Tuttavia, secondo un dossier presentato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, il trend sembra aver invertito la marcia, registrando negli ultimi due anni una diminuzione costante. Per raggiungere l’obiettivo previsto nel 2012 (riduzione del 6,5%) l’Italia deve fare ulteriori e impegnativi sforzi, soprattutto nel settore dell’energia rinnovabile, che oggi rappresenta una quota marginale della produzione energetica nazionale.

Nel mondo la situazione non è certo meno critica. Dal 1990 al 2006 le emissioni di Co2 sono infatti aumentate di circa 7 miliardi di tonnellate. A pesare sull’incremento sono in primo luogo i gas di scarico dei paesi neo-industrializzati responsabili del 53% delle emissioni totali ma anche gli Stati Uniti che da soli costituiscono un ulteriore 20% delle emissioni. L’amministrazione Bush si è sempre opposta alla firma dell’accordo, ma c’è da sperare che con Obama, la cui campagna elettorale è stata proprio incentrata sulle problematiche ambientali, le cose siano destinate a migliorare. Molto più incoraggiante invece la situazione europea;la Ue, anche grazie all’accordo 20-20-20, riuscirà a raggiungere e addirittura superare l’obiettivo dell’8% stabilito a Kyoto con un tasso di riduzione pari al 11,3%.

Nonostante gli scenari poco rosei, è importante rifocalizzare  gli obiettivi del Protocollo di Kyoto, che rappresenta il primo momento in cui tutto il mondo ha capito quanto la salvaguardia della salute del pianeta fosse un imperativo vitale, coordinando gli sforzi per scongiurare una crisi climatica. In particolare la lotta agli sprechi energetici e la difesa dell’ambiente richiedono la collaborazione di tutti i cittadini, a partire dalle piccole azioni quotidiane. Come? Ad esempio evitando gli sprechi,  chiudendo il rubinetto dell’acqua mentre ci laviamo i denti; oppure utilizzando le lampadine a basso consumo energetico, spegnendo gli elettrodomestici quando non si usano, spostandoci con i mezzi pubbllici. Inoltre è opportuno evitare i sacchetti di plastica al supermercato e ancora preferire i prodotti locali e di stagione o quelli biologici quando facciamo la spesa; infine, scommettere sulla raccolta differenziata e sul riuso dei materiali di scarto.

Per consultare  il documento completo sul Protocollo di Kyoto cliccare qui

2009: Anno Internazionale delle Fibre Naturali

A stabilirlo è stata la FAO che ha accolto con favore la decisione presa dall’Assemblea Generale dell’ONU, dando un ulteriore contributo al raggiungimento degli Obiettivi del Millennio.
In una fase particolarmente delicata per l’industria tessile mondiale, il progetto per la diffusione di una cultura del consumo e della produzione eco ed eticamente sostenibile punta sulla sensibilizzazione del consumatore. Questi dovrà diventare più consapevole dell’importanza delle fibre naturali e rafforzare la domanda di prodotti che ne fanno uso, in modo da migliorare l’impatto che l’agricoltura ha attualmente in percentuale sulla produzione industriale, salvaguardando il reddito complessivo dei paesi produttori e tutelando l’ambiente.

Sono da ritenersi fibre naturali il cotone, la lana, la juta, il lino, il cachemire, l’angora, la seta, la fibra di cocco, la canapa, la raffia, la paglia e molte altre. Alcune di origine vegetale altre animale, sono usati per fare tessuti ed altri beni di consumo, come complementi di arredo, oltre che per impieghi industriali. Esse costituiscono un’importante fonte di reddito per milioni di agricoltori, valutato nell’ordine di 40 miliardi di dollari l’anno. In molti casi le fibre rappresentano il 50% delle esportazioni in alcuni Paesi in via di sviluppo.

L’obiettivo primario dell’anno internazionale delle fibre naturali è rimettere in primo piano queste fibre ed evidenziarne il valore agli occhi dei consumatori, aiutando al tempo stesso a sostenere i redditi dei produttori. Una sfida importantissima che coinvolge anche, e soprattutto, le case di moda e i produttori tessili. La riscoperta di alcune fibre nazionali, come effetto della crisi economica che frena i commerci, potrebbe essere un’occasione per lo sviluppo di alcune imprese agricole nazionali e rilanciare la moda made in Italy. In questo modo sarebbe possibile confezionare tre milioni di abiti all’anno a Km zero che non dovrebbero percorrere distanze sproporzionate con mezzi inquinanti prima di essere indossati.

A guidare gli interventi e le iniziative per sensibilizzare sull’uso e sul ruolo di familiari risorse naturali spesso date per scontate, è a disposizione un Comitato Direttivo Internazionale, che fa da coordinamento generale delle varie celebrazioni, in partnership con molte altre organizzazioni. La FAO è al lavoro per trovare risorse da paesi donatori ed associazioni per finanziare le attività, come mostre, sfilate di moda, conferenze, documentai televisivi, concorsi nelle scuole. L’anno internazionale della Patata, celebrato l’anno scorso, è stato reso possibile proprio grazie a donazioni pari a 800.000 dollari.

Tra i principali eventi in programma ci sono un Vertice internazionale sulla lana Mohair in Sudafrica ed un Festival delle fibre creative a Soth Caterbury, in Nuova Zelanda.

Per ulteriori informazioni:

Ufficio Stampa FAO

Sito web: fao-newsroom@fao.orgIndirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo

Telefono: (+39) 06 570 53625

Per consultare il testo completo degli Obiettivi del Millennio cliccare qui

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