È ufficiale: la RAI cancella dal palinsesto la trasmissione di Luca Mercalli.
Ma è tutta l’informazione ambientale a soffrire, non solo in Italia, della cecità dei media e dei governi. La protesta della FIMA, le preoccupazioni anche all’estero.
Monbiot: le omertà dei media, i programmi di Clinton e Trump per le presidenziali americane. Soldi dei petrolieri ai mass media USA
Mario Salomone*
Lo ha spiegato perfettamente papa Francesco con quella splendida Enciclica che è Laudato si’, lo avevano solennemente ammesso (magari a denti stretti) i firmatari del Paris Agreement (COP21 sul clima), ce lo dicono ogni giorno mille segnali: l’ambiente diventa sempre più importante e decisivo, nel male (cambiamento climatico, tracollo di biodiversità, consumo di suolo, crisi di cibo e acqua, violenza, degrado, conflitti,…) e nel bene (la speranza di una qualità della vita “equa e sostenibile” grazie a una transizione ecologica verso società più verdi).
Di fronte a un diffuso analfabetismo scientifico e ambientale, ma anche al desiderio di molti di saperne di più (per capire meglio e per agire nella giusta direzione), lo spazio nel sistema radiotelevisivo e nei giornali (per non parlare dell’editoria e della scuola e università) dovrebbe aumentare. Invece i segnali non sono positivi. Ultima grave notizia, temuta da mesi e ora diventata ufficiale, la decisione della RAI di cancellare “Scala Mercalli”, il ciclo di trasmissioni di approfondimento il sabato sera su RAI 3 condotto in modo scientificamente rigoroso, aggiornato e competente, dal popolare Luca Mercalli.
* L’autore è direttore di questa testata e presidente della Federazione Italiana Media Ambientali
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