Verso Copenhagen…Scoping Meeting IPCC

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È stato inaugurato ieri a Venezia, e si concluderà il 17 luglio, lo Scoping Meeting del V Rapporto di Valutazione dell’IPCC, l’incontro che dà il via alla definizione dei contenuti della prossima relazione. Un passo fondamentale verso Copenhagen 2009.

 

 

Questo incontro, finanziato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, e realizzato in collaborazione con il Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici (CMCC), la Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM) e l’International Center on Climate Governance (un’iniziativa congiunta della FEEM e della Fondazione Giorgio Cini), servirà a preparare un documento che descrive gli obiettivi e la struttura generale dell’AR5 (the IPCC 5th Assessment Report) e il contributo dei tre Gruppi di lavoro. Durante questi 4 giorni di lavoro verrà anche delineato il Rapporto di Sintesi che sarà poi sottoposto al vaglio dei governi e successivamente esaminato dalle sessioni dei tre Gruppi di lavoro e dalla XXXI sessione dell’IPCC (26-29 ottobre 2009, Bali, Indonesia) per l’approvazione. Il rapporto finale dovrebbe essere ultimato nel 2014.

Il ministro Stefania Prestigiacomo ha inaugurato i lavori con un discorso che ricordava l’importanza delle decisioni prese al G8 de L’Aquila, ribadendo che “se il futuro del clima dipende dalle fonti e dalle tecnologie energetiche, così come dagli usi delle risorse naturali per la crescita economica, l’accordo globale per la riduzione delle emissioni si colloca nel contesto di un nuovo ordine mondiale dell’economia, aperta, sostenibile e giusta”.
L’obiettivo riconosciuto dalla dichiarazione del G8 di mantenere l’innalzamento della temperatura globale entro i 2 gradi centigradi fa proprie le ultime valutazioni dell’IPCC, ma secondo alcuni esperti sarà un obiettivo non facile da raggiungere, se non addirittura impossibile.
“La preparazione del Quinto Rapporto coincide temporalmente con il processo negoziale, che partirà da Copenaghen, per la definizione delle misure di adattamento e mitigazione che dovranno essere adottate a partire dal 2012. Per questo – ha evidenziato il ministro Prestigiacomo – il lavoro preparatorio per il V Rapporto sul Clima sarà forse più importante del Rapporto stesso, perché già tra il 2010 e il 2012 i Governi e le Nazioni Unite avranno bisogno di indicazioni scientifiche e di valutazioni aggiornate sia sugli scenari climatici futuri, sia sulla fattibilità delle diverse opzioni per le misure di mitigazione e adattamento”.
La scienza stabilisce una base comune di conoscenze su cui lavorare in materia climatica, e le dichiarazioni de L’Aquila “fissano un’asticella […] molto utile per avere un limite definito su cui lavorare” ha detto Antonio Navarra, Presidente del CMCC. Bisognerà però capire quali sono le effettive azioni che i Paesi più sviluppati, che devono fare da capofila e “da esempio nell’attuazione di politiche di riduzione delle emissioni di gas serra”, secondo quanto sottolineato dal Presidente dell’IPCC Rajendra K. Pachauri, vogliono intraprendere.

La prossima scadenza per i negoziati internazionali è dicembre 2009, quando a Copenhagen si dovrà decidere del nuovo accordo sui cambiamenti climatici, evitando di ripetere gli errori del Protocollo di Kyoto, che “ha indicato obiettivi di riduzione delle emissioni senza definire le misure globali e condivise necessarie per raggiungere gli obiettivi”, parole del ministro Prestigiacomo.

“Molto dipenderà dagli Usa”, ha spiegato Carlo Carraro, unico italiano nel comitato esecutivo dell’IPCC e responsabile della ricerca economica sul clima della Fondazione Eni Enrico Mattei e del CMCC: “solo se a novembre il Senato americano approverà la proposta dell’amministrazione Obama sul taglio delle emissioni, ci sono speranze che a Copenhagen si raggiungano risultati concreti”. 14 luglio 2009.

 

 

 

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