Un mare di stelle

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Dai ghiacci polari alle acque equatoriali gli echinodermi, particolari e bizzarri abitanti dei fondali del sesto continente, sono presenti nelle situazioni climatiche più diverse, stimolando la fantasia di pittori e artisti da oltre 4000 anni

 

 

Anche oggi il loro fascino continua a esercitare su studiosi, scienziati e semplici appassionati del mare la sua influenza, inducendoli a scoprire le abitudini, le caratteristiche, la loro distribuzione. Forse è quest’ultimo l’aspetto più curioso delle stelle di mare: se un sub, equipaggiato con muta stagna e fornito di tutti gli strumenti per immersioni estreme, si immerge sotto il ghiaccio polare, un incontro quasi sicuro sarebbe proprio quello con una stella marina; ma anche passeggiando tra gli scogli durante la bassa marea in una zona temperata e prestando particolare attenzione a tutti gli organismi che vivono in quell’area, la probabilità di incontrare una stella sarebbe altrettanto alta, come anche durante una nuotata con maschera e pinne nelle calde acque equatoriali.
Da nord a sud, dalla superficie del mare ai profondi abissi, le stelle marine si sono adattate e specializzate a vivere nelle situazioni climatiche ed ecologiche più diverse.

Un gruppo dalle molte forme

Le stelle marine appartengono al gruppo degli “Echinodermi” (parola che deriva dal greco e significa pelle spinosa) assieme ai ricci di mare, ai crinoidi, alle ofiure (le stelle serpentine) e alle oloturie (i cetrioli di mare). Pare strano, a prima vista, che tutti questi organismi, tanto diversi tra loro, appartengano allo stesso gruppo, ma a un’osservazione più approfondita emergono molte caratteristiche in comune.
La presenza di spine, più o meno sviluppate, più o meno differenziate e specializzate, è una costante in questi organismi.
Anche il particolare modo in cui il movimento è assicurato è una caratteristica comune in questo gruppo: una serie di canali, uniti tra loro, costituiscono il sistema acquifero che permettono lo spostamento grazie al liquido che viene spinto nei pedicelli ambulacrali, muniti di piccole ventose, che fanno aderire il loro corpo al substrato.
Le stelle marine sono caratterizzate dalla presenza di cinque braccia che partono dalla zona centrale, senza però creare una divisione netta (come accade nelle stelle serpentine).
La bocca si trova nella parte inferiore, mentre su quella superiore si può notare una piccola macchia leggermente spostata verso la zona che separa due braccia tra loro. Si tratta del madreporite, l’apertura del sistema acquifero, di cui però non si conosce esattamente la funzione (pare che l’acqua di mare entri attraverso questo foro nei vari canali).

Corridoi pigri
La maggior parte delle stelle marine si sposta molto lentamente, ma possono improvvisamente manifestare un’attitudine “olimpica” quando incontrano un predatore. Alcune specie però non sono in grado di compiere scatti atletici e hanno sviluppato meccanismi di difesa alternativi, come la produzione di fastidioso (per i predatori) muco.

Stelle predatrici?

Potrebbe sembrare strano parlare di stelle marine come predatrici del mare, eppure questa è una definizione molto azzeccata.
Si nutrono di molti invertebrati che incrociano la loro strada e la strategia di caccia che hanno sviluppato sopperisce alla loro lentezza.
Nel caso di un pranzo a base di molluschi, le stelle si inarcano al di sopra della preda, sorreggendosi sulle punte delle braccia e quindi la abbracciano in una stretta mortale. Estroflettono lo stomaco, molto sottile e flessibile, tanto da infilarsi tra le valve serrate e secernono degli enzimi digestivi che liquefanno il corpo della preda che viene succhiato già parzialmente digerito.

Tra realtà e fantasia

La maggior parte degli echinodermi è in grado di rigenerare parti perdute del proprio corpo: una stella danneggiata può far ricrescere nuove braccia, a condizione però che gran parte del disco centrale sia intatto. Anche se esistono delle eccezioni, un solo braccio non può rigenerare l’intero organismo, ma, se isolato, ben presto muore.

In difesa del mare

Le stelle marine, come altri organismi, quali ad esempio i cavallucci marini, vengono spesso venduti come souvenir delle località balneari ai turisti.
La loro sfortuna è di mantenere intatte le forme: vengono prelevate dal mare ancora vive e fatte seccare.
Manifestare il proprio rispetto per il mare vuol dire anche non favorire questo tipo di commercio.

Ottobre 2004 – Annarita Di Pascoli

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