Il problema dell’abbandono in acqua delle cosiddette “reti fantasma“, che costituiscono una seria minaccia per l’intero ambiente marino è al centro di numerosi dibattiti (vedi anche dossier dedicato nel prossimo numero di “Il Pianeta azzurro” di prossima uscita). Recentemente per far fronte a tale problematica uno studente di ingegneria, Alejandro Plasencia, ha brevtettato la rete da pesca biodegradabile, provvista di sensori di tracciamento. La speciale rete da pesca, che è stata chiamata “Remora”, grazie all’aggiunta di un additivo nei materiali costituenti è destinata ad “auto-degradarsi” senza lasciare residui nocivi all’ambiente dopo circa quattro anni. Inoltre, grazie ad una speciale sistema di monitoraggio a radio frequenza (chiamato RFID), i pescatori potranno monitorare la propria equipaggiatura da pesca permettendo anche di recuperare la rete in caso di perdita.
(fonte ANSA.it 18 novembre)
Qui sotto un video del “Remora Project”
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