Tutti a Vancouver!

In preparazione la delegazione italiana al Nono Congresso mondiale di educazione ambientale. Le facilitazioni per i partecipanti
Si scaldano i motori per la nona edizione del WEEC, il congresso mondiale di educazione ambientale che nel 2017 si terrà a Vancouver (Canada) dal 9 al 15 settembre.
Per rendere più agevole la partecipazione dall’Italia anche quest’anno il Segretariato Permanente della rete WEEC propone un “pacchetto” che permetterà ai partecipanti italiani di risparmiare, ma soprattutto di delegare tutta una serie di incombenze organizzative.
Il pacchetto comprende l’iscrizione al Congresso (full registration: accesso a tutte le sessioni scientifiche, Networking Breaks, Lunches & Welcome Reception, Conference Bag con tutti i materiali promozionali) e otto notti in hotel, (8-16 settembre 2017, con la possibilità di aggiungere autonomamente notti extra per chi volesse anticipare o posticipare la permanenza, pernottamento in camera singola e prima colazione). Non comprende il volo e quanto non espressamente indicato.
La quota di partecipazione verrà comunicata a breve, in base al numero di partecipanti raggiunto.Per prenotarsi senza impegno e per informazioni sull’offerta “iscrizione +hotel” si può contattare l’indirizzo media@weecnetwork.org
L’offerta “iscrizione + hotel” è valida fino al 17 marzo 2017

Aria di montagna per l’educazione ambientale

Nell’arco alpino si studia un modello di “scuola orientata alla montagna” e fondata su ambiente e sostenibilità
 
Tomaso Colombo
 

La nostra associazione sta seguendo come osservatore l’importante progetto di sviluppo dell’educazione ambientale nell’arco alpino YOUrALPS finanziato nel programma Interreg Alpin space.
Riunitosi a Chambery per il Kick off meeting il 18 e 19 gennaio, il progetto ha l’ambizione di sviluppare un MOE, cioè un Modello di Scuola Orientata all’educazione ambientale in ambito alpino, tenuto ovviamente conto delle differenze normative tra i paesi aderenti.
Punto di forza del progetto e senz’altro il partenariato, molto ampio e soprattutto rappresentativo di tutti i paesi dello spazio alpino, dalla Francia alla Slovenia, dalla Svizzera alla Germania, ovviamente passando per l’Italia.
 
Un approccio interessante
 
L’approccio all’educazione ambientale mostrato dai partner del progetto è senz’altro interessante, perché ha evidenziato un’eterogeneità e ricchezza di fondo, dovuta al ruolo rappresentato da ciascun partner e alla nazione di provenienza tale da far nascere una sincera curiosità nell’approfondire le best practices di cui i partner sono portatori.
 

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L’eco che verrà

Eco si rilancia. Abbonati e partecipa alla progettazione del principale strumento non profit di confronto fra tutti gli attori dell’educazione ambientale in Italia, fondato nel 1989
 
di Mario Salomone*
 
Una rivista, quasi trent’anni di pubblicazioni. E la volontà di guardare avanti. “Eco”, la storica testata dell’Istituto per l’ambiente e l’educazione Scholé futuro Onlus, entra nel 2017 con un progetto nuovo: quello di rilanciare e approfondire le ragioni della sostenibilità nei diversi contesti educativi, dalla scuola al mondo delle aree protette, dalle diverse agenzie culturali e di formazione disseminate sul territorio agli atenei universitari che interpretano la transizione ecologica come la sfida fondamentale del nostro secolo. È un passo importante quello che ci aspetta: riportare in distribuzione da marzo anche su carta (e non solo tablet come ora) il nostro periodico che dal 1989 rappresenta il principale strumento non profit di confronto fra tutti gli attori dell’educazione ambientale in Italia.
 
AAA, contributi intellettuali cercasi
 
Ma come cogliere insieme quest’opportunità?
Abbiamo bisogno della fiducia e del contributo intellettuale di tutti gli interlocutori che nel tempo abbiamo incontrato sul nostro cammino e di tutti coloro che condividono l’urgenza di educare al cambiamento. Per questo vi chiediamo di rinnovare l’abbonamento o di abbonarvi subito alla nuova serie di “eco” al prezzo facilitato di 15 euro (valido fino al 28 febbraio) seguendo le modalità indicate a questo link.
 

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Culture della sostenibilità 18 – 2016

 

 

 

 

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Culture della sostenibilità, Numero 18 – 2016

 

Teorie e pratiche dell’Antropocene Storia e geologia dell’impatto umano sull’ambiente

ISBN 9788885313514           ISSN 1972-5817 (print) – 1972-2511 (online)

 


SOMMARIO

7  Introduzione, di Enzo Ferrara

14 L'”uomo” come modificatore della Terra, di Giorgio Nebbia (abstract)

21 Guerra e Antropocene nella letteratura. La guerra sull’Altipiano di Asiago, (1916-1918), di Gianluca Cinelli (abstract)

36 Il principio di responsabilità di Hans Jonas nell’era dell’Antropocene, di Patrizia Piredda  (abstract)

46 Una chiave di lettura dello sviluppo umano nell’Antropocene: il metabolismo socioeconomico misurato attraverso i conti dei flussi di materia, di Claudio Paolantoni  e Aldo Femia (abstract)

85 Per una filosofia politica della specie, di Mariaenrica Giannuzzi  (abstract)

97 The Environmental Humanities and the Challenge of the Anthropocene, di Serpil Opperman e Serenella Iovino (abstract)

105 Del Titanic, del Bounty e altri naufragi, di Marco Armiero (abstract)

112 L’Antropocene: promesse e trappole di un’idea epocale, di Rob Nixon (abstract)

116 Etica, scienza ed esperienza. Riflessioni etico-politiche sull’epigenetica, di Flavio D’Abramo (abstract)

131 Antropocene e agricoltura: il paradigma possibile dell’agroecologia, di Elena Pagliarino e Andrea Pronti (abstract)

155 Migranti, una sfida educativa. Riflessioni circa l’esperienza di un’indagine su alunni, famiglie e docenti della Scuola Primaria e Secondaria di I grado a Catania e provincia. Problemi e prospettive educative, di Alessio Annino (abstract)

174 Teorie e pratiche per la ridefinizione di una nuova epoca geologica: l’Antropocene, di Gabriella Gozzo e Andrea Ziegler (abstract)

Acqua, sete di saperne di più

Grande interesse per il cartone animato Water hunters e il film La soif du monde. Successo delll’evento organizzato da Pianeta azzurro
 
L’incontro di giovedì 15 dicembre sull’acqua alla Casa dell’ambiente di Torino ha visto un grande successo: posti  esauriti da un pubblico soprattuto di giovani, prenotazioni per un numero maggiore (c’era anche la lista di attesa…), richieste di ripetere l’iniziativa. Introdotti da Mario Salomone, hanno parlato di sensibilizzazione allo spreco di acqua e di “acqua virtuale” Masimo Ottoni, uno degli autori del cartone animato Water hunters, il professore di idraulica del Politecnico di Torino Luca Ridolfi e Roberto Corgnati, responsabiile per la Regione Piemonte del progetto di lotta agli sprechi di cibo e di acqua. 
L’evento, organizzato sotto l’egida di Pianeta azzurro, è stato aperto da un rap sempre sulla preziosità dell’acqua, e concluso dalla proiezione del film La soif du monde.

Clima: il Mediterraneo area ad alto rischio

Acqua, ecosistemi, salute, sicurezza alimentare e conflitti sociali e politici: i cinque cambiamenti che investono il mondo, con il Mediterraneo – seconda area del pianeta per biodiversità – particolarmente esposto
 
Bianca La Placa
 
Come riportare dati scientifici relativi al cambiamento climatico nel Mediterraneo in modo corretto e come migliorare il confronto tra media e scienziati? Questo l’obiettivo del meeting che si è svolto a Marrakech a novembre 2016, a margine della COP 22, e che ha visto coinvolti giornalisti ambientali di sedici paesi di tutto il Mediterraneo (clicca qui per saperne di più).
Lo scopo di questo incontro è stato quello di indirizzare il dibattito tra scienziati e giornalisti su vere e chiare posizioni rispetto ai cambiamenti climatici nel Mediterraneo e migliorare la capacità di giornalisti ambientali e scientifici provenienti dai paesi del Mediterraneo di coprire questo tipo di notizie, fornendo loro dati, fonti e strumenti.
 
Il clima è già cambiato
Il primo punto trattato è stata una panoramica della dimensione scientifica del cambiamento climatico nel Mediterraneo, grazie alla quale i giornalisti hanno avuto la possibilità di conoscere gli ultimi dati scientifici sul questi argomenti e di capire l’impatto e le proporzioni del riscaldamento globale e degli strumenti e soluzioni disponibili per controbilanciarlo.
 

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Mass media italiani ancora poco “green”

Presentati i risultati del Rapporto 2016 sulla copertura delle notizie ambientali.
Prevalgono la componente emotiva ed emergenziale, con il referendum sulle trivelle e il terremoto a spingere in su i dati dell’informazione ambientale, e la dimensione locale.
I principali media italiani analizzati dal gruppo di ricerca istituito da Pentapolis Onlus, in collaborazione con l’Università Lumsa, Angelicum e l’Osservatorio di Pavia
 
(Roma, 16 dicembre 2016). L’ambiente fa notizia? Questo il tema al centro del 3° Forum nazionale “Ambiente tra informazione, economia e politica”, tenutosi oggi a Roma, nel corso del quale è stato presentato il Rapporto 2016 “L’informazione ambientale in Italia”, promosso da Pentapolis Onlus.             
La ricerca è stata realizzata attraverso l’analisi delle notizie dedicate ai temi ambientali pubblicate, per la carta stampata, sui 5 principali quotidiani nazionali (Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa, Il Messaggero, Il Sole 24 Ore) tra aprile e settembre 2016, con le rispettive “sottotestate” locali e tematiche, mentre, per la tv, nell’edizione Prime Time dei 7 principali TG italiani (Rai 1, Rai 2, Rai 3, Rete 4, Canale 5, Italia 1, La7) nei primi 9 mesi dell’anno.
 

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Musica, gag e divulgazione scientifica

A teatro l’economia low carbon con la Banda Osiris e Luca Mercalli
 
di Marco Fratoddi
 
Così bisogna fare. Prendete una formazione tra le più sopraffine del panorama musicale italiano, capace di mescolare virtuosismi esecutivi con una strabiliante capacità di stare in scena. Poi un divulgatore che sappia spiegare in maniera convincente e precisa argomenti che in altre circostanze (pensate alla monotonia, a distanza di qualche anno possiamo dirlo, del pluridecorato An inconvenient truth di Al Gore) si fatica a porgere al pubblico generalista. Risultato? Una pièce che già dal titolo, “Non ci sono più le quattro stagioni”, suggerisce lo spirito ironico ma allo stesso tempo scientificamente ineccepibile con cui mette a tema la questione ambientale per eccellenza, vale a dire il cambiamento climatico. La miscela riesce a Luca Mercalli, climatologo e divulgatore noto anche al pubblico televisivo, insieme al quartetto di fiati (e non solo) dei Banda Osiris, vale a dire Gianluigi e Roberto Carlone, Giancarlo Macrì e Sandro Berti che sperimentano ormai da trentasei anni la via del cabaret sonoro.
   

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Musica, gag e scienza. A teatro l’economia low carbon con Banda Osiris e Luca Me

di Marco Fratoddi

Così bisogna fare. Prendete una formazione tra le più sopraffine del panorama musicale italiano, capace di mescolare virtuosismi esecutivi con una strabiliante capacità di stare in scena. Poi un divulgatore che sappia spiegare in maniera convincente e precisa argomenti che in altre circostanze (pensate alla monotonia, a distanza di qualche anno possiamo dirlo, del pluridecorato “An inconvenient truth” di Al Gore) si fatica a porgere al pubblico generalista. Risultato? Una pièce che già dal titolo, “Non ci sono più le quattro stagioni”, suggerisce lo spirito ironico ma allo stesso tempo scientificamente ineccepibile con cui affronta la questione ambientale per eccellenza, vale a dire il cambiamento climatico. La miscela riesce a Luca Mercalli, climatologo e divulgatore noto anche al pubblico televisivo, insieme al quartetto di fiati (e non solo) dei Banda Osiris, vale a dire Gianluigi e Roberto Carlone, Giancarlo Macrì e Sandro Berti che sperimentano ormai da trentasei anni la via del cabaret sonoro.

Lo spettacolo, dopo il debutto della scorsa primavera, è passato al Quirinetta di Roma giusto in coincidenza con il primo anniversario dell’Accordo di Parigi. E proprio il riscaldamento globale rimane al centro di questo lavoro che fornisce con leggerezza gli elementi utili a comprendere l’urgenza di uscire dalle fonti fossili e guardare verso l’economia low carbon. Mercalli commenta, infatti, alcuni quadri di scuola fiamminga (a partire da quelli di Brueghel il Vecchio ma ci sono testimonianze pittoriche legate anche alle nostre latitudini) che scorrono sul grande schermo dimostrando gli effetti della piccola età glaciale calata sull’Europa fra il ‘300 e la rivoluzione industriale per cause del tutto naturali come le ceneri diffuse nell’atmosfera da alcuni vulcani in eruzione ai tropici. Poi però spiega, sulla scorta di grafici e carotaggi, le relazioni fra attività antropiche, incremento della CO2 ed escalation incontrollata della temperatura che porta gli inverni più rigidi di oggi a surclassare quelli più miti del secolo scorso o le medie annuali a battere fatalmente un record dopo l’altro. Mentre il contrappunto dei quattro musicisti, che dialogano con lo scienziato e ne interpretano a modo loro la lezione, arricchisce questo esempio di teatro utile al pianeta ma allo stesso tempo pienamente godibile sul piano artistico: fra gag che evocano i fratelli Marx, provocazioni concettuali e un’antologia che congiunge Vivaldi a Lucio Dalla.

Alla fine c’è anche spazio anche per indicare al pubblico una pratica concreta, vale a dire la produzione agricola fai da te che lo scienziato racconta attraverso il suo ultimo libro (“Il mio orto fra cielo e terra”, edito da Aboca che sostiene lo spettacolo, vedi qui la tournée): un invito a ricongiungersi con la Terra, fra nuovi modelli energetici e riutilizzo della materia, che anche eventi di comunicazione innovativa come questo possono aiutarci a seminare nella società contemporanea.

 

 

 

Crisi ambientale e crisi ecologica

Le ragioni strutturali della crisi attuale e le sue connessioni con la crisi ecologica in un numero speciale di Culture della sostenibilità.
Se ne parla martedì 13 dicembre al Campus Luigi Einaudi di Torino con Aurelio Angelini e Massimo Scalia.

Martedì 13 dicembre 2016, h.16,00 – 18,00, Aula E1, Campus Luigi Einaudi, Lungo Dora Siena 100/A, Torino, Aurelio ANGELINI (Università degli studi di Palermo) e Massimo SCALIA (Centro Interuniversitario di Ricerca per lo Sviluppo Sostenibile – CIRPS – Roma), presentano The chariots of Pharaoh at the Red Sea. The crises of capitalism and of environment. A modest proposal towards sustainability, Quaderno n. 1 della rivista Culture della sostenibilità.

Modera Dario Padovan (Università di Torino). 
 

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