Nuove minacce a Lirio Abbate: la solidarietà di Fima, contro criminalità organizzata e inquinamento

Lirio Abbate, l’inviato dell’Espresso sotto scorta dal 2007 per le minacce della criminalità organizzata, è stato oggetto di un grave, preoccupante e inaccettabile tentativo di intimidazione. L’auto scortata sulla quale viaggiava è stata prima pedinata e poi speronata in mezzo al traffico di Roma.
Fima (Federazione italiana media ambientali) esprime la propria solidarietà al giornalista, autore di numerose inchieste sugli intrecci tra politica, affari e criminalità organizzata in vari settori dell’economia di Roma. Tutti i componenti della Federazione si stringono attorno a Lirio.

“Chiunque, a qualsiasi livello, sia oggetto di intimidazioni mafiose deve essere difeso senza alcuna preclusione ed occorre mettere a punto strumenti efficaci affinché le intimidazioni ai giornalisti da parte della criminalità organizzata non raggiungano l’obiettivo di togliere voce all’informazione”, afferma Mario Salomone, presidente di Fima.

Il caso di Abbate è uno dei tanti che interessano i cronisti locali impegnati sul terreno della lotta alle illegalità ambientali, che devono affrontare difficoltà sempre più grandi. Non bisogna dimenticare, infatti, che il 52% dei giornalisti sono freelance indipendenti, meno tutelati rispetto ai colleghi che lavorano nelle redazioni.

Gli attacchi a un’informazione libera non vengono solo dalle minacce e dalle intimidazioni. Anche la politica ci mette il suo, con una legge sulla diffamazione che non prevede il carcere per i giornalisti, ma mantiene comunque il suo effetto intimidatorio con sanzioni fino a 10.000 euro. Chi tutela il diritto dei cittadini alla verità?

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