Mario Salomone apre il 6° WEEC

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Si è aperto a Brisbane il 6th World Environmental Education Congress. Porgendo i suoi saluti in apertura, Mario Salomone (Segretariato Permanente WEEC) ha osservato: «Questo sesto congresso mondiale dell’educazione ambientale si svolge in una regione, quella Asia-Pacifico, che ha visto recentemente tremendi disastri naturali e tremende sciagure provocate dall’azione umana sul pianeta. Dallo tsnunami e dalla distruzione della centrale atomica di Fukushima, in Giappone, all’innalzamento del livello dei mari che minaccia le piccole isole e le coste più basse, dalla desertificazione in Cina alle alluvioni proprio qui in Australia, sono state purtroppo molte le conferme che la società umana, come dice il sociologo Ulrick Beck, vive nell’era del rischio globale. Una biodiversità sempre più in crisi, in un pianeta troppo antropizzato, colpito dal global warming, dove acqua, cibo, suolo, sono risorse sempre più insufficienti, sottoposte a stress, ripartite ingiustamente e fonte di conflitti e di accaparramento da parte di nazioni più ricche e potenti, dove si moltiplicano i profughi e le migrazioni ambientali: questo il quadro in cui ci troviamo e in cui si riunisce il nostro congresso.

 

 

I WEEC sono stati una sfida ambiziosa, difficile, in parte vinta: dal 2003 ci riuniamo regolarmente, facendo incontrare migliaia di studiosi e di educatori di tutti i continenti. Dopo Portogallo, Brasile, Italia, Sud Africa, Australia, abbiamo già in programma il prossimo appuntamento in Marocco, nel 2013 e stiamo vagliando le candidature per i congressi del 2015 e del 2017.

L’educazione ambientale nel mondo, insomma, è viva e vitale. Ma siamo anche chiamati a un maggiore impegno di riflessione e di confronto, a un’azione sempre più decisa, a costruire reti sempre più diffuse ed efficaci, a livello locale, regionale e globale. L’educazione ambientale, infatti, deve diventare ancora più incisiva e dare il massimo contributo possibile alla nascita di un sistema mondiale fatto di relazioni pacifiche e collaborative tra popoli e culture, di rapporto fraterno tra umanità e altri esseri viventi, e con il pianeta nel suo complesso, di modi di produrre e consumare profondamente riorientati verso una economia ecologica. L’educazione ambientale deve essere la chiave di un “apprendere per il cambiamento”. Per fare questo, deve mobilitare e coinvolgere tutti i saperi e tutte le discipline, deve sostenere la “scienza della sostenibilità”, deve fare i conti con tutti (e tanti) i temi di una realtà complessa e in rapido mutamento, dove segnali positivi e segnali negativi si intrecciano in modo preoccupante e conturbante.

Mi auguro quindi che questo congresso WEEC rappresenti un altro passo avanti verso una educazione ambientale sempre migliore e auguro a tutti i partecipanti un buon lavoro».

Mario Salomone
Segretario generale rete WEEC

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