Il Cesvi ha presentato l’Indice Globale della Fame 2014

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 Oggi hanno fame 805 milioni di persone. Questo il dato che emerge dall’Indice Globale della Fame 2014 (Global Hunger Index – GHI) presentato il 13 ottobre a Milano da Cesvi in collaborazione con ISPI e Link 2007, con il patrocinio di Expo2015.

L’Indice Globale della Fame è uno dei principali rapporti internazionali, combina tre indicatori: la percentuale di popolazione denutrita, il tasso di mortalità infantile sotto i 5 anni e la percentuale di bambini sottopeso con meno di 5 anni.

La fame globale è in calo, ma il numero di persone affamate nel mondo resta ancora troppo alto.

 

Il punteggio GHI 2014, in riferimento ai Paesi in via di sviluppo, è diminuito del 39% dal 1990: da 20,6 a 12,5. Questo progresso è in larga parte dovuto a un decremento della quota di bambini sottopeso con meno di 5 anni e della percentuale di denutriti nella popolazione.

 

Tuttavia, le medie globali nascondono drammatiche differenze tra regioni e Paesi. L’Asia Meridionale e l’Africa subsahariana hanno il più alto punteggio GHI 2014, rispettivamente 18,1 e 18,2, presentando ancora un grave livello di fame.

Il progresso è evidente in Asia orientale e sud-orientale, dove il GHI è diminuito del 54%, e in America Latina e Caraibi, dove il punteggio GHI è diminuito del 53%. Angola, Bangladesh, Cambogia, Ciad, Ghana, Malawi, Niger, Ruanda, Thailandia e Vietnam hanno riportato forti miglioramenti rispetto al 1990.

Il rapporto approfondisce il tema della fame nascosta: spesso difficile da individuare ma potenzialmente devastante, è una forma di sottonutrizione che si verifica quando l’assunzione e l’assorbimento di vitamine e minerali sono troppo bassi per garantire buone condizioni di salute e di sviluppo.

Più di 2 miliardi di persone in tutto il mondo soffrono la fame nascosta, che indebolisce il sistema immunitario, compromette lo sviluppo fisico e intellettuale, e può portare alla morte. I suoi effetti sono particolarmente acuti durante i primi 1.000 giorni di vita di un bambino. Oltre a inficiare la salute umana, la fame nascosta può impedire anche lo sviluppo socioeconomico, soprattutto in Paesi a basso e medio reddito.

I relatori della tavola rotonda Giangi Milesi, Presidente Cesvi, Fosca Nomis, Coordinatrice Non Official Participants Expo 2015, Catherine Leclercq, Nutrizionista FAO e Diego Carangio, Esperto Nutrizione Campagne Cesvi, hanno convenuto che la comunità internazionale dovrebbe assicurare la giusta attenzione alla fame nascosta. Ogni uomo, donna o bambino ha il diritto ad alimenti adeguati, in quantità e qualità sufficienti per soddisfare il proprio fabbisogno giornaliero.

 

È possibile scaricare l’Indice Globale della Fame 2014, in pdf, dal sito internet del Cesvi (www.cesvi.org).

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