Etica e diritto della sostenibilità

cover GRASSO Etica e diritto della sostenibilità
In un volume di Marco Ettore Grasso, la dimensione sociale, politica, economica e giuridica della “responsabilità globale sostenibile”
 
di Andrea Ferrari Trecate
 
Quale potrà essere il futuro del diritto della sostenibilità e del diritto ambientale? Quali sono state le premesse nazionali e internazionali che hanno generato questi scenari giuridici, ancora fragili e poco studiati?
A queste e molte altre domande prova a dare risposta Marco Ettore Grasso (dottore di ricerca in Sociologia e Filosofia del Diritto all’Università degli Studi di Milano-Bicocca, esperto in Diritto ambientale & Società, Politica ed Etica dell’Ambiente e Sviluppo Sostenibile) nel suo volume Lineamenti di Etica e Diritto della Sostenibilità (edito da Giuffrè Editore, 2015, pp. VII-420).
A fronte di una dettagliata quanto necessaria introduzione storica del tema, l’autore si muove attraverso le numerosissime tematiche e gli interessi, spesso contrastanti, che uno scibile tanto multilaterale coinvolge.
Un’interconnessione che attraversa tutti i sistemi giuridici del pianeta, figlia delle operazioni di portata nazionale e internazionale che hanno trattato il tema della difesa dell’ecosistema: da Agenda 21, passando per la Dichiarazione di Rio, fino alla Costituzione Europea.
 
Un diritto “bifronte”
 
Moltissime sono le dinamiche che sono già analizzate nel primo capitolo, approfondite innanzi tutto al fine di portare il lettore alla consapevolezza della profonda connessione tra il diritto della sostenibilità e il diritto ambientale, per uno sviluppo sostenibile equilibrato e per la conseguente tutela del diritto alla sostenibilità.

 

Un diritto che lo stesso autore definirà “bifronte”: diviso tra una visione antropocentrica, intesa a tutelare l’uomo in quanto dipendente dall’ecosistema e dalla salute del medesimo; ed un’altra, incentrata sui diritti dell’ambiente, anch’esso da considerarsi come beneficiario diretto di norme giuridiche.
Un diritto qualificato anche come “fragile”, che Grasso, citando Ferrarese, descrive spesso in posizione di svantaggio nei confronti dei cosiddetti ‘poteri forti’ e, richiamandosi a De Sadeeler, delinea come ‘complesso’, in bilico tra innovazione e necessità di compattamento tra normazione ed esigenze economiche contrastanti. Esigenze care a Grasso, che spesso trova negli assetti finanziari e nelle loro pressioni uno dei fili conduttori della propria indagine, sia attraverso esempi concreti, come ci viene esposto nel caso intentato dalla comunità Inuit nei confronti degli Stati Uniti nel 2005 e in cui viene rimarcato il forte nesso tra tutela dell’ambiente e diritto alla salute, sia nell’evidenziare tematiche meno evidenti: come nel caso dei paesi sottosviluppati, in cui la precaria situazione economica pesa quanto la speculazione e genera disinteresse e superficialità nei confronti dell’ecosistema, sia nelle fasce più deboli sia in chi dovrebbe legiferare.
 
I diritti delle generazioni future
 
Il lato economico, inevitabilmente uno degli argomenti più forti nel percorso logico di Marco Ettore Grasso, ci accompagna anche nel terzo e ultimo capitolo dell’opera dell’autore: nel processo che ci porta all’attualità della green economy, nata – ricorda l’autore citando Zoboli – come causa motrice degli interventi anticrisi dell’amministrazione statunitense tra il 2007 e il 2008 e diffusasi globalmente come modello economico ora attualissimo.
Un modello attuale e necessario alle nuove generazioni – prime vittime della crisi ambientale – speranza e parte integrante dello stesso patrimonio comune dell’umanità: un patrimonio non solo astratto ma materialmente concepibile, individuabile e, per necessaria conseguenza, bisognoso di una difesa giuridica.
Tutela dell’ambiente e nuove generazioni sono, ovviamente, legate a doppio filo e la loro custodia, ci ricorda Grasso con un essenziale excursus storico, si è tradotta in una responsabilità codificata fin dal Limits to Growth redatto per il Club di Roma nel 1972, ripreso dalla Dichiarazione di Stoccolma e riportata attraverso i decenni in tutte le redazioni di trattati e accordi internazionali riguardanti il diritto ambientale.
All’autore, in conclusione, preme sottolineare con forza come la protezione delle generazioni future sia compito di quelle presenti e di come questo processo, nella sua interezza, si traduca in una grande missione intergenerazionale.
 
Etico=equo
 
Naturale conclusione dell’analisi di Grasso, come già anticipato nel titolo, è l’analisi dell’Etica inserita nel contesto dello sviluppo sostenibile e del diritto ambientale.
Considerando il concetto di ‘etico’ come assimilabile a quello di ‘equo’, l’autore ci porta alla conoscenza di teorie come quella di Brundtland in cui il principio di equità intergenerazionale e quello di equità intra-generazionale sono le basi dello sviluppo sostenibile o come quella di Rajamani che considera l’equità intra-generazionale come indissolubilmente legata al principio di sviluppo sostenibile e quindi tutela essenziale da parte del diritto dell’ambiente, fino a giungere alla sua propria concezione: equità intra-generazionale e intergenerazionale emergono come strumentali al raggiungimento dello sviluppo sostenibile.
Il pensiero dell’autore ci porta a considerare una ‘responsabilità globale sostenibile’ e così, in conclusione, a desumere un nuovo modello culturale sostenibile: muovendo dalle basi della filosofia del diritto, giunge fino al riconoscimento del valore normativo della ‘consuetudine’ che include in sé stessa quella dimensione sociale, politica, economica e giuridica, rafforzata dall’uso di un termine “autorevole” quale la parola “sostenibile” o “sostenibilità”.
Marco Ettore Grasso sembra così chiudere il cerchio con quella multidisciplinarietà che all’inizio della sua indagine aveva fin da subito contraddistinto non solo la struttura del diritto della sostenibilità e del diritto ambientale ma anche delle stesse relazioni che li vedono interconnettersi.

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