Diversità di genere nell’elaborazione del lutto

Elisabetta Gatto

 

In The disappearence of Eleonor Rigby: Him/The disappearence of Eleonor Rigby: Her di Ned Benson, presentato al TFF 2014, una giovane coppia è alle prese con una tragedia: diverso il modo di elaborare il lutto da parte dell’uomo e della donna, tanto da suggerire al regista due film gemelli che integrano la prospettiva di Eleonor con il punto di vista della stessa storia da parte di Conor.  

Nella versione maschile giocano un ruolo cruciale il migliore amico di Conor e suo padre, in quella femminile la sorella di Eleonor e la sua insegnante. “Him” è incentrato sulla volontà di reagire, di riprendere in mano la propria vita e di ricominciare da dove la storia si è spezzata; è quasi un elogio alla rimozione come arma per preservare se stessi e il presente. “Her” dà maggior spazio all’introspezione – come ci si potrebbe immaginare –, ma anche al sorriso – meno scontato – e all’immersione totale in ciò che è successo.

Una ferita da curare insieme per Conor, un dolore troppo grande per poterlo condividere per lei. Ma anche attimi, immagini, interpretazioni profondamente diverse della loro storia d’amore, rese con delicatezza dai due straordinari protagonisti, James McAvoy e Jessica Chastain.

Non accade nulla di straordinario, non ci sono colpi di scena: in scena c’è la vita, con tutta la sua ordinarietà, le parole dette e quelle trattenute.

La sceneggiatura è meticolosa, gli eventi chiave sono resi con un’attenzione alla specularità dei punti di vista, che sottende un messaggio: la realtà è quella che crediamo che sia.

 

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