Che ne dite dei 10 punti per migliorare la qualità dell’aria?

Riunione ANCI
In Lombardia i Comuni propongono un decalogo antismog
 
Pier Luigi Cavalchini
 
All’origine del recentissimo summit di Roma riguardante i “provvedimenti” possibili per un pronto recupero della qualità dell’aria nelle nostre città, c’è – fra gli altri – questo decalogo che, volentieri, riproponiamo (nel caso Vi fosse sfuggito…)
Fissando prima le regole del gioco, potremo muoverci in modo più agevole anche agli occhi dei cittadini. Sapremo, con un lavoro coordinato con Regione e Governo, rispondere in modo tempestivo e più efficace alle emergenze“, ha esordito il presidente di ANCI Lombardia Roberto Scanagatti. Che ha proseguito: “Nelle città ci impegniamo con ancora maggiore determinazione a lavorare per ridurre il traffico privato, efficientare i mezzi pubblici, incrementare gli spazi pedonali, rendere ‘car free’ le scuole. Molto è stato fatto e tanto è ancora da fare. Realizzarlo in un contesto dove quello che facciamo quotidianamente è accompagnato da questi obiettivi nazionali e regionali sarebbe indubbiamente più semplice”. L’ottimo presidente Scanagatti dice cose tutto sommato ovvie, più che di buon senso… Il problema è che… alcune di queste non sono nemmeno in calendario. Così è per l’“efficientamento” dei mezzi pubblici, come per il pleonastico “ridurre il traffico privato”. Come, con quali strumenti? con quali tempi e, soprattutto, con quali soldi? I due miliardi e passa di euro chiesti per “primi interventi” dal presidente della Regione Lombardia Maroni stridono, per non dire peggio, con la miseria di 12 milioni di euro concessa a fine summit. Stesso discorso vale per le aree “car free” intorno alle scuole… Non so se esistano dati statistici sulla questione ma nella mia città, Alessandria, siamo “al pian dei babi (1)” e questo grazie a venti – trent’anni di “bla bla bla” con zero concretizzazioni.
 
Un decalogo antismog
 
Ma vediamo gli interventi strutturali che ANCI Lombardia intende sottoporre a Regione Lombardia e al Governo – con la richiesta di un intervento urgente – che è molto articolata e riassumibile in 10 punti:
1. Promuovere un coordinamento delle regioni della Pianura padana allo scopo di concertare azioni di lungo periodo ed azioni di emergenza
2. Definire provvedimenti per affrontare le emergenze che scattino in modo automatico, quali ad esempio le limitazioni del traffico in tutta la regione dopo un periodo definito di sforamento dei limiti e l’obbligo di abbassare le temperature massime di riscaldamento negli edifici, siano essi pubblici o privati.
3. Ripristinare integralmente le risorse destinate al trasporto pubblico locale e fissare con certezza risorse nazionali e regionali disponibili nei prossimi 5 anni in spesa corrente e in investimenti in modo da poter programmare correttamente servizi, sistemi tariffari, dare certezza ad aziende ed utenti.
4. Utilizzare parte delle risorse della privatizzazione delle ferrovie per un forte rinnovo del parco treni locali.
5. Fissare una data di scadenza entro la quale non potranno circolare più e vanno rottamati gli euro 0, 1, 2 e 3 diesel, fissarla successivamente anche per gli euro 4 diesel. Prevedere incentivi e agevolazioni per chi cambia tali auto e prevedere al tempo stesso sgravi sul bollo per mezzi meno inquinanti.
6. Fissare una data entro la quale si dovrà per legge sostituire le caldaie più inquinanti pena il divieto di accensione, valorizzando gli ecoincentivi governativi che negli anni hanno comunque consentito di migliorare la situazione e favorire gli interventi di miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici pubblici e privati.
7. Finanziare prioritariamente e realizzare nei prossimi 5 anni le infrastrutture del trasporto pubblico locale previste nei piani regionali e locali.
8. Spostare progressivamente gli incentivi dall’autotrasporto merci al trasporto merci su ferrovia.
9. Accompagnare l’obiettivo 65% di raccolta differenziata con sanzioni per chi sceglie di non raggiungere tale soglia e la sostituzione dell’illuminazione pubblica in led entro i prossimi 5 anni.
10. Realizzare entro 30 mesi una rete di ricarica elettrica efficiente a livello regionale che spinga in via prioritaria alla riconversione elettrica dei mezzi in sharing e della logistica merci. Prevedere incentivi per chi va a lavoro in bici sul modello francese.
È il “libro dei sogni”? forse… comunque ci ricorda due o tre cose che sarebbe bene tenere a mente e, soprattutto, ricordare ai nostri solerti amministratori: ci sono fondi provenienti da provvedimenti in qualche modo legati alla viabilità che devono restare nell’ambito specifico di competenza… Il richiamo è evidente per chi ha “stornato” somme per ripianare bilanci in rosso o, peggio, per tamponare mesi di stipendio arretrato ai dipendenti. Anche sul passaggio gomma-ferrovia ci vorremmo soffermare almeno un poco… La lobby dei “padroncini di camion e tir” è fortissima, particolarmente in Italia….  Sarà di sicuro una bella lotta… (scusate per il sogghigno… ma ci viene spontaneo).
Concludiamo con l’unica voce evidenziata in toto, quella numero 7. Infatti a tutti viene spontaneo domandarsi se: 1) esistono piani coordinati, regione per regione finalizzati ad un potenziamento del trasporto pubblico e locale? 2) non è che, poi, vengono proposte linee “alternative” o in metropolitana o in altra forma che abbinano ai costi proibitivi tempi di realizzazione degni di Matusalemme e, soprattutto, sostanziale inutilità pratica rispetto ai fini ipotizzati? Certo, per noi è facile criticare ma lo facciamo, ve lo assicuriamo, perché la situazione è diventata insostenibile ed i dati dell’Istituto Superiore di Sanità nostrano ce lo confermano ogni giorno.
 
(1) Detto tipicamente alessandrino che potrebbe essere reso con “siamo al livello dei rospi nello stagno, cioè umidicci, impantanati e, soprattutto, a livello zero”.

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