Buone notizie per le aree marine protette nei mari dell’Europa

Finalmente una bella notizia, che fa ben sperare per la salute degli nostri ecosistemi marini. Secondo un recente report a cura della Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea, negli ultimi anni sono stati compiuti progressi significativi per quanto riguarda l’istituzione di aree marine protette nei mari dell’Europa, con conseguenti benefici di natura ambientale ed economica.
Se infatti, l’obiettivo primario di un’area marina protetta è la conservazione dell’ambiente naturale e delle specie presenti, è altrettanto vero che esse, se ben gestite, producono ricadute economiche positive in termini di ricostruzione delle riserve ittiche locali con conseguenze per la pesca. E quando la salute dell’ambiente marino migliora, migliorano anche i servizi ecosistemi correlati, come l’assimilazione dei rifiuti, la protezione costiera e il contenimento delle inondazioni.
Inoltre, acqua pulita, habitat salubri e un’abbondante biodiversità marina sono essenziali per lo sviluppo di un turismo di tipo sostenibile, con la creazione di un’economia alternativa al turismo di massa.
Nonostante i passi compiuti, è importante continuare a lavorare in termini di espansione delle aree marine protette, soprattutto per quanto riguarda il mare aperto. Nel 2012, ad esempio, la rete marina Natura 2000 copriva un terzo delle acque vicino alla costa, ma meno del 2% delle acque in mare aperto. Inoltre, è fondamentale indirizzare gli sforzi verso una maggiore omogeneizzazione della copertura geografica: mentre più del 18% del Mare del Nord e più del 12% del Mar Baltico rientrano tra i siti protetti, solo il 2% del Mar Ionio e del Mare Adriatico fanno parte della rete.

 

Per approfondimenti

 

http://ec.europa.eu/environment/marine/eu-coast-and-marine-policy/

 

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4 “no” che contano e un po’ di quote rosa

Qualcuno ha sentito parlare dei quattro cavalieri dell’Apocalisse? L’idea di rievocarli mi è venuta qualche tempo fa rivedendo un famoso film del 1962 ispirato proprio a questi personaggi che, vuole la tradizione, sono la personificazione di altrettanti flagelli: Morte, Guerra, Carestia, Pestilenza. Sono, se ci si pensa, personaggi quanto mai attuali e, soprattutto, mai così globali da quando sono stati citati per la prima volta nell’Apocalisse di Giovanni. Sono figure, infatti, tristemente familiari a noi uomini che, nel corso dei secoli, abbiamo dovuto confrontarci ripetutamente con loro, ma sempre su scala localizzata. In passato colpivano l’una o l’altra zona, intere regioni o continenti lasciando il resto del mondo del tutto ignaro di quanto stava accadendo. Oggi la globalizzazione ha esteso l’area di intervento di questi cavalieri e nessuno può fingere che non esistano visto che quotidianamente i media di ogni genere ci aggiornano sui misfatti di lor signori che sembrano inarrestabili. Scrivo “sembrano” perché forse una soluzione ci sarebbe, forse utopistica, forse fin troppo semplice o addirittura banale come dire “NO”.
Dire “NO” non è facile. La negatività intrinseca di questa parola l’ha resa malvista. Dire “no” non facilita i rapporti umani anche se è un’opzione prevista. Il sì, invece, funziona meglio quando si vogliono mantenere buoni rapporti almeno con quelli che ci sono più vicini o che dobbiamo tenerci stretti per i più vari motivi. A questo punto qualcuno potrebbe anche stufarsi di leggere e chiedersi cosa abbiano a che fare simili riflessioni con Pianeta Azzurro. Domanda legittima e risposta semplice. Qual è il rapporto dell’acqua con il cibo e le carestie? Come si conquistano le risorse idriche in molte zone del pianeta se non attraverso soprusi e guerre? Quante persone muoiono perché non hanno accesso all’acqua potabile e quante malattie sono legate all’assenza di acqua o di acqua pulita? Come sta variando il quadro delle risorse idriche con i cambiamenti climatici in atto? Quello che vediamo accadere in Europa, nel nostro Mediterraneo e nella vicina Africa rischia di essere la punta di un iceberg che sta crescendo e che, come tutti gli iceberg che si rispettino, tiene nascosta la maggior parte di sé.
Dire di no, o almeno prendere in considerazione quest’opzione, è o dovrebbe essere la mossa giusta. I modi per dirlo potrebbero essere tanti tra cui dire sì a chi già dice no. Non è così scontato. Per prima cosa dobbiamo esserne convinti e un utile esercizio è quello di provare a immaginare cosa faremmo noi se ci trovassimo in situazioni come quelle in cui si trovano siriani, curdi, etiopi, sudanesi e tutti gli altri che provano a lasciare la loro patria perché vogliono vivere o vogliono sperare in un futuro per i loro figli.
Infine, un’ultima riflessione sulla seconda parte del titolo. Che ne direste se lasciassimo per un po’ il governo del pianeta nelle mani delle donne? Le donne non fanno la guerra (se non sono costrette), ma ne sopportano le conseguenze pur continuando a curare, amare, trasmettere la vita, sorridere, farci sognare e molto altro ancora. L’idea non è originale come potreste verificare sul web, ma finché non diventa realtà vale la pena di continuare a pensarci o no?

 

 

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Il risparmio casalingo

Continuiamo con una seconda puntata fuori tema della nostra rubrica, ma è sempre utile ripassare i fondamenti per non sprecare l’acqua.
Primo comandamento: pensare! Se riflettiamo sulle nostre azioni sicuramente troveremo nuove soluzioni e sprechi spesso ignorati da poter arginare.
Poi i consigli utili:
Prima di tutto fare manutenzione sull’impianto idrico. Una perdita che libera una goccia d’acqua al secondo può disperdere fino a 5000 litri in un anno.
Mai lasciare scorrere l’acqua inutilmente e preferire la doccia al bagno in vasca.
Sui rubinetti di casa conviene applicare il riduttore di flusso, un semplice filtro che miscela aria all’acqua e porta ad un risparmio che può arrivare fino al 30%.
Abbiamo già parlato la scorsa puntata del WC, una delle maggiori criticità della casa. Quindi dotatelo di doppio pulsante, così da poter dosare il consumo d’acqua a seconda delle necessità del momento.
Mi raccomando, scegliete elettrodomestici in classe A e anche qui fate manutenzione! Lavastoviglie e lavatrice caricate a dovere e con i filtri puliti necessitano di meno acqua, detersivo e corrente elettrica.
Chi ristruttura o costruisce casa può inserire nuove tecnologie per raccogliere le acque piovane in serbatoi e riutilizzarle per gli scarichi dei WC o l’irrigazione.
Teniamo sempre presente che risparmiare acqua ed energia oltre ad essere un’esigenza ecologica ci fa anche risparmiare denaro.
Infine educhiamo i nostri figli insegnando loro che il risparmio delle risorse naturali è utile e necessario al mondo che abiteranno.

 

 

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Immergersi insieme

Immergersi insieme, fa parte di una collana di “agili testi” di facile consultazione e utilizzo su grandi tematiche ambientali e sociali. Molti titoli, come questo, si riallacciano alle iniziative dell’Istituto comprese nell’area de il Pianeta azzurro, che si occupa di divulgare i temi sulla risorsa acqua. Questa pubblicazione nasce dalla collaborazione con HSA italia (la prima associazione in Italia che si occupa di attività subacquee e nuoto per persone disabili: associazione nazionale attività subacquee e natatorie per disabili – www.hsaitalia.it), Tribord (Tribord, marca del Gruppo Decathlon, per le attrezzature e i test subacquei), del Centro Subacqueo Idea Blu di Albenga e delle associazioni INGAUNIA Albenga ed INTEGRABILI  Sanremo. La pubblicazione raccoglie la storia, il presente e le prospettive future di un’associazione che ha contribuito in maniera assoluta a fare in modo che la subacquea per le persone con disabilità sia oggi una stupenda realtà.

Tutte le pubblicazioni sono gratuite, sino a esaurimento scorte, e possono essere richieste all’indirizzo mail pianetazzurro@schole.it

LEGGI LA PREFAZIONE di Stefano Moretto
LEGGI LA POSTFAZIONE di Stefano Moretto

 

 

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Una volta all’anno…

Ormai c’è una ricorrenza per tutto. Non passa settimana che non si festeggi o si ricordi un evento, una categoria, un principio. Alcuni di questi appuntamenti sono importanti, altri meno soprattutto se creati a fini meramente o quasi consumistici. Tra quelli che non bisogna perdere, e ai quali è indispensabile prestare tutta la nostra attenzione, c’è la Giornata Mondiale dell’Acqua, dedicata quest’anno al potere che l’acqua e l’occupazione ad essa legata hanno nel trasformare la vita delle persone.
Noi siamo ciò che siamo perché esiste l’acqua. Siamo, a ben pensarci, dei contenitori d’acqua, un liquido vitale che usiamo e trasformiamo al punto da renderla irriconoscibile e priva di tutte quelle caratteristiche che la rendono la migliore di tutte le cose e addirittura il loro principio come sosteneva il filosofo Talete. Se non ci credete, provate a documentarvi su quanta acqua è necessaria per produrre pane, pasta, carne, verdura, vestiti e persino scarpe. Si tratta dell’acqua che non si vede, la cosiddetta acqua virtuale di cui consumiamo quantità incredibili stimate attorno ai 2000 litri il giorno. Ovviamente, quando si generalizza, si tende a prendere come modello noi stessi e la realtà in cui siamo inseriti e quanto sopra riguarda soprattutto il mondo occidentale. Tutto cambia, infatti, quando si pensa ad altri paesi, ai tanti dove l’acqua non solo scarseggia, ma a volte non è nemmeno un diritto garantito.
A questo si aggiunge il fatto incontrovertibile che quasi tutte le forme di lavoro al mondo sono legate a questo composto, chimicamente semplice e prezioso, e all’approvvigionamento idrico. Se si riflette su questo dato è facile accorgersi che ogni giorno utilizziamo l’acqua di altri paesi sotto forma di beni di consumo che consideriamo indispensabili anche se non sempre lo sono e che utilizziamo solo perché il nostro tenore di vita ce lo permette. Tuttavia milioni di persone che lavorano per noi in questo settore spesso non godono di riconoscimento e accade che non siano nemmeno tutelate dai diritti fondamentali dei lavoratori. Dobbiamo impegnarci affinché questo possa cambiare! Impariamo a sostenere le produzioni virtuose, quelle che consumano meno acqua, e cerchiamo di trovare dei sistemi di compensazione che tengano conto anche di questi nostri consumi indiretti. Qualcuno affermerà che tutto questo ha un costo, ma non possiamo continuare a pretendere che a pagare siano sempre gli altri. L’economia è una scienza complessa, fatta di dare e avere, ed è ora, come sostengono in tanti, che i suoi principi siano insegnati a scuola, ma non solo quelli che riguardano i nostri rapporti con le banche e la borsa come vorrebbero alcuni. E insieme all’economia cerchiamo di diffondere la conoscenza dell’ecologia anche tramite Pianeta azzurro e la rivista Eco.
Infine, dato che la Giornata Mondiale dell’Acqua è una festa che dovrebbe coinvolgere soprattutto i più giovani è lecito domandarsi come loro vedono il problema dell’acqua, come la utilizzano e perché pensano che vada protetta. Per saperlo ho coinvolto mia moglie, insegnante di matematica e scienze, e una sua classe (1°B  I.C.Martiri della Libertà  S.M.S  Don Milani di Sesto S:Giovanni) ed ecco sommariamente quanto è emerso. A parte gli usi quotidiani (lavarsi, bere, pulire, far da mangiare ecc.), secondo la maggior parte degli studenti intervistati l’acqua serve per vivere, per costruire oggetti, scoprire (l’acqua intesa come via di comunicazione tra un paese e l’altro), per produrre energia pulita oltre a spegnere gli incendi, fabbricare la neve artificiale e giocare. Quanto ai motivi per proteggerla, i ragazzi hanno risposto che l’acqua deve essere difesa perché è necessaria per la vita di tutti gli esseri viventi, ci permette di coltivare la terra, regola il clima. Sono principi elementari, ma su questi certamente si può costruire e continuare a sperare che in futuro l’acqua sia festeggiata e ringraziata tutti i giorni e non solo una volta l’anno. 

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Nuove politiche di adattamento ai cambiamenti climatici

E’ sempre più urgente definire ed attuare politiche di adattamento ai cambiamenti climatici, al fine di scongiurare le conseguenze negative degli eventi estremi che purtroppo si verificano con sempre maggiore frequenza.
In questo contesto, sono allo studio dei ricercatori di tutto il mondo materiali resilienti che, se utilizzati nelle nostre città, le sappiano rendono maggiormente adatte alle forti piogge, inondazioni ed alluvioni. 
In particolare, uno dei principali problemi che si riscontra nei centri urbani è il basso livello di permeabilità del manto stradale, spesso non adeguato ad assorbire le grandi quantità di acqua che si riversano nelle strade a seguito di fenomeni calamitosi.
Da qui, il trasformarsi delle strade cittadine in torrenti in piena che spazzano via tutto ciò che incontrano, con danni spesso di natura catastrofica.
In Inghilterra, in particolare, un gruppo di ricercatori sta sviluppando un nuovo tipo di pavimentazione per esterni caratterizzata da uno straordinario livello di assorbenza, pari a circa 4.000 litri di acqua nel primo minuto di pioggia e a 600 litri/minuto dal secondo minuto in poi.
Il manto è in grado di raggiungere queste performance grazie alla sua particolare stratificazione, costituita da diversi materiali che, lavorando in sinergia, permettono di ottenere grandi risultati.
La sostenibilità di tale operazione è su più fronti: non solo, ovviamente, evitare o comunque mitigare il verificarsi di disastri nelle città, ma anche la possibilità di recuperare parte dell’acqua piovana con la finalità di aumentare le riserve di acque grigie utilizzate per l’irrigazione dei parchi cittadini, contribuire in modo ragionato alla ricarica delle falde sotterranee e alla durabilità del manto stradale, abbattendo i costi di manutenzione.
Un bell’esempio che mostra come la tecnologia e la ricerca scientifica possono essere al servizio della sostenibilità e del benessere delle popolazioni.

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Il pozzo senza fondo

Tutti noi abbiamo in casa un pozzo che divora acqua a profusione. Non ci serve per bere, lavare i piatti o i vestiti. Non ci serve nemmeno per lavare noi stessi. Semplicemente ingoia fino a 10 litri di acqua per volta senza battere ciglio e noi lo stiamo a guardare senza troppo interesse.
Questo mostro ecologico si chiama Sciacquone e può consumare fino al 50% della nostra acqua potabile.
Ci stacchiamo per qualche puntata dal benessere della persona per parlare del benessere del Pianeta a cui tutti dobbiamo prestare un po’ più di attenzione. Per fortuna il risparmio dell’acqua e dell’energia sono tematiche conosciute e sentite, ma ripetere alcuni concetti è sempre utile e ci può spingere a fare qualcosina in più.
Teniamo sempre presente che risparmio energetico equivale a risparmio di denaro ed in tempo di crisi tutto può incidere sui nostri portafogli. Altro punto dolente, il costo dell’acqua potabile continuerà ad aumentare, quindi meglio cercare di risparmiarne il più possibile.
Ma torniamo al nostro WC, in media consuma 6 litri di acqua a ogni scarico ed i conti sono presto fatti: per una famiglia di quattro persone con circa 20 scarichi circa al giorno arriviamo a100 litri, in un anno 40.000 litri!
Se non ce l’avete ancora installate il doppio pulsante che vi permette di erogare solo l’acqua necessaria, senza svuotare l’intera vaschetta ad ogni sciacquo.
I nuovi WC dispongono di tecnologie che minimizzano i consumi, prestate attenzione nella scelta di un nuovo elemento.
Se potete installate un sistema di recupero delle acque piovane da utilizzare per rifornire gli scarichi dei WC, così utilizzerete le acque meteoriche a costo zero senza sprecare acqua potabile.

 

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“Io non spreco”: fare i conti con l’acqua



Green Week 2016, spunti di riflessione sull’acqua. All’interno dell’evento dedicato alla sostenibilità ambientale ha trovato spazio il tema delle risorse idriche. Pur non mancando qualche dato positivo, gli scenari previsti per il futuro dovrebbero indurre all’attuazione di politiche di gestione lungimiranti e di modelli di utilizzo più virtuosi.
 
Riccardo Rossella
 
 
Dall’1 al 6 marzo 2016 il Nord-Est italiano è stato teatro dell’appuntamento con la Green Week, una settimana di eventi ed incontri incentrati sui temi della green economy e della sostenibilità. L’evento, giunto alla sua quinta edizione, è stato caratterizzato da un ricco programma, suddiviso in due parti distinte. Durante i primi tre giorni, per mezzo di un apposito progetto a loro dedicato, un folto gruppo di studenti di tutta Italia ha avuto modo di visitare alcune imprese del territorio veneto che hanno saputo contraddistinguersi per l’attenzione all’ambiente attraverso idee e tecnologie innovative. Nel fine settimana dal 4 al 6 marzo la Green Week è invece proseguita a Trento con il festival “Io non spreco”, una tre giorni di conferenze e dibattiti che hanno spaziato dal clima all’economia circolare, dall’energia allo spreco alimentare, dalla mobilità sostenibile all’acqua.
 
Acqua: un problema che ci tocca più da vicino di quanto si creda
Spunti interessanti su quest’ultimo tema sono giunti non solo dalla lectio magistralis di Jan Olof Lundqvist, senior scientific advisor dello Stockholm International Water Institute, ma anche dall’incontro “Fare i conti con l’acqua: scenari possibili in un mondo con meno risorse”. 
 

Leggi tutto ““Io non spreco”: fare i conti con l’acqua”

Promesse, promesse…

 

Nonostante il titolo possa suggerire risvolti negativi, quest’ultimo oblò del 2015 sarà improntato alla speranza e ricco di buoni propositi per l’anno che verrà.
L’anno che sta per chiudersi si è concluso (abbiamo ricordato che vogliamo essere positivi) con un accordo sul clima forse sollecitato anche dal fatto, come riportava una notizia trovata in rete, che il cashmere è minacciato dal riscaldamento globale. Qualunque sia stata la spinta all’accordo, a Parigi i delegati dei 195 paesi che partecipano alla Cop21, la conferenza mondiale sul clima, hanno firmato un accordo in cui s’impegnano a ridurre le emissioni inquinanti in tutto il mondo a mantenere l’aumento di temperatura inferiore ai 2 gradi, e compiere sforzi per mantenerlo entro 1,5 gradi.
Papa Francesco continua a lanciarci messaggi positivi e proiettati nel futuro, invitandoci a rispettare l’ambiente e ad avere cura della casa comune (Lettera Enciclica Laudato si‘) e ad avere cura del nostro prossimo (Giubileo della Misericordia). Sono di parte, lo confesso, ma ho anche l’impressione che sia rimasto uno dei pochi che prova a parlare a tutti, oggi che certi slogan (ricordate “Yes we can”?) e i personaggi che li hanno lanciati hanno perso di smalto quasi come i 10 comandamenti sostituiti da un generico codice etico fai da te.  
Vale anche il consiglio, meno banale e più pregnante di quanto si creda, di non avere paura e l’invito riguarda anche l’ambiente. Se si guarda come vanno il mondo e la Terra, c’è davvero di che spaventarsi soprattutto perché i problemi sono così tanti e complessi che si ha la tentazione di nascondersi per non vederli come se questo bastasse a cancellarli. Invece bisogna provare a risolverli un pezzettino alla volta e ricostruire quel bellissimo pianeta che abbiamo ridotto ad un grande puzzle. Tutti ne abbiamo un pezzetto: mettiamoli insieme e ricostruiamo. Per facilitarvi e darvi una spinta, ecco una serie di consigli (i classici 10, e nemmeno tutti originali e certamente neppure elencati in ordine d’importanza) da mettere in pratica nel 2016 con i miei auguri a tutti per un anno migliore.    

  1. Visitate almeno un’area protetta.
  2. Una volta la settimana provate a non usare l’auto.
  3. Cercate di ridurre il consumo di plastica.
  4. Leggete sempre le etichette dei prodotti cercando quelli meno inquinanti
  5. Provate a rispettare la stagionalità dei prodotti.
  6. Iscrivetevi ad una delle associazioni che si battono per la difesa dell’ambiente. A conti fatti sembrano le uniche che ancora hanno a cuore i problemi dell’ambiente.
  7. Se non volete iscrivervi, cercate almeno di firmare a favore delle loro campagne. Siate consapevoli che anche la vostra firma ha il suo peso e può esser determinante.
  8. Leggete la rivista che ospita questi oblò e fatela conoscere e sostenetela.
  9. Privilegiate i rapporti umani. Molti sembrano sul punto di dimenticare che si può anche parlare avendo il proprio interlocutore davanti.
  10. Leggete un testo di ecologia. Vi aiuterà a capire come funziona il mondo attorno a voi. 

 

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