Amore per l’odio

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Leonidas Donskis
Amore per l’odio. La produzione del male nelle società moderne
Edizioni Erickson, 2008, 20 euro

 

Come può la società civile arrivare ad odiare un intero popolo tanto da volerne la scomparsa, e perché si ha sempre bisogno di cercare nel diverso un nemico da distruggere? In questo libro Leonidas Donskis, filosofo e critico letterario, ripercorre le forme e la storia dell’odio organizzato dal medioevo alle sue più recenti espressioni.
Attraverso l’analisi di alcune opere letterarie in cui sono state rappresentate le dinamiche di esclusione e oppressione dell’altro, l’autore ci spiega da cosa nasce l’odio e perché l’uomo non ne può fare a meno. L’odio infatti è un prodotto della paura e quest’ultima fomentata dall’odio che nutriamo, prima di tutto verso noi stessi, è un circolo vizioso che non vede via d’uscita. Cominciamo a disprezzare noi stessi se non riusciamo a trovare qualche certezza e salvezza nella nostra insicura esistenza terrena. Iniziamo a odiare il mondo che ci priva di un’identità scritta e stabilita, l’odio deriva dalla vergogna dell’umiliazione che tende a sopraffarci quando ci rendiamo conto di quanto siamo deboli, anzi addirittura impotenti, allorché cerchiamo di tenerci stretta l’identità che abbiamo scelto.
Ma l’odio ha effetti devastanti, privandoci della capacità di pensare e percepire, deforma il corpo dell’uomo e ne distorce l’animo e, attraverso la violenza, toglie agli esseri umani tutto ciò che è umano e reale. Perché l’odio uccide la risata, l’ironia, il sorriso, tutte cose che affrancano l’uomo, nel corpo e nella mente. Così l’odio distrugge la personalità dell’uomo. Ma l’odio è straziante e atroce e non vi si può rimanere immersi troppo a lungo e così cerca uno sbocco e sfocia nella ricerca di un bersaglio. Il paradosso dell’identità turbata è che il gruppo bersaglio scelto quasi sempre non ha nulla a che spartire con la ragione reale della nostra ansia, insicurezza e incertezza. E quando questo odio viene usato da personalità carismatiche per realizzare i propri meschini obiettivi allora si hanno gli effetti tragici che il secolo scorso, ma non solo, ha conosciuto.

Ed è per questo che la storia si ripete e le brutalità dell’uomo non hanno mai fine: perché la paura è sempre dietro l’angolo, non la si sconfigge mai e l’odio, alimentato da paura, porta l’uomo a compiere azioni violente giustificate da spiegazioni razionali, perché l’odio non è mai palese ma sempre accompagnato da un falso e tragico pretesto.

Romina Anardo

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