Abbecedario amazzonico‏: lettera N

N

Con i mondiali ormai iniziati e la nazionale italiana che ha giocato il suo primo match nella rovente e umida Manaus, sale la curiosità verso questa regione lontana e affascinante che è l’Amazzonia. Sia l’Italia che le altre squadre si trovano a giocare alle alte temperature tropicali, ma forse non tutti conoscono davvero il Paese che li sta ospitando, un paese caratterizzato da una cultura creola, con usi e tradizioni, leggende e credenze molto diverse dalle nostre.

Noi continuiamo a prepararci così, con qualche pillola giornaliera sull’Amazzonia: un racconto per ogni lettera dell’alfabeto!

Navio

 

Rabeta (canoa a motore), barco (barca), navio (nave): diversi tipi di imbarcazioni, dalla più piccola alla più grande che, seguendo un ordine gerarchico, descrivono sulla superficie acquea dell’Amazzonia innumerevoli traiettorie. Se ci troviamo nel porto della città-polo di Santarém, le rabeta servono per il piccolo cabotaggio; le barche un po’ più grandi servono i villaggi del comune di Santarém, navigando anche ventiquattro ore per giungere nei luoghi più remoti, come le sorgenti del fiume Arapiúns, ma più spesso facendo tratte di quattro-sei ore. Per arrivare nei comuni limitrofi si usano imbarcazioni un po’ più grandi: in otto ore si arriva a Oriximiná, a ovest – un’ora meno per tornare, perché la corrente è favorevole –, in dodici ore a Prainha, ad est, ed altrettante a Itaituba, a sud, lungo il fiume Tapajós.

La canoa è un’imbarcazione allungata, costruita localmente, con legno del posto, disposto a fasce parallele. In alcuni villaggi si trovano ancora delle canoe costruite scavando e modellando giganteschi tronchi, ma sono una rarità. Nei villaggi di fiume, tutte le famiglie hanno una canoa, mossa a braccio con una pagaia. Molti le montano a poppa un piccolo motore fuoribordo, dalla quale si diparte un lungo asse che termina con l’elica: una coda, da cui il nome rabeta (codina). Capita di vedere famiglie intere, spinte dalla necessità e dall’incoscienza, attraversare in rabeta l’intero rio delle Amazzoni, che giunge in alcuni punti alla smisurata larghezza di 14 chilometri: cinque, sei, sette persone, insieme a vettovaglie e valige, accalcati su una canoa di poco più di sette metri, la cinta pochi centimetri al di sopra del livello dell’acqua, le onde che agitano il tutto; purtroppo non è raro che il fiume abbia la meglio.

Motori più grandi, dai 12 cavalli in su, posti entrobordo, tra il centro e la poppa, equipaggiano le imbarcazioni un po’ più grandi. Si tratta di barche simili a un gozzo, di legno, quasi sempre con una copertura integrale di legno, sorretta da montanti anch’essi di legno. Da questa dimensione, a crescere, le imbarcazioni assumono sempre più l’aspetto di piroscafi di legno, spesso a più piani, tutti prodotti localmente con maestria importata ma antica, dipinti di bianco e decorati con vivaci colori, dai nomi più vari. Più o meno l’imbarcazione resa famosa dal film di Werner Herzog, Fitzcarraldo.

Luca Fanelli

Navio-Tamara Saré

Navio (foto di Tamara Saré)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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