Abbecedario amazzonico aspettando i mondiali‏: lettera J

J

Con i mondiali alle porte e la nazionale italiana che si prepara a giocare il suo primo match nella rovente e umida Manaus, sale la curiosità verso questa regione lontana e affascinante che è l’Amazzonia. Sia l’Italia sia l’Inghilterra si stanno preparando atleticamente al momento in cui dovranno giocare alle alte temperature tropicali, ma forse non sanno che ciò che li aspetta e che forse li sorprenderà di più è una cultura creola, con usi e tradizioni, leggende e credenze molto diverse dalle nostre.

Prepariamoci anche noi, prima di questo grande incontro, con qualche pillola sull’Amazzonia: un racconto per ogni lettera dell’alfabeto!

Jambu

Ingrediente principale di alcune ricette molto amate dai brasiliani del Nord, le foglie di jambu godono di altri vari soprannomi, tra cui agrião do Brasil, agrião do Pará, jambu-açu, botão de ouro e agrião do Norte.
Scientificamente la pianta è denominata Spilanthes oleracea acmella, vive in ambienti umidi e caldi e si può facilmente incontrare in tutta l’Amazzonia.
Caratterizzate da molteplici qualità terapeutiche, le foglie di jambu, nell’immaginario popolare, curano di tutto, dall’inappetenza, ai problemi di diuresi, all’elevata pressione arteriosa, ai problemi gastro-intestinali, alle rughe precoci. Ma ciò che le rende una vera manna dal cielo e che ne ingentilisce il gusto amaro, obnubilando i sensi dell’assaggiatore, è la tanto decantata virtù afrodisiaca.

Appena messe in bocca, le foglie non hanno sapore, ma, se masticate, rilasciano un liquido amaro che anestetizza prima la lingua e poi tutta la bocca; questo effetto è chiamato “treme treme”. Per questo, al di fuori della gastronomia, lo jambu è stato sperimentato in una pomata per l’eccitazione femminile e testato da volontarie per l’azienda Embrapa che ne hanno apprezzato particolarmente gli effetti.

L’arte culinaria paraense fa un uso diffusissimo di questa pianta nei suoi piatti; in particolare, il tacacá, una zuppa a base di amido di manioca, tucupì (estratto della manioca, che sarà spiegato nella voce a questa dedicata), gamberi e, appunto, foglie di jambu. La consistenza mucillaginosa non è da tutti apprezzata, ma l’effetto del liquido caldo e acidulo e dei gamberi che si riversano sulla lingua, anestetizzata e quasi tremante, è sorprendente.

Jamais pensei que fosses um dia mais eficaz

Ao adormeceres meus lábios com eficiência,

Mas vens provando que é muito mais capaz:

Bates recordes na preferência das mulheres,

Unindo o útil ao prazeroso…és agora um ás[1]

Per i lettori che volessero sperimentare, ecco la ricetta di un tipico piatto del Pará, il Tacacá.

Ma attenzione, la bocca è anestetizzata, ma non addormentata. Ciò significa che i sapori si sentono tutti…non pensate di approfittarvi impunemente degli effetti sopra citati!

Ingredienti:

2 mazzi di foglie di jambu,

1/2 kg di gamberi di fiume,

2 litri di tucupi,

1/2 tazza di goma (residuo liquido e trasparente derivante dalla cottura della manioca,

pimenta de cheiro (pepe) in abbondanza.

Preparazione

Versare in una pentola media il tucupi e lasciar bollire a fuoco lento. Cuocere le foglie di jambu in acqua bollente salata per circa 20 minutii.
Togliere dalla fiamma e mettere da parte a raffreddare. Pulire i gamberi e bollire per pochi secondi. Attenzione a togliere solo teste e corteccie, lasciando le code attaccate al corpo.
Mettere in una pentola con acqua la goma di manioca fino a ebollizione e girare finché raggiunga una consistenza vischiosa e trasparente.
Unire gli ingredienti e versare in sei ciotole. Decorare con i gamberi rimanenti. Servire ben caldo.

Lorenza Sganzetta

“La pianta di Jambu e il Tacacà sono stati oggetto di moltissime immagini fotografiche, facilmente rintracciabili sul web. Clicca qui per visualizzare quelle della ricerca immagini di Google:

https://www.google.it/search?q=jambu+immagini&rlz=1C1CHFX_itIT577IT577&tbm=isch&tbo=u&source=univ&sa=X&ei=w2qRU_O0HcWb0wWs_oGoAw&ved=0CCoQsAQ&biw=1366&bih=643#q=jambu&tbm=isch

https://www.google.it/search?q=tacaca&rlz=1C1CHFX_itIT577IT577&tbm=isch&tbo=u&source=univ&sa=X&ei=bm6RU4LQMcmk0QWZ6IEY&ved=0CC0QsAQ&biw=1366&bih=643

[1] “Non ho mai pensato che tu potessi essere così efficace nell’addormentare le mie labbra, ma si sta dimostrando vero: batti record di preferenze tra le donne, unisci l’utile al dilettevole …sei un asso!” detto popolare.

 

JambuTamara 1

Il mercato di Belém all’alba. Nei mercati non manca mai un banchetto che serve il tacacà. 2011. Foto di Tamara Saré.

 

 

 

 

 

 

 

 

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