40 anni di attivismo per l’ambiente

greenpeace

Il 15 settembre 1971, in piena guerra fredda, un vecchio peschereccio, il Phyllis Cormack, salpò da Vancouver diretto verso Amchitka, un’isola vicino alla costa dell’Alaska, con a bordo dodici attivisti americani e canadesi. Il loro obiettivo?

 

Impedire alcuni esperimenti nucleari sull’isola che avrebbero potuto danneggiare una zona naturale protetta e provocare, in seguito a un esplosione, un terremoto e un maremoto.
Nonostante la nave venne fermata prima di giungere a destinazione, il movimento di opinione creatosi in seguito all’azione portò alla sospensione dei test nucleari quello stesso anno e alla creazione di una riserva naturale per uccelli sull’isola. Nacque così, da quell’insuccesso diventato un successo, Greenpeace.

Quarant’anni dopo, l’organizzazione ambientalista e pacifista conta ventisette uffici in quarantuno Paesi, tre milioni e mezzo di sostenitori che, con le loro donazioni, le permettono di rimanere indipendente da aziende e governi e circa undici milioni di attivisti online, che diffondono le sue campagne attraverso il web e i social network.
«Quello che 40 anni fa ha mosso i primi attivisti era la consapevolezza che il mondo avesse bisogno di un movimento ambientalista e pacifista che parlasse direttamente alle persone per ispirarle ad agire. Dopo quattro decenni rimaniamo fedeli all’idea che la nostra missione è quella di testimoniare e denunciare in maniera indipendente e diretta i crimini ambientali commessi dai governi e dalle multinazionali, per dare voce al Pianeta che non ne ha»  – ricorda Giuseppe Onufrio, direttore Esecutivo di Greenpeace Italia.
Tra le vittorie ottenute dall’organizzazione nel corso della sua storia ce ne sono alcune che rimangono tutt’oggi fortemente impresse nella memoria collettiva: il trattato internazionale che protegge per cinquant’anni l’Antartide da esplorazioni petrolifere e minerarie, la messa al bando delle spadare, la moratoria internazionale alla caccia baleniera, il divieto di sversamento di scorie nucleari in mare, la protezione di migliaia di ettari di foresta primaria.
Altrettanto ambiziose sono le sfide che Greenpeace si prepara ad affrontare in futuro, prima tra tutte quella del cambiamento climatico.

Il 2011 è un anniversario importante anche per la sezione italiana che è nata nel 1986, esattamente 25 anni fa. Nel nostro Paese, la prima campagna portata avanti dall’associazione ambientalista è stata quella contro la minaccia nucleare, che portò alla vittoria del Sì al primo referendum abrogativo del 1987. «Ci sembra indicativo poter festeggiare questo venticinquennale con un’altra storica vittoria contro il nucleare che allontana  una fonte energetica insicura e costosa dal nostro Paese e che speriamo apra definitivamente la strada a un futuro energetico basato sulle rinnovabili e l’efficienza energetica» – conclude Onufrio.


Chiara Capone

25 settembre 2011

 

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