1 settembre, giornata mondiale di preghiera per la conversione ecologica

papa francesco green

L’ha indetta papa Francesco. La giornata ha un intento ecumenico e riprende una idea del patriarcato ortodosso

di Mario Salomone

 

Papa Francesco ha deciso di istituire anche nella Chiesa Cattolica la “Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato”, che sarà celebrata il 1° settembre, così come già da tempo avviene nella Chiesa Ortodossa. Da dieci anni il 1 settembre era già anche la giornata del creato in Italia.
Il papa rilancia così un impegno che sta caratterizzando il suo pontificato e dà un altro forte segnale dopo l’enciclica Laudato si’.
«L’annuale Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato offrirà ai singoli credenti ed alle comunità la preziosa opportunità di rinnovare la personale adesione alla propria vocazione di custodi del creato, elevando a Dio il ringraziamento per l’opera meravigliosa che Egli ha affidato alla nostra cura, invocando il suo aiuto per la protezione del creato e la sua misericordia per i peccati commessi contro il mondo in cui viviamo» scrive il papa in una lettera ai cardinali Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, e Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.

 

Cristiani uniti per la giustizia e la pace nel mondo
 
I due destinatari, infatti, sono incaricati di dare concreta attuazione alla direttiva di papa Francesco.
Il compito del primo (uno dei principali collaboratori nella stesura dell’Enciclica) riassume il messaggio di Laudato si’: fare una profonda conversione ecologica, superare la crisi ecologica, assumere stili di vita coerenti, custodire saggiamente il pianeta sono un obbligo e una priorità, da cui dipendono la giustizia e la pace nel mondo.
Turkson non solo dovrà coinvolgere con opportune iniziative di promozione e animazione l’intero “popolo di Dio” («sacerdoti, religiosi, religiose e fedeli laici»), ma dovrà anche informare gli organismi nazionali e internazionali impegnati in ambito ecologico.
Il secondo sottolinea l’intenzione di unire tutti i cristiani, i quali, scrive sempre il papa, «affrontano identiche ed importanti sfide, alle quali, per risultare più credibili ed efficaci, dobbiamo dare risposte comuni». A Koch quindi il compito di «prendere i necessari contatti con il Patriarcato Ecumenico e con le altre realtà ecumeniche, affinché tale Giornata Mondiale possa diventare segno di un cammino percorso insieme da tutti i credenti in Cristo. Sarà premura inoltre di codesto Dicastero curare il coordinamento con iniziative simili intraprese dal Consiglio Ecumenico delle Chiese».
Quanto alla decima giornata italiana promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana, la CEI ha scelto come tema “Un umano rinnovato, per abitare la terra”. Amare la terra e abitarla con sobria leggerezza, questo l’invito dei vescovi italiani, che esortano i cristiani a ripensare gli stili di vita, a tutelare il clima e a rafforzare l’economia sostenibile.
 
I precedenti e le nuove iniziative ecumeniche
 
Se il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli (che è il “primus inter pares” della Chiesa ortodossa orientale) è esplicitamente richiamato come ispiratore della giornata dedicata alla cura del creato, altre iniziative provenienti dal mondo cristiano sono all’origine dell’importante decisione di papa Francesco. La prima è forse l’appello lanciato dal Consiglio mondiale delle chiese a Vancouver (la città del Canada dove si terrà il nono WEEC nel 2017), in occasione della assemblea generale che si tiene ogni otto anni.
Seguono gli appelli di protestanti, anglicani e ortodossi europei (assemblee ecumeniche del 1989 a Basilea, Svizzera, del 1997 a Graz, Austria, del 2007 a Sibiu, Romania) e del Consiglio delle conferenze episcopali cattoliche d’Europa.
Dalla terza assemblea europea a Sibiu esce la proposta di dedicare all’ambiente cinque settimane, quelle comprese tra l’1 settembre (la data indicata dal patriarca ecumenico di Costantinopoli) e il 4 ottobre, festa di San Francesco (per i cattolici, il patrono degli ecologisti, cui papa Francesco di riferisce costantemente), accolta l’anno dopo dal Consiglio mondiale. È il “tempo del creato”, periodo che vede preghiere e azioni per la biodiversità, il clima, le foreste, la giustizia ambientale, con anno con un tema specifico al centro.
In Italia, la Federazione delle chiese evangeliche ha un proprio gruppo di lavoro di Globalizzazione e ambiente.
Il Consiglio mondiale delle chiese (cui la Chiesa cattolica partecipa come osservatrice) ha, insomma, una lunga tradizione di attenzione per il legame stretto che c’è tra giustizia, pace e integrità del creato e mette al centro la cura della Terra e la giustizia climatica. Dopo l’adozione della convenzione sul cambiamento climatico al summit di Rio (1992), il Consiglio partecipa regolarmente alle conferenze ONU sul clima e sta impegnando le chiese cristiane nella preparazione della COP 21 di Parigi.
Recentemente, la Rete ecumenica per l’acqua nell’incontro tenuto a Ginevra il 15-17 luglio 2015 ha lanciato un appello per l’abolizione dell’acqua in bottiglia.
 
Alleanza tra credenti e non
 
I cristiani di tutte le confessioni, insomma, sono concordi nell’indicare la salvaguardia del creato come un impegno fondamentale per i credenti e come condizione perché nel mondo ci siano giustizia e pace.
In un panorama internazionale in cui figure di grande spessore scarseggiano e in cui i “grandi” della terra sono preoccupati principalmente dal PIL e dalla sorte delle banche, marciando all’unisono al comando degli interessi della minoranza più ricca e potente della popolazione mondiale, l’azione quotidiana di papa Francesco (che sta producendo frutti su vari piani, dai negoziati in vista della COP 21 di Parigi sul clima alla ripresa dei rapporti diplomatici tra Usa e Cuba) e la sensibilità di tanti cristiani, cattolici e non, sono un buon elemento di conforto. L’alleanza tra credenti (da estendere alle confessioni religiose non cristiane) e non credenti deve rafforzarsi e far sì che il movimento di opinione di traduca in nuove politiche e in un nuovo modello di società “verde”.

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