Scienze della Formazione: facoltà dal respiro internazionale

foto

LA STORIA DI CAMILLA STUDENTESSA VOLATA NEGLI USA PER IMPARARE NUOVE TECNICHE DI APPRENDIMENTO.

Fiducia nel futuro, voglia di mettersi in gioco, di aprirsi al confronto e di sfidarsi: così si pongono le basi per esperienze autentiche e preziose.

Lo sanno bene gli studenti della Facoltà di Scienze della formazione che, grazie ai progetti proposti nell’ambito dei corsi di laurea magistrale e triennale, hanno l’opportunità di sperimentare l’apertura verso l’altro e di sfidare il cambiamento attraverso esperienze di formazione e tirocinio internazionali.

Come è successo a Camilla Bongiorni, ventitreenne iscritta al primo anno della laurea magistrale in Progettazione pedagogica per minori.
Lo stage doveva portarla a Piacenza e invece l’ha catapultata negli Stati Uniti.

La storia di Camilla comincia da una scelta normale per chi si trova al terzo anno di Scienze dell’educazione e della formazione: «Dovevo decidere dove svolgere l’attività di tirocinio prevista dal corso di laurea triennale ed ero intenzionata a svolgerlo a Piacenza. E così ho fatto – racconta Camilla -. Solo che, al termine delle 200 ore, mi è stato proposto di proseguire il mio percorso di educatrice, intraprendendo un programma ad alto valore formativo e professionalizzante per diventare operatore presso il centro in cui avevo fatto il tirocinio. Il progetto prevedeva la possibilità di iscriversi e frequentare per un mese la Morningside Teachers‘ Academy, presso la città di Seattle. Così la scorsa estate son partita».

Destinazione Seattle, Stato di Washington, Stati Uniti. Per imparare, in una sorta di Summer School per docenti, il Model of Generative Instruction, un modello di insegnamento innovativo per insegnare le abilità di base (lettura, scrittura, matematica), problem solving e metodo di studio.
Dopo le prime settimane di corso, Camilla ha avuto la possibilità di affiancare l’insegnante durante le ore di lezione e ha anche iniziato a insegnare.

«È stata un’esperienza unica, sia a livello professionale, in quanto ho potuto apprendere metodi e tecnologie educative che in Italia non sono ancora totalmente conosciute, sia a livello personale – prosegue Camilla -: partire per l’America a 23 anni è stata per me una grande sfida, dalla quale sono uscita arricchita di conoscenze nuove e momenti forti. Che hanno contribuito a formarmi come persona, a potenziare la mia autostima, a credere in me stessa, acquisendo un maggior autocontrollo emotivo di fronte alle difficoltà, e a tornare in Italia carica di una nuova energia e di tanta motivazione verso un futuro da costruire».

Camilla non è che una dei tanti studenti e studentesse di Scienze della formazione che in questi anni hanno avuto l’opportunità di trascorrere un periodo di studi all’estero, a conferma della vocazione internazionale della facoltà e dell’apertura dei suoi studenti ad esperienze di confronto con culture diverse. Oltre alle 15 esperienze di tirocinio in Kenya, a Nairobi, presso le strutture per il recupero dei bambini e delle bambine di strada, gestite localmente dall’associazione Koinonia, con il supporto della ONG Amani, c’è chi ha svolto un soggiorno all’estero presso la Seton Hall University del New Jersey per l’elaborazione di una tesi sui temi dei diritti del fanciullo negli USA. O un tirocinio in Bolivia presso il Centro educativo Consipe, che accoglie bambini e ragazzi con varie forme di disabilità fisica e psichica.

Attualmente una studentessa si trova  in Brasile per la preparazione della tesi di laurea magistrale presso  Progredir Onlus, che promuove progetti per aiutare i ragazzi delle favelas di Rio de Janeiro e le loro famiglie ad uscire dal mondo della droga.

Fra le iniziative in cantiere, la facoltà sta organizzando per l’estate 2012 un progetto di tirocinio per un gruppo di studenti in Etiopia, più precisamente  presso le strutture educative di Hosanna, Fonko e Lareba, gestite dalla Congregazione delle Suore della Divina Provvidenza per l’Infanzia Abbandonata,  fondata a Piacenza da mons. Torta.

Sabrina Cliti

30 settembre 2011

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *