Piante rosse… non solo coralli

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Alla scoperta del colorato mondo delle gorgonie, la loro struttura e i pericoli che la minacciano. Da tutto il Mediterraneo pervengono ormai segnali allarmanti sulla situazione delle gorgonie.

 

 

 

Nonostante il loro aspetto di piante arborescenti dei fondi marini, le gorgonie sono degli animali della classe degli antozoi (dal greco “anthos”, fiore, e “zoon”, animale), del phylum dei Cnidari. Come i coralli e gli anemoni di mare (attinie), anch’essi entozoi, le gorgonie vivono fissate sul fondo e formano delle colonie di polipi disposte come dei fiori intorno a uno scheletro in calcare corneo. I tessuti circondano lo scheletro costituendo la parte vivente. Sono ben note ai subacquei per il loro aspetto fiammeggiante, i loro colori di un rosso, bianco e arancio o giallo vivo, secondo la specie.

Un’epidemia dalle cause ancora ignote ha attaccato ferocemente dall’estate del 2000 le popolazioni di gorgonie con necrosi dei polipi subito seguita dalla morte dell’individuo sul litorale del Mediterraneo da Genova fino a Marsiglia.
Secondo Patrice Francour, responsabile del dossier “Gorgonie” presso il Laboratoire d’Environnement Marin Littoral (Nizza), gli ultimi studi confermano che l’innalzamento della temperatura risulta essere solo la causa scatenante della mortalità massiva delle gorgonie del Mediterraneo. Alcune analisi hanno individuato la presenza di ceppi batterici, di origine non definitivamente accertata come concausa della moria.
Altri fattori determinanti paiono essere il soffocamento degli organismi, dovuto al ricoprimento da parte di alghe e di fitoplancton, che impedisce ai polipi di secernere un muco, l’antifouling, la cui azione è simile a quella delle vernici protettive che ricoprono gli scafi delle navi.

 

Polipi e meduse

La gorgonia rossa, scientificamente conosciuta come Paramuricea clavata, appartiene al phylum Cnidaria, che comprende organismi acquatici a simmetria raggiata, esistenti sotto due forme principali: i polipi e le meduse.
I polipi hanno un corpo cilindrico o colonna portante, che presenta inferiormente una base ristretta e un disco pedale, mentre nella parte superiore è situata una corona di tentacoli con numerose cellule urticanti. Al centro dei tentacoli si origina una struttura conica, detta ipostoma, al cui centro si trova la bocca.
I polipi si cibano di bentos e si presentano sia solitari, sia in colonie formate da individui interconnessi tra loro. Le meduse hanno lo stesso tipo di organizzazione strutturale del polipo, ma corrispondono a un polipo capovolto e allargato, forma che meglio si adatta al galleggiamento e in generale alla vita planctonica. A differenza del polipo la medusa è, infatti, libera e può essere trasportata dalle correnti. Gli Cnidari sono organismi carnivori e si cibano principalmente di piccoli crostacei.
Polipi e meduse catturano il cibo con i tentacoli.
I polipi hanno la capacità di essere retrattili e si cibano sia di giorno che di notte. Essendo ancorati al substrato le prede giungono loro trasportate dalla corrente, mentre le meduse le catturano in modo semiattivo poiché, anche se libere di muoversi, non sono in grado di mettere in atto movimenti volontari verso la preda.
Quando la preda giunge sui tentacoli determina una scarica di cellule urticanti dette nematocisti che la immobilizzano; successivamente, sempre grazie all’azione dei tentacoli, la preda viene diretta verso la bocca che, dilatandosi, ne permette l’ingresso.
I meccanismi che innescano le azioni sopra descritte vengono attivati dal contatto di alcuni recettori stimolati dagli amminoacidi e peptidi liberati dalla preda attraverso le ferite causate dalle nematocisti.

Il ventaglio scarlatto

La Paramuricea clavata, detta gorgonia rossa, crea colonie di grandi dimensioni (possono raggiungere anche un metro di altezza e larghezza). Ancorate su fondali coralligeni da una profondità di 20 metri fino a un massimo di 100. Di colore rosso scuro, presentano la forma di un grande ventaglio ramificato dicotomicamente su un unico piano, flessibile e perpendicolare alla corrente. Le ramificazioni sono fitte, irregolari, spesso anastomizzate e con spessore diverso: più ci si allontana dalla basepiù diminuisce lo spessore.
La superficie è rugosa per la presenza di spicole o scleriti: queste rendono possibile lo sviluppo del caratteristico colore della gorgonia, la quale può presentare anche parti gialle.
Nella Paramuricea clavata la riproduzione è sincrona per gli individui di una stessa colonia e probabilmente esiste un legame con il riscaldamento dell’acqua e con le fasi lunari.
Le uova prodotte dalle gonadi dei polipi sono di colore viola e, dopo essere state espulse, rimangono attaccate alla colonia che le ha prodotte tramite un velo di muco.
Quando vengono fecondate dagli spermi inizia la segmentazione che poi le trasformerà in una larva cigliata o planula.
La planula è libera di nuotare nell’acqua e di farsi trasportare dalla corrente fino quando trova un substrato adeguato. A questo punto inizia a trasformarsi, perde le ciglia e dà origine ad un polipo primario, capostipite dell’intera colonia.
Oltre alla Paramuricea clavata altre 5 specie di gorgonie sono presenti nel Mediterraneo; quattro di queste hanno una struttura morfologica simile (Eunicella cavolini, Eunicella verrucosa, Eunicella stricta e Lophogorgia ceratophyta) mentre la quinta, la Corallium rubrum, presenta lo scheletro irrigidito per la presenza di sali di ferro.

Aprile 2005 – Stefano Moretto

 

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