Lester Brown: mobilitarsi per salvare la civiltà

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TORINO –  In occasione del seminario “Strategie per un pianeta sostenibile: la sfida della green economy”, una sala gremita, venerdì 14 maggio, ha accolto Lester Brown, presidente dell’Earth Policy Institute e fondatore del Worldwatch Institute. Visita la mediagallery con le foto dell’evento.

 


Un cambio di prospettiva

190 miliardi di dollari all’anno. È questo il costo per “salvare la civiltà”. Lo ha affermato Lester Brown durante la presentazione del suo ultimo libro Piano B 4.0 Mobilitarsi per salvare la civiltà, organizzata presso la Fondazione per la scuola della Compagnia di San Paolo dall’Istituto per l’Ambiente e l’Educazione Scholé Futuro Onlus e da Edizioni  Ambiente.

Stabilito che il business as usual, l’attuale modello di sviluppo economico, non potrà continuare ancora a lungo, Brown propone un cambio di prospettiva, un’alternativa all’andamento intrapreso dalle società occidentali. Un vero e proprio “Piano B“, una mobilitazione rapida e su scala mondiale, da tempo di guerra.

Gli obiettivi? Arginare la pressione demografica, stabilizzare il clima, sradicare la povertà e costruire una nuova economia, non più basata sulla teoria dell’usa e getta e sul sovra-consumo delle risorse naturali oltre il livello di sostenibilità del pianeta.

Al contrario, il cambiamento deve necessariamente portare a un’economia più “responsabile”, alimentata da fonti energetiche rinnovabili e non da combustibili fossili (le immagini del disastro ambientale causato dall’affondamento della piattaforma petrolifera Bp, nel Golfo del Messico, sono drammaticamente attuali). Un’economia che sia in grado di riutilizzare e riciclare ogni cosa e con un sistema di trasporti diversificato, sull’esempio del movimento americano National Complete Streets Coalition.

La verità del mercato

«La chiave per costruire un’economia mondiale che possa sostenere il progresso economico – sottolinea Brown in Piano B 4.0 – è la creazione di un mercato onesto e che dica la verità sui propri costi ecologici».

Come? Riallocando imposte e sussidi: abbassando le tasse sul reddito, ad esempio, e innalzando quelle sulle attività dannose all’ambiente.

Nel complesso, spiega il presidente dell’Earth Policy Institute, «per “ristrutturare” l’economia globale, sarebbero sufficienti 190 miliardi di dollari all’anno», circa un terzo di quanto stanziato dall’Unione europea per il salvataggio della Grecia e poco più di un decimo delle spese militari sostenute da tutti i paesi del mondo, stimate, per il 2008, a 1464 miliardi di dollari.

La sfida, ormai, si gioca tra la politica e punti di non ritorno naturali (la deforestazione dell’Amazzonia, lo scioglimento dei ghiacciai himalayani, l’esaurimento delle risorse idriche in Arabia Saudita, la desertificazione in corso nel nord-ovest della Cina ecc.), con tutte le conseguenze economiche, politiche e sociali ad essa collegate: conflitti, esodi ambientali, emergenze alimentari.

Il tempo stringe

«Per molti aspetti, l’indicatore più chiaro della gravità della situazione – sottolinea l’economista statunitense – è il numero di stati in fallimento. Ogni anno la lista si allunga». Da ultimo, il caso della Grecia. Quanti ne dovranno ancora collassare, domanda Brown, prima che la nostra civiltà cominci a cadere a pezzi?

La risposta non la conosciamo, ma tutti noi abbiamo una responsabilità e un ruolo da giocare, anche come singoli individui. La questione è: cosa possiamo fare e quanto ci costerà non farlo?

«Possiamo assistere impotenti a un’economia che continua a fagocitare i sistemi naturali che la supportano fino a distruggere se stessa o possiamo adottare il Piano B – scrive Lester Brown nel suo ultimo libro – Oppure possiamo essere la generazione che inverte la direzione, muovendo il mondo verso un percorso di progresso sostenibile».

L’imperativo è mobilitarci e farlo velocemente.

Il seminario

“Strategie per un pianeta sostenibile: la sfida della green economy” è stato organizzato dall’Istituto per l’Ambiente e l’Educazione Scholé Futuro Onlus e da Edizioni Ambiente con il contributo della Camera di Commercio di Torino.

Sono intervenuti: Luigi Bistagnino, ordinario di Disegno industriale (Politecnico di Torino), Guido Bolatto, segretario generale della Camera di commercio di Torino e Giulio Mondini, vicedirettore dell’Istituto SiTI (Istituto Superiore sui Sistemi Territoriali per l’Innovazione) e professore al Politecnico di Torino.
L’incontro, moderato dalla giornalista Rai Claudia Apostolo (Ambiente Italia), ha visto la partecipazione del presidente dell’Istituto per l’Ambiente e l’Educazione Scholé Futuro Onlus, Mario Salomone.

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Marika Frontino
23 maggio 2010


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