L’educazione sostenibile

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Perché questo portale si chiama “Educazione sostenibile”? E perché “.eco”, il mensile italiano dell’educazione ambientale e per un futuro sostenibile ha come sottotitolo “l’educazione sostenibile?

Il termine è stato proposto dall’inglese Stephen Sterling (v. Stephen Sterling, Sustainable Education: Re-Visioning Learning and Change, Green Book, Devon, 2001): indica un’educazione che, oltre ad assicurare un pieno sviluppo delle persone, le attrezza ad affrontare in modo critico e creativo le difficoltà e le sfide della vita e sostiene cambiamenti che portino ad una società migliore e ad un mondo più pacifico.

Pienamente pertinente nel caso di scuole ed università (che devono essere improntate in tutti i loro aspetti a principi di coerenza e sostenibilità ecologica), il termine è adatto anche ad indicare un modello per qualsiasi organizzazione o attività che svolga funzioni educativo anche di tipo non formale e informale, e non solo in età scolare ma in tutte le età della vita.
Con l’avvertenza, inoltre, che il termine “educazione” non va inteso nel senso restrittivo che ha assunto nella lingua italiana, ma in quello più ampio e polisemico che ha, ad esempio, “education” nella lingua inglese, che comprende istruzione, formazione, pensiero pedagogico, educazione, ovvero il dare o il ricevere un’istruzione in campo intellettuale, morale o sociale, la teoria e pratica dell’insegnamento (pedagogia), l’informazione o la formazione su specifici argomenti (mentre il training è l’addestramento ad un’abilità o ad un comportamento specifici, per esempio in campo sportivo, e può riguardare anche un animale).

Per saperne di più sulla “educazione sostenibile” leggi  l’approfondimento: I paradigmi contrapposti tratto da: Mario Salomone, Strategie educative per la sostenibilità. L’educazione ambientale nel XXI secolo, CELSB, Bergamo, 2005, pp. 55-62.

 

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