Entrambi gli appuntamenti hanno avuto come obiettivo quello di rendere l’università una sorta di laboratorio per soluzioni sostenibili orientate ad un futuro educativo di qualità. La prima data (17-19 maggio) ha visto protagonisti giovani studenti impegnati nel dialogo sullo sviluppo sostenibile e nel confronto sulla cultura della legalità per la promozione della pace e per la formazione di cittadini responsabili. A Torino si sono riuniti, invece, dall’8 al 9 maggio, presidenti e rettori universitari, coinvolti in sessioni di lavoro dedicate ai temi dell’economia, dell’etica, dell’ecologia e dell’energia. I vari gruppi hanno offerto un contributo di idee e proposte convogliate poi nella sessione plenaria dei delegati: l’atto conclusivo è stata la sottoscrizione il 19 maggio delle Dichiarazione Finale, consegnata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri in vista del G8 di luglio.
La cultura è l’asso nella manica
La scelta di reiterare il Summit delle Università, come ha dichiarato Enrico Declava, presidente della CRUI, ha risposto all’esigenza di rivendicare il ruolo autonomo e imprescindibile del sistema universitario nella costruzione di un mondo sempre più integrato e nel rafforzamento della capacità di operare attivamente e in sinergia. Le università, grazie alla loro vocazione educativa, possono e devono svolgere una funzione strategica per affrontare le nuove sfide per l’innovazione, a livello locale e globale.
La creazione di una società sostenibile e pacifica, che transita per i percorsi universitari e si apre al mondo di domani, deve però essere aperta a tutti e consentire agli individui la possibilità di accedere a migliori standard di vita e a un ventaglio più ampio di scelte e opportunità. Qui gioca un ruolo di primo piano la cultura della pace e della legalità, perchè senza pace non ci può essere nè sviluppo nè integrazione positiva nella società multiculturale. In quest’ottica, le università sono chiamate a guidare il progresso delle comunità e a investire con maggior vigore nel capitale umano dei giovani, gli attori principali del cambiamento in atto.
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