La sfida dei giovani al cambiamento climatico

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Giovani di tutto il mondo, riuniti a Daejeon (Corea del Sud) dal 17 al 23 Agosto scorsi per la Conferenza Internazionale Giovanile TUNZA hanno lanciato un appello ai leader mondiali affinché adottino misure radicali contro il cambiamento climatico.

 

Durante il più grande incontro di giovani sul cambiamento climatico, organizzato dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), in collaborazione con il Comitato Nazionale UNEP per la Corea del Sud, circa 700 giovani e ragazzi tra i 10 e i 24 anni, hanno richiamato l’attenzione su quanto finora fatto dai leader politici in materia di mutamento climatico, sottolineando la necessità di una visione e di una leadership forti.
La Strategia TUNZA
, adottata nel febbraio di quest’anno dal Consiglio di Governo dell’UNEP, è infatti una strategia a lungo termine di coinvolgimento dei giovani nelle attività ambientali e nel lavoro dell’UNEP. “Tunza”, in lingua kiswahili, significa “trattare con cura o con amore”. Questa iniziativa ha lo scopo di sviluppare tra i giovani attività di coscienza ambientale e scambio di informazioni sull’ambiente in cui vivono.

In questa conferenza, dal titolo “Climate Change: Our Challenge” (Cambiamento climatico: la nostra sfida), che fa parte della campagna mondiale “Seal the Deal! promossa dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon volta a sensibilizzare l’attenzione politica e il pubblico per un accordo globale sul cambiamento climatico, i delegati rappresentanti dei tre miliardi di giovani costituenti la popolazione mondiale hanno manifestato “preoccupazione e frustrazione perché i governi non stanno facendo abbastanza per contrastare il cambiamento climatico”, sottolineando in una dichiarazione che “ora servono più fatti e meno parole”.

“È molto importante dar voce alle opinioni dei ragazzi e dei giovani in tutte le decisioni di politica ambientale. Chiediamo a tutti i politici che al prossimo incontro di Copenhagen tengano conto della dichiarazione adottata oggi.” (Yugratna Srivastava, tredicenne indiana).

Giovani e ragazzi si sono rivolti inoltre a tutti i cittadini del pianeta affinché spingano i loro governi verso la realizzazione di un’economia verde globale. Tra le altre richieste, l’esortazione a far pressione su imprese, produttori e governi perché creino prodotti che rispettino l’ambiente e adottino politiche di ecolabelling.
“Noi siamo la generazione di domani. Le decisioni prese oggi definiranno il nostro futuro e il mondo nel quale vivremo. È per questo che noi giovani esortiamo i governi ad impegnarsi per implementare un efficace regime climatico post-Kyoto. In fondo, si sta parlando delle nostre vite”, ha commentato Anne Walraven, ventitreenne delegata olandese.

La dichiarazione, risultato di otto settimane di discussioni tra giovani di tutto il pianeta riuniti sul web, è stata finalizzata al Global Town Hall di Daejeon il 20 agosto, dove ai 600 partecipanti si sono aggiunte altre 200 persone di quindici Paesi del mondo tra i quali Cuernavaca (Messico), Nairobi (Kenia), Canberra (Australia), Bangkok (Tailandia), Vancouver (Canada) e Atene (Grecia).

Con il titolo “Listen to Our Voices: The Future Needs Strong Vision and Leadership” (“Ascoltate le nostre voci: il futuro ha bisogno di una visione e di una leadership forti”), questo documento precede di soli quattro mesi la cruciale Conferenza ONU sul clima in programma per il prossimo dicembre a Copenhagen, e di sole quattro settimane l’incontro al vertice sui cambiamenti climatici organizzato per fine settembre a New York dal Segretario Generale dell’ONU Ban Ki-moon.

Lo stesso Ban Ki-moon sottolinea che “Questo incontro globale di giovani e ragazzi riuniti sotto la campagna ‘Seal the Deal!’ è il più numeroso raduno internazionale di giovani dell’anno che li vede sostenitori di azioni di contrasto ai cambiamenti climatici. Le loro voci dovranno essere ascoltate perché saranno questi giovani a ereditare i risultati delle nostre azioni.”

Ai governi di tutto il mondo i giovani chiedono di:

  • definire un accordo post-Kyoto più preciso e diretto con misure finalizzate alla lotta al cambiamento climatico che venga adottato e applicato da tutti i Paesi;

  • prevedere leggi e applicazioni delle leggi più severe per chi inquina e deturpa l’ambiente, affiancate da programmi educativi e incentivi per la protezione ambientale;

  • elaborare e attuare dei ben definiti piani d’azione per le emissioni di carbonio, nonché strategie di risposta al cambiamento climatico che possano essere monitorati e rivisti da un organismo indipendente di studi climatici;

  • effettuare una transizione verso un’economia verde basata su energie rinnovabili, offrendo più incentivi per l’acquisto di prodotti economici e a consumo ottimale di energia;

  • ridurre il numero di veicoli e la densità del traffico, migliorando e rendendo più conveniente il sistema di trasporto pubblico e le aree pedonali;

  • rendere obbligatoria l’educazione ambientale nelle scuole e nelle università e promuovere una coscienza ambientale: un pubblico informato è un pubblico forte;

  • riservare la dovuta attenzione ai conflitti sfociati in varie parti del mondo e all’impatto negativo che questi hanno avuto sull’ambiente, sviluppando nel contempo strategie risolutive;

  • rendere obbligatorio sia indicare i livelli di emissione di CO2, sia l’apposizione di marchi ecologici sui prodotti;

  • implementare l’energia e l’industria verde, nonché la produzione alimentare sostenibile;

  • supportare gli sforzi dei giovani per cambiare il mondo.

Unendosi alla campagna “Seal the Deal!”, i giovani delegati presenti alla conferenza si sono impegnati a organizzare imponenti manifestazioni in circa cento capitali per esortare i leader mondiali ad agire contro i cambiamenti climatici.
“Per molti aspetti, questo raggiungere un accordo su un testo finale rispecchia ciò che avverrà a Copenhagen in dicembre. Questa dichiarazione è il frutto di una diversità di vedute e opinioni di giovani di età e culture diverse. Speriamo davvero che lo spirito di questi ragazzi si rifletta nei prossimi negoziati di Copenhagen”, dice Achim Steiner, Sottosegretario Generale e Direttore Esecutivo del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente.

Tutti i leader mondiali riceveranno nei prossimi giorni un invito dai rappresentanti dei tre miliardi di giovani a siglare un accordo significativo sui cambiamenti climatici entro un periodo di soli cento giorni.


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