La Posidonia

Un viaggio lungo le praterie sul fondo del Mediterraneo

Febbraio 2004 – Annalise Falzon, Nature Trust (Malta)

Le coste del Mediterraneo e il loro mare: luoghi di antiche civiltà; protagonisti di battaglie storiche, e oggi meta per turisti di tutto il mondo. Ma allo stesso tempo un complesso ecosistema vivente dove ogni cosa si trova in un delicato equilibrio.
Così come gli archeologi si sforzano di salvare tracce del nostro passato, esiste un’altra realtà che si trova in pericolo. Dopo più di sessanta milioni di anni nel nostro mare, una cittadina onoraria del Mediterraneo finalmente comincia a beneficiare di un meritato riconoscimento di ricchezza e di elemento vitale per il mantenimento di una buona salute del Mare Nostrum. Questa umile e apparentemente semplice pianta marina lavora principalmente dietro le quinte ed è più facile incontrare solo le sue tracce sulle spiagge in grandi cumuli o in piccole matasse di fili sottili… un delicato ricordo della sua presenza. Tuttavia questi resti sono soltanto piccoli frammenti della sua lunga storia.
Guarda più da vicino la prossima volta che ti troverai sulla spiaggia. Scoprirai che questi cumuli sono costituiti da lunghi filamenti simili a foglie morte e che quelle matasse sono in realtà sono composte dalle fibre alla base della struttura della Posidonia oceanica – la Posidonia.

Che cos’è la Posidonia

Gli antenati della Posidonia erano un tempo piante terrestri che si sono spostate a vivere nel mare intorno a 120 milioni di anni fa.
La Posidonia è una pianta marina endemica del Mediterraneo (non si trova nel Mar Nero). Non è un’alga, ma una vera e propria pianta da fiore, sebbene si debba ammettere che i fiori sott’acqua non servono a molto dal momento che il polline viene trascinato via dalle correnti. I fiori sono infatti molto difficili da vedersi e la pianta non fruttifica così spesso. È una monocotiledone con foglie che possono crescere fino a 80 cm. di lunghezza ma solo di un centimetro di larghezza.
La Posidonia vive nelle piani sommersi conosciuti come infralitorali ed è piuttosto comune fino a una profondità di 40 m con una temperatura dell’acqua che oscilla tra i 10 e i 20°C. Trasparenza e salinità sono altri fattori naturali che ne determinano lo sviluppo, preferendo acque limpide e oligotrofiche (povere di nutrimento). È un vegetale molto sensibile e non molto resistente rispetto alle alterazioni ambientali (ed è quindi spesso usata come indicatore biologico) tuttavia è solitamente una pianta dominante e colonizza vaste aree di substrati sabbiosi convertendole in vere e proprie oasi marine incastonate nei sabbiosi deserti sottomarini. Ogni metro quadrato di questi prati presenta un denso fogliame – veri polmoni marini – e porto di una grandissima biodiversità con più di 700 specie animali e vegetali catalogate.

Come si insedia la Posidonia?

In presenza di condizioni favorevoli la Posidonia si riproduce e propaga con una notevole vitalità per creare enormi praterie che dominano la scena sottomarina ovunque essa sia presente. Il processo attraverso il quale i fondali marini si preparano per accogliere queste colonie include 4 passaggi:
– la materia organica e i sedimenti si accumulano in piccoli incavi e fondali sabbiosi
– le alghe (come la Caulerpa sp.) si stabiliscono in questi incavi assieme alle fanerogame come la Zostera e la Cymodocea
– le radici, i rizomi e le foglie delle piante formano uno strato molto fitto che incomincia a legare assieme i sedimenti per preparare il substrato
– a questo punto il fondale marino è ricettivo rispetto a qualunque seme e se la Posidonia può stabilire un ancoraggio sufficientemente buono svilupperà le sue radici fino a quando non sarà in grado di far partire daccapo un nuovo processo.

Le piante pioniere di Posidonia hanno bisogno di tempo per svilupparsi e incominciano a diffondersi orizzontalmente al ritmo di 5 o 10 cm all’anno. Devono combattere non solo con la competizione di altre piante, ma anche con l’incremento del ritmo di sedimentazione che potrebbe seppellire le più giovani nate. Appena possibile le piante incominciano a svilupparsi verticalmente per migliorare la loro efficienza fotosintetica. Non appena un’intera colonia incomincia a svilupparsi soffoca qualunque altra forma vegetativa fino a formare un complesso sistema di foglie morte, radici e rizomi che assieme ad altri sedimenti e detriti inizia a solidificare il substrato appena formatosi. Questo processo può contribuire fino ad 1 cm di aumento dei fondali marini per anno, creando effettivamente una forma di barriera che funziona come protezione delle coste dalle azioni erosive.

L’importanza della Posidonia sulla terra

Sulle spiagge, la Posidonia spesso forma dei banchi alti fino a due metri specialmente nel periodo autunnale quando il mare in piena getta migliaia di foglie sulla costa. Questi cumuli sono spesso considerati dai bagnanti un impiccio e sono eliminati dalla maggior parte delle spiagge: sfortunatamente questo determina l’inizio di un ancor più rapida erosione della spiaggia dal momento che i banchi proteggono la sabbia dall’essere portata via dalla burrasca successiva.
Oltre a ciò i banchi supportano anche l’ecosistema con numerose tipologie di piccoli invertebrati che trovano un ricovero in questo ricco habitat – un’alternativa gradita al duro ambiente della sabbia sulle spiagge.

… e sott’acqua

Come abbiamo già visto le praterie di Posidonia formano una barriera subacquea che protegge le coste, oltre a porgere un riparo alle varie specie di pesci, molluschi, spugne, crostacei ed epifiti. È un buon posto per ospitare giovani pesci ed un’ottima forma e fornitore di cibo per l’ecosistema marino, un ambiente quindi, di grande valore per la salute generale degli organismi marini.
Queste praterie sono anche spesso paragonate alla foresta Amazzonica per la loro qualità di impareggiabili polmoni del Mediterraneo. Durante la fotosintesi la pianta produce circa 10 litri di ossigeno per metro quadro di foglie.
Non si deve nemmeno dimenticare il valore intrinseco connesso a questa pianta in considerazione della sua presenza in una sola regione del mondo.

Un mare di problemi?

Nonostante la sua innegabile importanza, questa pianta è attualmente in grave regressione dovuta al ritardo di misure protettive che non l’hanno difesa dagli impatti negativi generati dall’attività umana. Attività come l’inquinamento termico delle stazioni energetiche o l’incessante ancoraggio nelle medesime aree hanno contribuito in maniera considerevole alla scomparsa di intere praterie. Alla lunga ciò può portare ad una decisa erosione delle coste ed ad un pericoloso sbilanciamento della catena alimentare marina con altrettanti effetti disastrosi per le industrie che dipendono dal mare – il turismo e la pesca.
Trattiamo quindi il mare con più rispetto, ci vuole molto tempo affinché si formino delle praterie di Posidonia, ma ci vuole pochissimo per causare la loro distruzione irreversibile.

Traduzione di Filippo Laurenti

Per maggiori informazioni: info@naturetrustmalta.orgIndirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo – www.naturetrustmalta.org

 

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