La Bicicletta: Turismo e passione

cicloturismo

“La bicicletta insegna cos’è la fatica, cosa significa salire e scendere – non solo dalle montagne – insegna a vivere. Il ciclismo è un lungo viaggio alla ricerca di se stessi.”.

 

“Ultimo controllo alla bici, carico le borse sui porta pacchi, salgo in sella e inizio a pedalare.

 

Finalmente si parte! Mi dirigo alla stazione per prendere il treno che mi porterà a Savona e da lì pedalo fino ad arrivare alla nave. Finalmente il mare e paesaggi bellissimi. Inizia la vacanza io e la mia bici. Dopo sei ore di navigazione metto piedi e ruote sul terreno della Corsica, il profumo della terra arsa dal sole m’invoglia ad iniziare questa sfida. Pedalo, alle volte le salite sembrano così infinite ma ai miei occhi il cielo azzurro e il mare blu mi fanno dimenticare la fatica. La sfida mi fa provare sensazioni perse di quando ero piccina, di quando sono diventata grande e adesso sono curiosa di assaporare quelle che potrei scoprire continuando a pedalare. Prima tappa Bastia-Macinaggio. Seconda tappa Macinaggio-Saint Florainte e alle spalle già 80 Km. Le gambe sono più toniche e l’aria che respiro quando pedalo è decisamente pulita rispetto a quella della città in cui vivo. Mi sento quasi depurata. Anche la mia mente lo è. Lontana dalla confusione quotidiana e dai rumori fastidiosi della città. L’isola è piena di colori. Il mare con il suo profumo mi fa vivere un esperienza mai provata. I giorni passano e io non mi stanco mai, la voglia di percorrere più chilometri possibili è tanta e anche quella di pedalare. La sensazione di vacanza è perfetta. Il continuo incitamento nel superare i miei limiti mi fa sentire dentro un immensa ricerca, la vita e la natura, un ottimo compromesso. Due giorni dopo arrivo a L’Île-Rousse, si chiama così perché il colore predominante è l’ocra di un isolotto roccioso che è servito come un porto naturale, ma per me è stato uno dei posti più belli al mondo, dove ho ammirato un tramonto color rosso. Anche il paesino è incantevole. Dopo 7 giorni arriva la tappa più pesante quella che mi porterà da Calvi a Bastia. L’ultima tappa quella che mi riporterà sulla nave e quindi alla fine di quest’avventura. Sveglia alle 8. Si fa colazione. E poi s’inizia a sistemare la propria roba e a richiudere per l’ultima volta la tenda. Io e il mio compagno di viaggio ci guardiamo e carichi di energie ci prepariamo ad affrontare gli ultimi 63 Km con una salita molto complicata una delle più alte del nostro tour, di quasi 600 m sul livello del mare, nostro punto di partenza. I tornanti mi fanno dare uno sguardo a tutto quello che mi sono lasciata alle spalle. Fatica, divertimento, scoperta di posti nuovi, natura e animali marini e facce di persone amiche incontrate. Dopo circa 4 ore di pedalata continua ecco Bastia. 2 ore dopo arriva la nave e poi il treno e poi casa mia e la sensazione di essere vincitrice per aver superato un altro mio limite.”.

E’ con questo entusiasmo che si può svolge un viaggio in bicicletta, ritrovando se stessi in un profondo contatto con la natura e con la propria forza fisica, e se si decidesse di intraprendere un’avventura di questo tipo è perché si ha voglia di staccarsi dalla solita quotidianità e di cercare nel silenzio e nel proprio respiro il ritmo dell’ambiente che ci sta attorno. Come sappiamo la bicicletta è un mezzo di locomozione polivalente, ecologico, economico, comodo e salutare, perfetta per muoversi in città, per andare al lavoro, per tenersi in forma, per rilassarsi, per esplorare i paesaggi e soprattutto fare viaggi ecologici e a contatto con la natura. Pedalare anche pochi minuti al giorno, può migliorerà notevolmente la salute, rendendo muscoli, cuore e polmoni più forti ed efficienti e contribuendo a prevenire malattie e problemi cardiaci. Superata l’idea che pedalare sia troppo faticoso, ci renderemo immediatamente conto di quanto sia piacevole e soddisfacente prestare attenzione ai paesaggi e ai particolari che altrimenti non si potrebbero vedere e ai profumi e ai suoni che la macchina tende a celare. Passare qualche ora lontano dal traffico e dallo stress, divertendosi anche in compagnia degli amici, senza esagerare nello sforzo potrà essere un buon allenamento per intraprendere l’avventura del cicloturismo. Partire in bici è il modo più nobile, naturale e umano per viaggiare nel mondo.  E’ una vera e propria sfida per i climi da sopportare e le lunghe distanze da percorrere mantenendo il viaggiatore in esercizio per lo sforzo e l’impegno fisico costante. La massima libertà di movimento e la possibilità di scegliere la propria andatura in base alla propria forma fisica sono ottimi presupposti del viaggio. Per poter viaggiare in bici e per allestirla in modo corretto, è importante capire che terreni andremo ad affrontare, se saranno itinerari esclusivamente asfaltati o se al contrario andremo anche su sterrato. Una trasmissione a 3 corone permette di superare con tranquillità anche le salite più ardue e dovrà essere una caratteristica comune a qualsiasi bici da viaggio. Inoltre la manutenzione della bicicletta, la pulizia delle parti meccaniche, il controllo e la pulizia del telaio, dei freni e del cambio renderanno ogni suo componente più duraturo e funzionale. Grande importanza rivestono anche l’alimentazione e l’idratazione che dovranno essere regolari anche durante la pedalata.

Il Cicloturismo in Italia e all’estero

In Italia il cicloturismo rappresenta una grande opportunità per le aree turistiche di molte regioni come è dimostrato anche dalle statistiche effettuate dalla Borsa del Turismo Sportivo negli ultimi anni. Le istituzioni si sono fino ad oggi mosse in ordine sparso e ancora non hanno sufficientemente investito in maniera adeguata per accogliere l’opportunità di un turismo fortemente in crescita come è quello del cicloturismo.  Le statistiche ci rivelano che sono oltre sei milioni i cicloamatori europei e duemilioni a livello italiano. Se da un lato è encomiabile che ci siano comuni che si sono già mossi per offrire ai tour operator, alle fiere e al pubblico in generale un’offerta integrata, dall’altro è noto che il cicloturista ama gli spostamenti ampi e ciò comporta una maggiore integrazione dei luoghi e quindi del lavoro. Il cicloturismo si coniuga in maniera ottimale con il turismo del benessere. E’ lo sport più facile da praticare per chiunque, non richiede particolari attrezzature e dà la possibilità a chi lo pratica di improvvisarsi sportivo a tutti i livelli, coinvolgendo tutta la famiglia nella pratica sportiva. Per questo motivo è effettivamente un segmento in grande ascesa che denota un forte interesse anche da parte degli operatori che si stanno organizzando in questo senso. Sono sempre più numerosi i tour operator che organizzano itinerari cicloturistici e stanno nascendo anche nuove figure professionali, come quella della guida ciclistica, che avranno un ruolo importante nello sviluppo del settore. La guida ciclistica consente, infatti, a chi pratica il turismo in bicicletta di poter visitare i territori attraverso itinerari ben organizzati e di assaporarne tutte le sfumature. Per quanto riguarda le iniziative istituzionali, la Regione Toscana ha organizzato il primo censimento degli itinerari cicloturistici sul proprio territorio in modo da realizzare delle nuove e importanti guide. Il Progetto Turismo in Bicicletta rientra nell’ambito delle sinergie fra Stato e Regioni e tra Regioni e Regioni. Il progetto del cicloturismo è uno dei 52 progetti nati da cofinanziamento statale e dalla collaborazione tra le Regioni che negli ultimi anni hanno ampliato e messo a punto alcuni di quei prodotti che rendono l’offerta turistica italiana senza eguali nel mondo. Anche il settore del cicloturismo, che poteva sembrare un segmento di nicchia, in realtà è una di quelle forme che arricchiscono l’offerta italiana e che la rendono ancora più competitiva soprattutto nei confronti dei paesi del Nord Europa dove questo tipo di turismo è particolarmente organizzato. C’è dunque uno sforzo da parte delle Regioni e da parte dello Stato teso allo sviluppo di questo segmento turistico: il cofinanziamento statale, a livello nazionale, è di oltre un milione e cento mila euro per la realizzazione e la messa a punto di prodotti nuovi che dovranno avere aspetto promozionale e promo-commerciale. Tutti questi progetti, andando ad arricchire l’offerta turistica italiana, avranno poi una compiuta vetrina nel momento in cui, sempre dal rapporto tra Stato e Regioni ma soprattutto tra le singole Regioni, si riuscirà a mettere a punto in maniera operativa. Quello del turismo in bicicletta è un settore di grande interesse per l’intero paese e per le varie Regioni, e il desiderio è che per l’Italia si traduca in una vera opportunità, anche sulla base delle molteplici valenze. E’ innanzitutto un prodotto che attrae un turismo lento, soft, che ama il contatto con la natura e spesso interessa individui che, per il loro stesso approccio culturale, sono consapevoli di quali siano le parti di un territorio che devono essere privilegiate. Attraverso il cicloturismo è quindi possibile visitare il territorio in una maniera completamente diversa, in cui si dà una priorità alle risorse del paesaggio e alle sue bellezze e unicità ambientali.  Un altro aspetto importante è l’attenzione alla pista ciclabile che riconduce al concetto molto più ampio di sede ciclabile costituite da migliaia di chilometri di piccole strade di campagna, comunali o interpoderali, e tutti gli argini dei fiumi. A tal proposito vi è un itinerario interessante che da Milano arriva fino al mare Adriatico in base all’idea di seguire l’acqua. Da Milano si può uscire lungo i navigli, seguendo l’Ambro e il Ticino e da Cremona, Mantova e Ferrara si prosegue fino al Delta del Po. In attesa di interventi strutturali, è possibile sfruttare quello che il territorio mette a disposizione. I piani regionali della mobilità e della logistica dunque devono assicurare una mobilità ambientalmente sostenibile per favorire lo sviluppo degli spostamenti in bicicletta e riequilibrare e integrare così i vari modi di trasporto puntando e favorendo lo sviluppo della rete di piste ciclabili e dei nodi di interscambio. La bicicletta dovrà essere considerata una componente importante della mobilità di trasporto. Le ragioni e gli scopi del cicloturismo posso essere valutate attraverso la destagionalizzazione delle vacanze, la diffusione di metodi più sedentari di lavoro che richiedono come compensazione maggiore movimento nel tempo libero, il nuovo concetto del lusso per cui molti rifiutano il consumo vistoso e preferiscono coltivare l’intima gioia del silenzio, della tranquillità, della disponibilità di tempo e spazio, della sicurezza e dell’autonomia, della convivialità, dell’ambiente creativo, della bellezza; turismo consapevole che apprezza gli insiemi culturali, l’ordine, il rispetto dei luoghi e il buongusto. Il cicloturismo ha bisogno di itinerari, di servizi e di promozione maggiori. Il progetto nazionale e delle regioni sul cicloturismo corrisponde a questa impostazione e rappresenta sicuramente un notevole passo in avanti che farà recuperare il ritardo italiano rispetto ai paesi del Nord Europa, così da andare incontro alla domanda vastissima di questo tipo di prodotto. Gli itinerari, oltre che ricchi e interessanti, devono essere collegati tra loro e rappresentare l’ossatura nazionale di percorribilità ciclistica, una rete che da anni propone la Federazione Italiana Amici della Bicicletta. Diverse associazioni hanno costituito CoMoDo (Confederazione per la Mobilità Dolce) nel cui ambito è stata scritta una proposta di legge di iniziativa popolare per il recupero dei sedimenti delle ferrovie dismesse, da utilizzare come percorsi ciclopedonali. Si tratta di cinquemila chilometri che, com’è facile immaginare, costituirebbero una rete ciclabile che interessa tutto il paese. È quindi proposta una osservazione critica, ma in senso positivo, al piano interregionale sul turismo in bicicletta dal momento che dovrebbe essere aggiunto l’elemento del treno, delle linee e delle stazioni ferroviarie. In definitiva è in atto un lavoro apprezzabile per la ciclabilità, intenso e diffuso ma allo stesso tempo molto frammentato. Una domanda da porsi è se il cicloturismo sia un turismo di nicchia oppure no. Probabilmente, se in Italia ci fossero condizioni diverse, potrebbe diventare un fenomeno più vasto, come succede in Austria, in Germania e in Svizzera, dove le quote percentuali di turismo legato alla bicicletta sono pari 25%.  L’uso della bicicletta a livello turistico è particolarmente importante ma ha bisogno di un elemento fondamentale che in Italia ancora non c’è cioè di una infrastruttura ciclabile protetta. La promozione non è quindi sufficiente se il ciclista quando arriva in Italia trova venti chilometri di ciclabile, invece che cinquecento o mille. I tedeschi non vengono in Italia a pedalare per un motivo molto semplice, perché non ci sono le piste ciclabili. Infatti, nelle province di Trento e Bolzano, esiste la possibilità di pedalare per centinaia di chilometri su piste protette e in queste zone i cicloturisti tedeschi arrivano. L’anno scorso sono stati registrati dai contatori delle biciclette più di un milione di passaggi, un dato assolutamente importante e significativo che dimostra che dove l’infrastruttura ciclabile è di qualità, in qualche modo e anche un’intensa attività di promozione e il cicloturismo arriva e si ferma per alcuni giorni. La creazione di nuove infrastrutture è quindi l’elemento che servirà a far fare un salto di qualità al cicloturismo italiano. E’ comunque in atto il progetto di Bicitalia elaborato dalla Federazione Italiana Amici della Bicicletta e dall’Associazione Italiana delle Città Ciclabili che ha consegnato al Ministero dell’Ambiente circa 15 mila chilometri di rete ciclabile, ossia il 5 per cento della rete stradale nazionale. Al suo interno è stato privilegiato un itinerario percorribile, denominato Ciclopista del Sole, che è la dorsale principale che unisce il Brennero alla Sicilia. Inoltre la FIAB ha fatto una proposta di segnaletica per gli itinerari ciclabili con il tentativo di risolvere alcuni problemi.

Ma comunque resta il fatto che negli ultimi anni questa nuova tendenza di turismo sostenibile è diventata una passione per molti amanti della bicicletta e la casa editrice Lonely Planet ha pensato bene di proporre la prima guida “Italia in bicicletta” per i viaggiatori che vogliono scegliere come scenario geografico l’Italia. Quest’ottima guida permette di visualizzare gli itinerari proposti attraverso un grafico altimetrico con la raffigurazione del percorso e i relativi metri sul livello del mare. Intorno al cicloturismo c’è tutto un mondo di iniziative e opportunità, le più varie, per immaginare modi e percorsi nuovi da sperimentare. Per gli amanti del “fai da te” sono presenti online molte soluzione come ad esempio il sito www.cicloturismo.com che è stato presentato all’ultima BIT (Borsa Internazionale del Turismo) come la risposta italiana agli itinerari in bici più vicini a casa vostra e i dettagli di ogni singolo tracciato in GoogleMap, le strutture ricettive presenti della zona che siete intenzionati a visitare e i punti di interesse d’apprezzare. I più esperti potranno raggiungere percorsi anche non segnalati. Decidere di affrontare un viaggio in bicicletta non è assolutamente un impedimento per potersi muovere anche all’estero e di recente sono nate delle agenzie specializzate nell’organizzazione di vacanze in bicicletta come Girolibero (www.girolibero.it) che si occupa di organizzare e spostare i bagagli da un punto di sosta all’altro con formule per famiglie, per il benessere e per chi vuole essere più alternativo anche con proposte di viaggi bici-barca. Sono comunque in continuo aumento gli italiani che decidono di trascorrere le vacanze estive a ritmo di pedalata e all’estero è il Tirolo Austriaco una delle mete più organizzate con oltre 750 km di piste ciclabili, 4000 km per la mountainbike e ben 3800 km di itinerari per bici da corsa. Nella piccola e incantevole regione austriaca tutto è organizzato per trasformare una vacanza ciclistica in un’avventura indimenticabile, mettendo a disposizione anche una serie completa di servizi che vanno dai “Bikehotels” specializzati, fino alla scuola di mountain bike e ai numerosi centri tecnici e sportivi dove è possibile affittare l’attrezzatura a prezzi estremamente competitivi. Il tutto studiato appositamente per accogliere in grande stile l’ospite italiano. A cominciare dall’assistenza in lingua.

Il punto di vista di Marc Augè

L’etnologo e antropologo Marc Augè nel suo libro “Elogio alla bicicletta” racconta che alla fine degli anni 40 era uno strumento di lavoro, uno strumento attraverso il quale ci si poteva spostare, era un mezzo di trasporto comune per i lavoratori, uno strumento mitico, un elemento di racconto collettivo. Per Augè, andare in bicicletta è qualcosa che non si dimentica, che rimane dentro di noi in modo permanente e che è ripreso nel momento in cui saliamo su di essa. E’ qualcosa del passato che ritorna. E’ un esperienza della scoperta di sé e contemporaneamente anche una scoperta degli altri. Ci permette di riappropriarci dello spazio, del tempo e delle relazioni umane, la sua bellezza ed utilità rivendicano la necessità di una vera rivoluzione urbana. Quando ci si sposta in bicicletta si è più attenti agli altri, si sviluppano relazioni umane più dirette in un’epoca in cui la tecnologia e le abitudini le rendono più astratte. Ci fa sentire nobilmente ecologici od ambientalisti e siamo stimolati dal nostro istinto ludico, perché la bici ci fa fare del moto, consumare calorie ma nel più totale divertimento. Ci fa scoprire o riscoprire la propria città o il proprio paese ed il suo circondario, campagna o mare che sia.

Brevi cenni storici

La bicicletta è nata in Francia alla fine nel 1860 fu utilizzata dagli strati popolari per motivi di lavoro. In Italia più avanti ebbe anche una funzione politica per compiere azioni contro i nazifascisti e in quel periodo fu proibito l’uso che significò, in città come Milano e Torino, il blocco della sua produzione ma fu subito ritirato perché la maggior parte degli operai si recava a lavoro con questo mezzo. Negli ultimi anni l’utilizzo della bicicletta sta tornando di moda sia per comodità sia per una coscienza ecologica.

La bicicletta e la scuola

Le scuole di molte regioni italiane si stanno mobilitando per educare i propri alunni ad un uso consapevole della bicicletta. Per esempio nei comuni di Reggio Emilia, Mantova, Peschiere e Milano la FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta Onlus) con il sostegno dei Comuni ha proposto il progetto BiciBus, un modo sostenibile di andare a scuola, è un “autobus a due ruote” formato da un gruppo di scolari in bicicletta che vanno e tornano da scuola accompagnati da genitori volontari, lungo percorsi prestabiliti e messi in sicurezza. I percorsi del Bicibus hanno capolinea e fermate intermedie, individuate con cartelli che riportano gli orari di passaggio e per aumentare la visibilità e la sicurezza tutti i bambini indossano un casco ed una pettorina colorata e catarifrangente, come pure gli accompagnatori. Questo progetto ha il fine di un miglioramento sulla riduzione del traffico in prossimità delle scuole, della qualità dell’aria e del risparmio dei carburanti.

In sperimentazione da un paio di anni è il “Progetto Pedal” sempre organizzato dalla FIAB con la collaborazione dei comuni di Reggio Emilia e Mantova e consiste nell’attuazione di progetto educativo all’interno delle scuole di orientare le scelte di mobilità individuale dei ragazzi a favore dell’uso della bicicletta contro la tendenza, tipica dell’età, a preferire il motorino. Si vuole mettere in pratica un approccio che stimoli l’interesse degli studenti attraverso attività pratiche per responsabilizzarli e coinvolgerli nella propria autonomia.

Inoltre è sempre più frequente la proposta di professori e studenti di scuole elementari, medie e superiori di organizzare la propria gita scolastica annuale in bicicletta su tracciati ciclabili in armonia con le bellezze dell’ambiente per una vera e salutare ricreazione attraverso una interazione uomo-mezzo-ambiente reciprocamente rispettosa e capace di produrre benessere e crescita degli alunni.

Le iniziative

Il 9 maggio 2010 si è tenuto il Bici-Day, la prima giornata ufficiale dedicata interamente alla bicicletta. E’ stata un’iniziativa voluta dal Ministero dell’Ambiente, in collaborazione con ANCI (Associazione nazionale dei comuni italiani) e ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo ed Accessori che riunisce le aziende italiane costruttrici di veicoli a due e a tre ruote, e di parti ed accessori). L’iniziativa è nata per sensibilizzare i comuni ed i cittadini alle tematiche della mobilità sostenibile e per risanare le dinamiche negative della mobilità cittadina e migliorare la qualità della vita urbana, sottolineando che esiste un’alternativa all’uso dell’automobile. Grazie a questa iniziativa del Ministero dell’Ambiente si sono inaugurate in varie città nuove strade ciclabili. Si prospetta che nei prossimi mesi i comuni di oltre 1200 provincie italiane si mobiliteranno per riorganizzare la viabilità urbana e programmare nuove piste ciclabile per favorire così l’utilizzo della bicicletta in città.

Il 6 giugno 2010 in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente si è tenuto a Torino il primo Bike Pride, il grande corteo a carattere ecologista a sostegno della mobilità ciclabile e sostenibile. Manifestazione di legittimazione culturale e sociale è una rivendicazione di spazi di tutela a favore del ciclista urbano come soggetto attivo nella difesa dell’ambiente per incentivare un cambiamento delle politiche ambientali e di mobilità urbana. Si spera che i prossimi Bike Pride potranno coinvolgere più città in questa mobilitazione e nello stesso giorno in modo da dare un segnale forte inondando le città di biciclette!

Si chiama BicID il progetto avviato a Torino e dintorni per contrastare il furto di biciclette, o per facilitarne l’individuazione dopo che il mezzo è stato rubato. Secondo statistiche a circa un “ciclista” su quattro è sottratta la bicicletta, e questo comporta spesso perdita di fiducia e interesse per le due ruote e per la mobilità sostenibile in generale. Il comune di Torino con la collaborazione di “Associazione Intorno”, cercherà di porre rimedio con un procedimento semplice e veloce, che consiste nella marchiatura di un codice di identificazione sul telaio della bicicletta, cui seguirà l’immediato rilascio di una tessera dove sono riportate caratteristiche e numero ID.

 

Libri consigliati:

  • Natalino Russo.  “Nel mezzo del Camino di Santiago” In bicicletta verso Compostella tra viadanti e pellegrini. Edicicloeditore.
  • Claude Marthaler. “Lo zen e l’arte di andare in bicicletta”. La vita e altre forature di un nomade a pedali. Edicicloeditore
  • AA.VV. “Due ruote per il futuro in bici”. PRIMA CONFERENZA NAZIONALE DELLA BICICLETTA. Edicicloeditore
  • Claudio Pedroni. “Ciclopista del Sole 1”. Edicicloeditore

Per maggiori informazioni:

www.cicloturismo.com

www.fiab-onlus.it

www.viaggiareinbici.it

www.piste-ciclabili.com

www.itinerariitaliani.com

 

Elena Giardina

15 luglio 2010

 

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