Il giardino sommerso

alghe
Colorate, semplici eppure ricche di forme e di vita, le alghe creano il giardino sommerso dei mari e degli specchi d’acqua.

 

 

 

Ho seguito il susseguirsi delle stagioni in mare per più anni e ho scoperto un vero giardino sommerso, splendido come una serra tropicale, sorprendente come una giungla, colorato come un arcobaleno: l’oggetto del mio studio sono le alghe, organismi che generalmente non vengono neppure presi in considerazione dalla maggior parte dei subacquei e dei bagnanti, eppure fondamentali nell’ecosistema acquatico (si trovano in mare, nei fiumi e nei laghi) per la loro capacità di produrre ossigeno attraverso il processo fotosintetico (sono dei vegetali!) e per la loro importanza nella rete alimentare (sono il cibo degli erbivori).
Inoltre le alghe, poiché sono nella maggior parte dei casi sessili (cioè attaccate al substrato), evidenziano, con modificazioni visive del proprio aspetto, le variazioni dei parametri chimico-fisici dell’ambiente in cui vivono e possono essere considerate dei sensori: esse esprimono, nella struttura dei loro popolamenti, le condizioni ecologiche dell’ambiente in cui vivono e possono essere considerate un valido strumento per la valutazione dello stato dell’ambiente marino.

Rosse, verdi e brune

Le alghe si dividono in tre grandi gruppi: rosse, verdi e brune e la loro distinzione si basa sui tipi di pigmenti presenti assieme alla clorofilla. I pigmenti sono delle sostanze che servono per aumentare la resa fotosintetica e quindi “aiutare” la clorofilla nel suo compito di trasformare acqua e anidride carbonica in zuccheri, grazie all’energia fornita dalle radiazioni solari.
Pur essendo dei vegetali, rispetto a quelli “terrestri” sono molto più semplici, essendo prive di qualsiasi struttura deputata al trasporto delle sostanze nutritive o all’ancoraggio; questa semplicità, rispecchiata nella loro forma (sono costituite da una “foglia” dalla consistenza e forma diversa che si chiama tallo), dipende dal particolare ambiente in cui esse vivono: l’acqua, ricchissima di sostanze nutritive che vengono assimilate direttamente senza l’ausilio di dotti specifici, mentre l’adesione al substrato è garantita da dei rizoidi, filamenti simili a radici o da dischi adesivi.
Le alghe calcaree, appartenenti al gruppo delle alghe rosse, spesso vengono scambiate per croste minerali o talvolta per animali, a causa del loro aspetto; si distinguono essenzialmente in “articolate”, dalla forma eretta ed elegante, spesso confuse con i coralli, tanta è la loro bellezza e in “non-articolate”, crostose, considerate spesso come macchie sui sassi o sui ciottoli in fondo al mare e prive di valore.
In particolare le alghe calcaree incrostanti occupano generalmente la maggior parte del substrato primario disponibile per le comunità bentoniche marine nella zona fotica e sebbene crescano molto lentamente, la loro presenza e la capacità di depositare il carbonato di calcio le rende molto importanti in termini di produzione di materia organica e inorganica.
E nasce proprio dalla voglia di oltrepassare la soglia delle apparenze e scoprire il mondo di questi vegetali la curiosità e la voglia di vedere come esse siano fatte. Dopo aver raccolto alcuni anonimi sassi e averli posti vicino a dei vetrini per microscopio ecco che nel giro di poche ore il miracolo della vita si avvera… il cambiamento di temperatura permette il rilascio, da parte di queste “croste”, di spore e dopo 24 ore già si possono ammirare i primi individui. È incredibile pensare che quelle incrostazioni rosse possano avere una tale perfezione e importanza… eppure, ricoprendo anche estese zone sottomarine, funzionano come un vero polmone. Il calcio in esse contenuto le rende particolarmente resistenti, tanto da produrre in alcune zone dei veri e propri marciapiedi naturali a livello del mare (denominati “trottoir”) e concrezioni simili alle madrepore (rocce organogene). Oltrepassare la soglia delle apparenze, questo è il vero segreto ed è fondamentale, in mare come in terra, per scoprire la vera forza della natura che ci circonda…

Giugno 2005 – Annarita Di Pascoli

 

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